Morra day
21 Settembre 2017
Ragioni speciali
24 Ottobre 2017
Show all

Questione di pluralismi

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Questione di pluralismi

L’approfondimento di certi fatti di cronaca potrebbe generare delle
proposte valide per migliorare il modo di concepire i palinsesti radio
televisivi (sempre che per migliorare s’intenda garantire un
pluralismo oggettivo, contenente i presupposti derivati dalla decenza
e dalla dignità dell’altrui modo di auto rappresentarsi o di farsi
rappresentare) e se si, come bisognerebbe riformare il piano
nazionale per la ripartizione delle frequenze ?
Premesso che – come il fatto di cronaca preso in analisi ce ne
sarebbero milioni di altri che non sono stati resi pubblici non perché
non ne valesse la pena, ma più semplicemente perché sarebbe
impossibile citarli tutti, di recente è accaduto che a Vasto
(in provincia di Chieti) un dipendente delle Poste è stato sorpreso dalle
telecamere di video sorveglianza a prelevare del contante da una
cassa e che invece di essere stato licenziato in tronco gli si è
consentito non soltanto di difendersi in tribunale dichiarandosi
innocente, ma addirittura di essere reintegrato in azienda perché
l’assurda sentenza che lo riguardava gli garantiva l’assoluzione in
quanto il fatto, secondo il giudice, non costituiva reato perché i tempi
previsti dalla legge per licenziare un dipendente pubblico colto in un
momento di palese attività illecita non devono andare oltre la
flagranza del reato stesso – premesso ciò dunque, e cioè che il
paradosso, specie quello vissuto in Italia, è una condizione necessaria
all’elaborazione di risposte di questo genere, la prima cosa da fare
per vedere se effettivamente tali risposte meritano una critica o una
condivisione è ricercare la fonte di informazione.
Ovviamente se la fonte d’informazione è una rivista occasionale in
Rete – come in questo caso – spetterà al Lettore/utente decidere se
sia o meno più credibile di un giornale sovvenzionato con il contributo
dei partiti politici, ricavati a loro volta dal finanziamento pubblico
destinato agli stessi partiti. Dopo di che bisogna ammettere che la
notizia in sé del fatto di cronaca è talmente effimera che per dedicare
un approfondimento su di un qualsiasi quotidiano ci vorrebbero altri
fatti di cronaca inerenti l’originale – l’arresto del direttore
dell’ufficio postale dove è stato commesso il reato, per esempio – per
poter sperare in un dibattito costruttivo che duri qualche decimo di
secondo in più rispetto la durata della vita media di una farfalla.
Supponiamo invece che questo approfondimento ci sia e che il
direttore dell’ufficio postale di Vasto – reo di non aver licenziato nei
tempi previsti dalla legge il dipendente ladro – confessi
spontaneamente agli inquirenti di aver visto il giorno stesso del
misfatto il video di sorveglianza, ma che per evitare le indagini
(e il conseguente scandalo) preferì tacere.
Ora, è vero che in regime di favoritismi e raccomandazioni su cui è
fondato il sistema paese una confessione spontanea di un responsabile
di un ufficio postale di provincia (pensate soltanto se fosse stato il
ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, per altri motivi)
potrebbe essere paragonabile alla scoperta materiale di Atlantide,
ma è anche vero che, se così fosse, ci ritroveremo di fronte agli
stessi interrogativi a proposito dei ruoli che ricoprono i funzionari
pubblici : ovvero, chi ce lo ha messo uno così a dirigere un ufficio
postale ? Chi deve controllare chi e cosa ? Perché in questo benedetto
e dannato Paese non si capisce mai se c’è o se non c’è un responsabile
vero per un qualsiasi danno arrecato alla collettività, o meglio, perché
quando il danno si verifica non è colpa di nessuno mentre invece
quando non si verifica sono tutti medici, ingegneri, avvocati, filosofi,
architetti, giornalisti e capi di stato ? E visto e considerato che gli
stessi interrogativi lasciano il tempo che trovano tutto ritorna
sempre e comunque nell’assurda “normalità” in cui siamo costretti
a convivere. L’amara constatazione cui purtroppo in molti sanno di
dover fare però, è che manca la volontà di approfondire certi fatti di
cronaca. E perché manca la volontà ? Forse perché in molti esiste una
maggioranza che si comporterebbe allo stesso identico modo del
direttore dell’ufficio postale di Vasto, comunque perché – tornando
alla domanda iniziale – per formarsi un’opinione sull’andamento dei
programmi trasmessi e stabilire così che cosa mandare (o meno)
in onda, invece di guardare esclusivamente l’indice di ascolto non si
potrebbe stilare una semplice graduatoria in cui rientrino delle
trasmissioni che quanto meno non divulghino l’idea che per lavorare
basta comparire in t.v. ? Probabilmente però, anzi, di sicuro, a questa
domanda (domanda intesa come proposta, che qualcuno che opera nel
settore avrà anche fatto) ne è seguita, ne seguirebbe o ne seguiranno
altre, poste da qualche funzionario dell’Agcom o del Ministero dello
Sviluppo Economico (domande intese, forse, a fraintendere la
precedente allo scopo di tacciare di “irresponsabilità” la persona che
ha fatto quella domanda con annessa la proposta contenuta) i quali –
a seconda della carica ricoperta dal proponente – si limiteranno a
irriderlo esercitando a pieno titolo il loro diritto all’oblio.
Ora, nel caso la fonte d’informazione fosse un autorevole giornale
finanziato con il denaro di chi il quotidiano se lo compra per sapere
come vanno le cose nel paese in cui vive formandosi un opinione più
o meno concreta della realtà che lo circonda, sarebbe senz’altro più
semplice segnalare i danni causati da un pluralismo statale/soggettivo
mirato a propagandare il “culto” di guadagnarsi da vivere riuscendo
a non lavorare per tutta la vita (partecipando a trasmissioni video
inquinanti e sperare pure di ottenere un reddito di cittadinanza)
ma visto che si tratta di una pressoché neonata rivista occasionale
sarebbe forse il caso di capire perché esiste un pluralismo oggettivo
e, paradossalmente, un pluralismo statale/soggettivo. Considerato
anche però che per poter spiegare una simile differenza non
basterebbero altre dieci pagine e che in ogni caso chi vuole formarsi
una propria opinione sulla realtà che lo circonda non avrebbe né il
tempo né tantomeno l’esigenza di scoprirlo in un altro articolo, è
opportuno ricordare – soprattutto a quei funzionari, che
probabilmente nemmeno esisteranno talmente è inconcepibile
immaginare che avrebbero potuto, possano e potrebbero volendo
ancora agire a quel modo – che per riformare il piano nazionale per la
ripartizione delle frequenze la loro assenza è indispensabile.