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Voce del verbo auspicare

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Voce del verbo auspicare

A nulla sono serviti i continui e accorati appelli dell’attuale Pontefice per un cessate il fuoco su tutti i fronti dei conflitti in atto. Del resto sono risultati storicamente inutili anche i precedenti, con l’aggravante però che in alcuni casi emersero delle omissioni così determinanti che addirittura avallarono la pianificazione di “quell’inevitabile” sterminio civile. Dunque che cosa dovrebbe fare, un uomo – indipendentemente dalla sua etnia, credo religioso, appartenenza politica o dipendenza socioeconomica – il quale ha dovuto assistere impotente allo straziante smembramento dei propri figli e della propria moglie? In quale altro modo potrebbe mai più sentirsi parte integrante di una comunità ancora convinta che esistano dei valori umani imprescindibili, fondati sulla solidarietà o sull’armonia relazionale? In sostanza: quale dovrebbe essere, qualora esistesse, il limite del perdono? In queste ultime ore si è concluso il vertice di Doha, mirato alla possibile risoluzione per un temporaneo cessate il fuoco nella striscia di Gaza, negoziati che con ogni probabilità riprenderanno questa settimana a Il Cairo. Negoziati che però hanno visto l’assenza (giustificata) di Hamas, inducendo così una buona parte della minoranza dell’opinione pubblica a credere che tale assenza non abbia fatto altro che “suggellare” decisioni che sono già state prese (anche in altre occasioni) senza mai realmente ascoltare le richieste dell’Organizzazione paramilitare Palestinese, oltre che fomentare la tanto temuta quanto evidentemente anelata escalation nucleare. Pertanto l’unica domanda lecita da porsi, forse, in questo delicato momento storico è: la totale estinzione della razza umana è meritoria, indispensabile, oppure esistono ancora dei margini di speranza (di carattere esistenziale) che possa in qualche modo far emergere le troppe verità falsificate, omesse o nascoste, inchiodando alle proprie responsabilità i fautori di questo inarrestabile genocidio? Inutile dire che un’eventuale e comunque ancora fattibile attacco delle forze militari iraniane nei territori sionisti innescherebbe inevitabilmente una reazione a catena incontrollabile e che le prime vittime sarebbero semite – nonostante gli pseudo appelli preconizzati da vari Capi di Stato sostenessero di dover risparmiare i civili – comunque sia, o meglio, comunque vadano le cose, la speranza è sempre l’ultima a morire.