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Erinni

Rappresentare a teatro delle storie che riguardano la Shoah – dove il negazionismo della stessa non ha (nè mai potrebbe avere) alcuna speranza di prospettiva nelle coscienze degli spettatori – è un atto mnemonico indispensabile, specie se la ricorrenza di quest’atto viene modellata sull’animo dei negazionisti. Poco importa che siano state tratte da contesti veri o immaginati, l’importante è che riescano a penetrare nei meandri più reconditi della loro “sensibilità”. “Erinni” ne è un’esempio.

Buona visione

ERINNI