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Rischi e vantaggi di un pensiero unico

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Rischi e vantaggi del pensiero unico

Con l’avvento della robotica e della conseguente automatizzazione
delle attività nei vari settori dell’industria, così come del terziario,
il rischio di un moltiplicarsi dei conflitti sociali nel già compromesso
scenario economico internazionale non è soltanto evidente, ma
addirittura matematico qualora i vertici delle istituzioni di ogni
paese “civilizzato” non dovessero prendere gli opportuni
provvedimenti. Se però così non fosse ? Alcune delle politiche
rilevanti che avrebbero già dovuto arginare queste pericolose
derive sociali – diventate il cavallo di battaglia in campagna elettorale
della maggioranza del nuovo esecutivo, quali il reddito di cittadinanza,
la flat tax e soprattutto il DDL contro la corruzione – sono e con ogni
probabilità continueranno ad essere materia di scontro tra gli
oppositori che paventano larghi consensi legati a un pericoloso
pensiero unico e gli stessi sostenitori. Il solo fatto che oggi il
Parlamento europeo si riunisca in seduta plenaria per decidere
sulle sorti del diritto d’autore è già di per sé un effetto
dell’orientamento del pensiero unico, una forma di repressione
legalizzata, in un certo senso è come se avessero già deciso, come
se volessero togliere il suffragio universale in quanto strumento
popolare di diritto al voto pretendendo di dire che l’informazione
– quella fatta bene, come del resto è giusto che sia – deve poter
essere remunerata, non ridursi a un brutto pasticciaccio in Rete
senza filtri e soprattutto senza attendibilità ; purtroppo sono le
cause di questo orientamento che dovrebbero indurre i membri del
Consiglio europeo (i quali si presume siano e rappresentino comunque
l’eccellenza del livello culturale che ogni popolo dovrebbe avere)
a riflettere sulle conseguenze della decisione – laddove per cause si
intendesse che una notizia del genere dovrebbe comparire in prima
pagina su ogni quotidiano europeo e non essere trattata con
approfondimenti marginali. La questione del pensiero unico
determinato da una mancanza di visioni e di prospettive è inquietante,
avvilente, capace di fomentare guerre e devastazioni ancora peggio
di quanto i fondamentalisti religiosi e gli estremismi politici possano
immaginare di dover fare. E’ giusto dire che spetta ai politici
assumersi la responsabilità di creare delle prospettive, ma è non
è giusto dire che il singolo individuo non può pensare di non occuparsi
di politica perché tanto prima o poi la politica si occupa del singolo
individuo, è sbagliato, in primo luogo perché ognuno di noi ha il diritto
di scegliere che cosa fare della propria vita e in secondo perché se
tutti facessero politica paradossalmente finirebbero tutte le
emergenze possibili e immaginabili – nel senso più escatologico della
riflessione. Gli effettivi rischi che comporterebbe la scalata,
in termini sociali, di un pensiero unico a proposito per esempio delle
politiche citate sono evidenti : se è vero che da una parte il reddito di
cittadinanza garantirebbe un sussidio adeguato a tutte quelle persone che fanno
fatica a trovare un lavoro, è pur vero che le stesse persone
(che ormai il lavoro non lo cercano neanche più) sarebbero
incentivate a non trovarlo, di conseguenza il conflitto tra quelle
persone e le altre, che invece magari hanno sempre lavorato per
tutta la vita, si inasprirebbe, generando una cospicua maggioranza
che si farebbe senz’altro promotrice di indire un referendum per
abrogarlo. Se è vero che la flat tax, o meglio, un’aliquota fissa
sull’IRPEF o sull’IRAP pagata con la stessa percentuale da tutti,
sarebbe lo strumento ideale per combattere l’evasione fiscale,
è anche vero che chi per primo la propose (nel 1994) dichiarò che
in un paese come l’Italia per poter avere degli utili nell’impresa che
si intende portare avanti non pagare le tasse non è soltanto
necessario ma indispensabile, sarebbe dunque piuttosto semplice
capire perché lo fanno tutti (o quasi) se soltanto si volesse.
Se il DDL contro la corruzione passasse sia alla Camera che al Senato
le tangenti sarebbero forse eliminate definitivamente dal sistema
degli appalti pubblici ? O ancora, se il Parlamento europeo oggi optasse
per la cancellazione di contenuti in Rete non conformi alle regole
imposte agli editori che dovrebbero garantire un livello di
informazione accettabile, le notizie false sarebbero definitivamente
debellate ? Purtroppo di vantaggi non ce ne sono in un pensiero unico,
sia da un punto di vista epistemologico che da un punto di vista
analitico.