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Questione di visibilità

“L’OSSERVATORE SPIATO”

   RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                      

  Questione di visibilità

 

Siamo alle solite : pare proprio che qui da noi la voce del verbo strumentalizzare stia diventando desueta, perfino per quella sparuta minoranza di opinionisti che ancora si ostina a farne un uso raro! L’ultimo esempio – quasi a voler sancirne la definitiva scomparsa – le polemiche scoppiate circa la presenza della casa editrice Altaforte (affiliata a Casapound) al Salone del Libro con il libro-intervista a Matteo Salvini. Per prima cosa occorre dire al di là di ogni retorica che tutti – indiscriminatamente – quelli che si sono schierati per boicottare la kermesse torinese in ragione dell’ennesimo segnale di richiamo al fascismo, non hanno fatto altro che contribuire come al solito ad aumentare il consenso dell’attuale Ministro dell’interno, il quale, fingendo di fare gli interessi del popolo in nome della giustizia nonché del miglioramento della condizione sociale, ha così dimostrato l’unica attitudine che lo lega a quell’ideologia. Per altro, non avendo alcuna credenziale letteraria avrebbe tutto il diritto di partecipare, non tanto in veste di politico quanto in quella di Lettore (anche perché comunque mai farebbe lo sbaglio di farsi un selfie con un libro in mano : sarebbero in troppi quelli che non lo voterebbero più) proprio perché nessuno dovrebbe sentirsi escluso, ma anche per un’altro motivo, ovvero perché – così come a ragion veduta ha recentemente dichiarato il direttore del Salone Nicola Lagioia dicendo che pur dissociandosi dalla presenza dell’editore in questione in pratica non ci saranno incontri in cui si parlerà di fascismo – chi dovesse ascoltarlo potrebbe finalmente essere certo di non dover subire i soliti slogan da bullo seriale cui ci ha abituati  (vedi “la pacchia è finita”, oppure, anche se questo non lo è ne rende lo stesso l’idea, l’aver allertato la Digos semplicemente per liberarsi di una ragazza che aveva finto di farsi un selfie con lui al solo scopo di poter dirgli in faccia cosa di lui in realtà pensava). Ministro dell’Interno a parte, la strumentalizzazione c’è stata, è evidente, e come al solito riguarda gli opposti schieramenti politici, a conferma del fatto che la più colossale bufala che sia mai stata detta e sostenuta dalla maggioranza degli addetti ai lavori – vale a dire che le ideologie sono morte e sepolte – si ripete anche durante simili polemiche, non soltanto prima o dopo. Stando a quanto si è avuto modo di apprendere (da fonti ANSA) qualche giorno fa, il direttore del Museo Statale di Auschwitz Birkenau, insieme ad altre autorità, hanno inviato una lettera indirizzata al comune di Torino chiedendo di scegliere, o meglio, di recedere il contratto che il Salone ha stipulato con la c.e. Altaforte provocando e non facendo altro che inasprire un clima già fin troppo surriscaldato dalle provocazioni lanciate dalla stessa casa editrice. In risposta a tale richiesta, proprio ieri il comune di Torino, nella persona del sindaco Chiara Appendino e del governatore Sergio Chiamparino (scusate la rima) hanno denunciato Altaforte per il reato di apologia al fascismo, favorendo l’intervento della Procura che ha aperto un fascicolo nei confronti di F. Polacchi. La domanda sorge dunque spontanea : perché strumentalizzare una manifestazione culturale come il Salone del Libro se non per cercar di far parlare di sé, se non per avere in qualche modo – nonostante possa anche essere considerato il peggiore dei modi – visibilità ? Perché invece di pensare a come procurarsela questa visibilità non si prova ad ottenerla diversamente, magari denigrando le stesse strumentalizzazioni ? Perché non comportarsi come Maria Fida Moro – la quale, proprio qualche giorno fa ha inviato una lettera a Papa Bergoglio implorandogli in buona sostanza di bloccare il processo di beatificazione in corso per il padre assassinato dalle Brigate Rosse 41 anni or sono – che ha individuato le cause di questa sua preghiera nelle eccessive strumentalizzazioni che sono state fatte in tutto questo tempo. Insomma, invece di comportarsi come dei veri esibizionisti – di bassa lega oltretutto, che pur di apparire agli occhi del mondo in qualche maniera hanno solo dimostrato di esortare quanta più gente possibile a non partecipare al Salone del Libro – perché farsi vedere ? Partecipate gente, partecipate.

Fatevi vedere!