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tav, tag, tap, oppure tar, scegliete Voi

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

tav, tag, tap, oppure tar, scegliete Voi

Che si tratti di treni ad alta velocità progettati per veicolare nel
minor tempo possibile gli spostamenti frenetici di una società sempre
più orientata alla “salvaguardia dell’ecosistema planetario” o che si
parli del Trans Austria Gasleitung come una società che “non poteva
certo prevedere il disguido tecnico” che ha causato la morte di un
operatore (oltre ad averne feriti altri 20, circa) nell’esplosione
avvenuta nel gasdotto di Baumgarten, interrompendo il flusso per
l’Italia (per altro subito riattivato) e spostando così, inevitabilmente,
la discussione mediatica sulla Trans Adriatic Pipeline – ovvero il
gasdotto che è già in fase di costruzione e che dall’area del Mar
Caspio dovrebbe fare arrivare il gas direttamente in Puglia
attraverso un condotto costruito sui fondali del Mar Adriatico –
proprio mentre si continua (di frequente, bisogna ammetterlo) a
discutere a livello internazionale sulle sorti di questo nostro pianeta,
la sostanza dei ragionamenti – e di conseguenza dei provvedimenti
politici a riguardo delle emergenze e delle priorità da affrontare –
resta invariata. Come sempre le responsabilità si rimpallano da
palazzo a palazzo, da ente a ente, da tribunali amministrativi regionali
a corti di cassazione, fomentando polemiche che dovrebbero essere
fomentate in altre sedi internazionali. Se il ministro per lo sviluppo
economico dice che se avessimo il Tap non dovremmo dichiarare
lo stato d’emergenza per questa mancanza di fornitura, replicando
al governatore della regione Puglia, il quale sostiene che il cantiere
dove sono iniziati i lavori somiglia ad Auschwitz, accusando il ministro
di aver favorito le lobby di riferimento perché tra non molto,
considerando l’imminenza delle elezioni, sarà costretto a perdere il
suo posto di lavoro, e di rimando il ministro ribadisce che in Puglia
esistono alcuni intellettuali che hanno invitato la collettività
a sabotare il Tap, incluso lo stesso governatore, che ha fatto ricorso
al Tar e che comunque lo ha perso, collegando tale ricorso con quello
tutt’ora aperto contro l’Ilva di Taranto, suscitando così la reazione
del governatore, che parla di “decisione incosciente del Governo
nell’autorizzare la costruzione del gasdotto proprio perché ciò che è
successo in Austria dimostra che i timori della regione Puglia hanno
un fondamento evidente che ci obbligherà a presentare un esposto
alla Procura per salvaguardare l’incolumità pubblica”.
Se dunque tali polemiche vengono alla fine smorzate dal fatto di
sapere univocamente di avere un sistema di sicurezza adeguato –
garantito dagli stoccaggi – perché si cerca sempre di demonizzare
sia chi si limita a segnalare e sia chi tende addirittura ad osare una
manifestazione per esprimere il proprio dissenso nei confronti della
realizzazione di opere dannose, oltre che dispendiose, alla salute del
nostro pianeta? Perché i prezzi al consumo raddoppierebbero, forse,
generando ulteriore malcontento tra gli italiani?
Credete forse che se i responsabili della progettazione di simili
infrastrutture – una volta centrati i loro obiettivi – dovessero
casualmente ricevere una promozione e presiedere un ministero per
lo sviluppo economico non sarebbero disposti, in fondo, a sacrificarsi
dimettendosi immediatamente dall’incarico ricevuto?