“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONAL EIN RETE
Così come 76 anni fa l’Ovest favorì la nascita dello Stato d’Israele nel cuore del Mondo Islamico – essendo consapevole a priori che l’espansione sionista sarebbe diventata incontrollabile – anche le pur prevedibili alleanze tra le super potenze dell’attuale Est potrebbero ridisegnare l’assetto geopolitico, e non soltanto nel Medio Oriente. E questa è forse l’unica speranza a cui ci si può ancora aggrappare, indipendentemente dagli schieramenti in campo e soprattutto dagli ordinamenti che vengono decisi fuori dal campo. Considerato che una parte dei sunniti – che comunque rappresentano circa il 90% dei musulmani arabi – ha esultato alla notizia dell’uccisione del leader di Hezbollah avvenuta il 27 Settembre scorso ad opera delle milizie israeliane, e visto anche però che le minoranze sciite si sono da sempre mostrate più unite nel voler esautorare il tra virgolette comune nemico occidentale, quale altro tragico evento servirà per bandire definitivamente i negoziati e qualsiasi altra forma di diplomazia nei rapporti tra gli Stati sovrani? Con quanti altri esperti strateghi di tatticismi bellici bisognerà interloquire per sapere se, come, oppure quando gli sciiti si uniranno a loro volta con le super potenze dell’attuale Est, traendone un indubbio beneficio in termini di forniture di armamenti? Tra qualche giorno si ricorderà la mesta ricorrenza e, ovviamente, come da copione, l’Ordine della Stampa internazionale sarà unanime nel sostenere che il 07/10/2023 i miliziani di Hamas attaccarono Israele senza pietà trucidando quasi 2000 persone (tra civili e militari) e ne rapirono 250 facendoli prigionieri per poi sterminarli nei cunicoli sottostanti la Striscia di Gaza. Ora, una delle più aberranti apologie del genocidio che è stato perpetrato nei confronti del popolo palestinese da quella fatidica data in poi – che trova il suo apice nella “commemorazione” e nel doppiopesismo ostentato con regolare ipocrisia da “autorevoli” esponenti di qualsiasi Ordine Costituito – è e rappresenta di fatto non soltanto un’offesa indicibile, ma distrugge nell’essenza dell’essere palestinese, libanese, yemenita o iraniano, quella stessa identica umanità vituperata fin dentro le viscere degli ebrei durante la Shoah. Chi sarebbero dunque diventati oggi i neo nazifascisti? Come è cambiato il valore semantico del termine nazifascista, in quale modo si è evoluto, quali trasformazioni ha “dovuto” subire? A quale Causa servirebbe ancora riconoscere le responsabilità delle stragi di uno Stato terrorista, quando al contempo l’avallo giunge immancabilmente da uno Stato sovrano che ha fondato la propria economia basandosi sulla pianificazione dei conflitti bellici sostenendo di voler esportare i valori e i princìpi democratici fondanti?