“L'OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Radio caos
A poco più di tre mesi dall’attentato di Strasburgo in cui perse la vita
un giovane di belle speranze che, come molti altri suoi compagni,
credeva nelle prospettive pianificate dall’UE, e a circa nove settimane
dalle elezioni che dovrebbero servire per evitare di dirimere
ulteriormente i Paesi membri della stessa unione, il riconoscimento di
una radio che ha sempre cercato di essere dal punto di vista più
oggettivo possibile delle istituzioni (Europhonica) pare essere
unanime, anche se in realtà, per chi non ha il dovere ma ha comunque
il piacere di fare una rassegna stampa delle più note testate
giornalistiche nazionali, le opinioni sono discordanti e come al solito
è la strumentalizzazione a monopolizzare il dibattito. Nello sconfinato
panorama dell’informazione, multimediale e non, in buona sostanza c’è
chi da una parte dice che senza quel morto ammazzato quella radio
non avrebbe questo riconoscimento e che perciò non avrebbe avuto
più di tanto voce in capitolo riguardo il tentativo di coinvolgere il
popolo a credere ancora nelle istituzioni europee, e malgrado tale
riflessione possa risultare sovranista (per ovvie ragioni, anche se in
ogni caso sarebbe necessario approfondire il valore semantico del
termine, coniato proprio da quei giornali che ne hanno fatto un uso
squisitamente strumentale) non lo è, anzi, è contro l’interesse
popolare, ma non perché scarta a priori l’ipotesi di un’eventuale
riconsiderazione da parte del popolo nei confronti delle istituzioni
(non soltanto europee) ma perché si serve del fatto che avrebbe dovuto
essere una buona notizia l’interesse destato da parte dell’Università
di Trento di portare avanti un progetto come quello a cui stava
lavorando quel giovane di belle speranze morto nell’attentato di
Strasburgo, fomentando il meritato riconoscimento a quella radio,
e che per quel motivo lì in tale riflessione si evince che non è stata
affatto una buona notizia, vale a dire che l’Università di Trento
avrebbe dovuto pensarci prima a finanziare quel progetto (prima,
quando il giovane era ancora in vita, beninteso) - il che, come
ragionamento - non farebbe una grinza se non fosse finalizzato per
indurre ulteriore sfiducia nella classe politica in generale, non
facendo altro che condannare il popolo alla sua perenne protesta
escludendolo da una partecipazione attiva e costruttiva delle emergenze
sociali che attanagliano questo Paese.
C’è invece chi dall’altra parte dice che è stato uno sbaglio enorme non
riconoscere nell’immediato le potenzialità di una radio come
Europhonica, fatta da giovani per giovani che credono in una possibile
costruzione pacifica degli Stati Uniti d’Europa, ma in questo caso,
nello specifico, visto che non si tratta di una singola riflessione ma
piuttosto di un resoconto quotidiano sul modo di fare informazione
riassunto in estrema sintesi, per l’ennesima volta la stragrande
maggioranza dei più accreditati e autorevoli giornali si serve di
questa notizia per cercare di esortare in qualche modo gli elettori al
beneficio che potrebbero trarne, qualora i democratici di sinistra
dovessero raggiungere un buon risultato alle elezioni di fine maggio,
così come è stato uno sbaglio enorme firmare il Memorandum con i
cinesi al fine di creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo
rivolte ad oriente invece che ad occidente senza prima prendere
accordi con i Paesi membri dell’UE, che sarebbe un po’ come, per
semplificare, se durante un’assemblea condominiale l’inquilino di un
alloggio dichiarasse pubblicamente di voler pagare l’affitto a terzi
invece che all’amministratore o al proprietario. Questo ovviamente
sempre secondo quanto esprime tale resoconto. E’ evidente che il
colosso cinese è una super potenza basata sul controllo delle masse
a guida non di certo democratica e che - vedendo si le enormi lacune
nel sistema politico europeo - non stia facendo altro che
approfittarsene per sognare di egemonizzare mete che fino a qualche
anno fa per loro erano ancora proibitive, purtroppo però è tardi per
contrastare l’inarrestabile ascesa del Dragone, bisognava pensarci
prima. Del resto - a differenza del nostro gattopardesco modo di
intendere e di interpretare le condizioni politiche e sociali
dell’ascesa e della decadenza di un grande Paese, che è sintetizzato nel
noto “tutto cambia per restare uguale” - nella filosofia cinese tutto
resta uguale per poter cambiare. Ad ogni modo, a conti fatti, l’UE avrà
senza dubbio tutti gli strumenti e soprattutto le competenze per
uscire fuori da questo empasse : Brexit ne è il paradigma più
rappresentativo.