Gretini & Scienziadi
20 Marzo 2019
Giovedì, Venerdì e Sabato
2 Aprile 2019
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Radio caos

 


“L'OSSERVATORE SPIATO”
   RIVISTA OCCASIONALE IN RETE                                            



Radio caos
 
 
  A poco più di tre mesi dall’attentato di Strasburgo in cui perse la vita
  un giovane di belle speranze che, come molti altri suoi compagni,
  credeva nelle prospettive pianificate dall’UE, e a circa nove settimane
  dalle elezioni che dovrebbero servire per evitare di dirimere
  ulteriormente i Paesi membri della stessa unione, il riconoscimento di
  una radio che ha sempre cercato di essere dal punto di vista più
  oggettivo possibile delle istituzioni (Europhonica) pare essere
  unanime, anche se in realtà, per chi non ha il dovere ma ha comunque
  il piacere di fare una rassegna stampa delle più note testate
  giornalistiche nazionali, le opinioni sono discordanti e come al solito
  è la strumentalizzazione a monopolizzare il dibattito. Nello sconfinato
  panorama  dell’informazione, multimediale e non, in buona sostanza c’è
  chi da una parte dice che senza quel morto ammazzato quella radio
  non avrebbe questo riconoscimento e che perciò non avrebbe avuto
  più di tanto  voce in capitolo riguardo il tentativo di coinvolgere il
  popolo a credere ancora nelle istituzioni europee, e malgrado tale
  riflessione possa risultare sovranista (per ovvie ragioni, anche se in
  ogni caso sarebbe necessario approfondire il valore semantico del
  termine, coniato  proprio da quei giornali che ne hanno fatto un uso
  squisitamente strumentale) non lo è, anzi, è contro l’interesse
  popolare, ma non perché scarta a priori l’ipotesi di un’eventuale
  riconsiderazione da parte del popolo nei confronti delle istituzioni
(non soltanto europee) ma perché si serve del fatto che avrebbe dovuto
  essere una buona notizia l’interesse destato da parte dell’Università
  di Trento di  portare avanti un progetto come quello a cui stava
  lavorando quel giovane di belle speranze morto nell’attentato di
  Strasburgo, fomentando il meritato riconoscimento a quella radio,
  e che per quel motivo lì in tale riflessione si evince che non è stata
  affatto una buona notizia, vale a dire che l’Università di Trento
  avrebbe dovuto pensarci prima a finanziare quel progetto (prima,
  quando il giovane era ancora in vita, beninteso) - il che, come
  ragionamento - non farebbe una grinza se non fosse finalizzato per
  indurre ulteriore sfiducia nella classe politica in generale, non
facendo altro che condannare il popolo alla sua perenne protesta
escludendolo da una partecipazione attiva e costruttiva delle emergenze
sociali che attanagliano questo Paese.
  C’è invece chi dall’altra parte dice che è stato uno sbaglio enorme non
  riconoscere nell’immediato le potenzialità di una radio come
  Europhonica, fatta da giovani per giovani che credono in una possibile
  costruzione pacifica degli Stati Uniti d’Europa, ma in questo caso,
  nello specifico, visto che non si tratta di una singola riflessione ma
  piuttosto di un resoconto quotidiano sul modo di fare informazione
  riassunto in estrema sintesi, per l’ennesima volta la stragrande
  maggioranza dei più accreditati e autorevoli giornali si serve di
  questa notizia per cercare di esortare in qualche modo gli elettori al
  beneficio che potrebbero trarne, qualora i democratici di sinistra
  dovessero raggiungere un buon risultato alle elezioni di fine maggio,
  così come è stato uno sbaglio enorme firmare il Memorandum con i
  cinesi al fine di creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo
  rivolte ad oriente invece che ad occidente senza prima prendere
  accordi con i Paesi membri dell’UE, che sarebbe un po’ come, per
  semplificare, se durante un’assemblea condominiale l’inquilino di un
  alloggio dichiarasse pubblicamente di voler pagare l’affitto a terzi
  invece che all’amministratore o al proprietario. Questo ovviamente
  sempre secondo quanto esprime tale resoconto. E’ evidente che il
  colosso cinese è una super potenza basata sul controllo delle masse
  a guida non di certo democratica e che - vedendo si le enormi lacune
  nel sistema politico europeo - non stia facendo altro che
  approfittarsene per sognare di egemonizzare mete che fino a qualche
  anno fa per loro erano ancora proibitive, purtroppo però è tardi per
  contrastare l’inarrestabile ascesa del Dragone, bisognava pensarci
  prima. Del resto - a differenza del nostro gattopardesco modo di
  intendere e di interpretare le condizioni politiche e sociali
dell’ascesa e della decadenza di un grande Paese, che è sintetizzato nel
noto “tutto cambia per restare uguale” - nella filosofia cinese tutto
resta uguale per poter cambiare. Ad ogni modo, a conti fatti, l’UE avrà
senza dubbio tutti gli strumenti e soprattutto le competenze per
  uscire fuori da questo empasse : Brexit ne  è il paradigma più
  rappresentativo.