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11 Ottobre 2017

Donna Cedille



# Storia di una celebrità, che con tutto quello che sta accadendo al mondo continua ancora a combattere la sua Lotta tra duelli picareschi e visioni contrastanti nell’epoca del web #

di Sormani

PERSONAGGI


Blanca Martinez
Fernando Stein
Juan Pablo de Alcazar
Don Luis Felipe de Alcazar (Don Luis)
Enrique Martinez (Rico)
Maria Ramirez
Isabel
Esteban
Miriam Mann

Il regista
Voci
Comparse
Addetti al cambio scena



COSTUMI


I costumi sono in conformità al taglio, di pregevole fattura, e confezionati con passione dagli stilisti più quotati della nascente casa di moda iberica “La Cedille”, i quali fanno si che ogni capo indossato da questa piuttosto che da quell’attrice o attore venga surclassato dalla concorrenza, in modo tale da valorizzare gli indiscussi meriti conseguiti dalla concorrenza stessa per aver ispirato e influenzato la moda degli ultimi decenni. Lo Spettatore o il Lettore che non dovesse cogliere questa sottile auto celebrazione correrebbe il rischio di non vederli, o quanto meno di non vederli come se fossero cuciti addosso ai personaggi.

Scenario a sipario aperto


Essenziale, con le due uscite laterali. Sulla quinta di fondo appare un pannello luminoso con scritto il titolo dello spettacolo, che sta per iniziare al buio (sottotitolo compreso tra due hashtag). Subito dopo entra un’Attrice, entusiasta dalla gioia per aver visto qualcosa di incredibile all’esterno del Teatro dove sta andando in scena con la sua compagnia, esortando il pubblico presente in sala ad uscire immediatamente mentre vengono accese le luci di servizio. L’Attrice è una splendida trentenne, che deve interpretare Blanca Martinez e che, per convincere il pubblico costretto ad un insolito fuori programma, sostiene di voler rimborsare per intero (anche in natura per chi lo desiderasse) il prezzo del biglietto pagato dagli Spettatori qualora non dovessero credere che, nonostante lei si rifiuti apertamente di dire che cosa, in quel preciso istante all’esterno del Teatro stia proprio accadendo qualcosa di incredibile, di straordinario. Nella confusione generale entrano anche tutti gli altri Attori della compagnia (compreso chi deve interpretare Fernando Stein, anche lui trentenne, di bella presenza, il quale, per par condicio propone la stessa cosa al pubblico femminile) oltre naturalmente al regista, alle comparse e agli addetti al cambio scena. Poi, una volta espletata l’evacuazione totale delle persone presenti in sala, il pannello luminoso della quinta di fondo cambia scritta : questa volta appare una pagina intera a caratteri cubitali, come se fosse la schermata di un documento on line, in cui si rende noto ai Lettori della Rete che la rappresentazione virtuale a cui stanno per assistere in buona sostanza è una presa in giro e che non vale la pena fare alcun genere di visualizzazione, nemmeno da parte dei curiosi più ostinati. Nel frattempo, mentre l’attenzione generale è focalizzata sull’Attrice che sta mostrando a tutti come un gruppetto di bambini sia riuscito ad aiutare un povero disperato (di colore) disteso sul ciglio della strada portandogli semplicemente delle coperte e qualcosa da mangiare, viene fatto esplodere un carretto poco distante (senza ruote, ormai destinato al macero). A questo punto il regista, a seguito del tempestivo intervento di diversi agenti delle forze dell’ordine, si presenta con un megafono dichiarando che dopo la bellezza di 113 tentativi compiuti per farsi rilasciare un nulla osta dal comando di Polizia di quel distretto erano finalmente riusciti ad attuare la messinscena cui tutti stavano ancora assistendo, inclusi un gruppetto di curiosi appena sopraggiunti, e che pertanto, considerata anche la testimonianza degli agenti di Polizia, gli Spettatori sono dunque invitati a rientrare in sala per assistere all’inizio dello Spettacolo vero e proprio. Dire che durante il lasso di tempo necessario ad organizzare il nuovo accesso degli Spettatori nel Teatro potrebbe succedere di tutto perché tutto fa parte dello Spettacolo potrebbe sembrare retorico, ma al di la di qualsiasi altra considerazione a proposito del recitare improvvisando, o viceversa, dall’improvvisare attenendosi ad un copione prestabilito pur sapendo che ogni volta che si va in scena sia nella vita reale che in quella interpretata non sarà mai uguale a quella precedente o a quella successiva, nulla procederà secondo le aspettative.


A sipario chiuso



Finalmente (dopo che in qualche modo gli Spettatori avranno occupato di nuovo i loro posti numerati, ed è molto probabile che in questo delicato passaggio in molti abbiano pensato di dare forfait) si abbassano le luci e sul sipario appare un’altra scritta luminosa in cui si evince che la compagnia non si scusa affatto del disagio causato in quanto più che di disagio si è trattato di una misura precauzionale, di natura selettiva, che tutela lo Spettacolo dallo sguardo indiscreto di certi osservatori, e che inoltre, trattandosi altresì di una rappresentazione virtuale oltre che reale, si vuole dar modo all’unico Lettore della Rete che si ostina ancora imperterrito a visualizzare tali racconti demenziali da radiodramma (della durata di quindici anni per atto, s’intende) di passare il tempo sapendo che alla fine potrebbe tranquillamente diventare un co-autore dello Spettacolo stesso, collaborando magari in futuro (specie se è sulla settantina) con altri autori del genere.

Apertura. Penombra. Sulla quinta di fondo si vede una splendida veduta notturna della città di Siviglia, con la Torre del Oro in primo piano e un battello che sta navigando sul Guadalquivir. L’immagine che si vede è una diapositiva panoramica proiettata dal fondo della sala : su entrambe le quinte laterali, delle balaustre delimitano l’ampio spazio circostante (occupato in gran parte da piante di aranci invasate in grandi recipienti di maiolica) da maestose rocce a strapiombo, dando così l’impressione di essere su una magnifica terrazza. Nel mezzo, una finta balaustra che percorre l’intero palcoscenico. Appoggiati alla balaustra, con le spalle rivolte al pubblico presente in sala, Don Luis Felipe De Alcazar ed Enrique Martinez.

Don Luis Felipe De Alcazar - (dopo una pausa, alterato/istintivo) … non c’è più posto in Andalusia, nemmeno se volessimo ospitarli tutti qui da me perché comunque ne arriverebbero altri : questo è il problema. E’ a casa loro che avrebbero dovuto essere aiutati e non qui, nelle nostre strutture, che non vengono più utilizzate da i nostri imprenditori per paura di venire tartassati da uno Stato che non fa altro che ostacolare qualsiasi iniziativa. Senza contare l’aumento della disoccupazione, il conseguente sviluppo di attività illecite … ma lo sai almeno di che cosa stai parlando quando ti riferisci ai musi neri ? Lo sai che se per puro caso dovessimo continuare su questa strada La Cedille scomparirebbe in meno di una generazione ? Ce l’hai una vaga idea di quanta gente che è nata e che è cresciuta qui a Siviglia e che lavora per noi, perderebbe il posto di lavoro ? Riesci almeno a spiegarmi la differenza che passa tra questa responsabilità e la responsabilità di cui ti sei riempito la bocca fino a due minuti prima che iniziassimo questa imbarazzante discussione ? -
Enrique Martinez - (stesso tono) La responsabilità di aiutare il prossimo non vuol dire soltanto dare l’opportunità al prossimo di lavorare per te a condizione di arricchire soltanto te, vuol dire piuttosto evitare di condurre uno stile di vita adeguato alle tue possibilità, che comunque non avresti se il prossimo non ti avesse aiutato. -
Don Luis - (divertito, provocatorio) Che cosa vorresti insinuare, che i nostri stilisti prendono stipendi da fame ? O forse magari che Blanca ha sposato un accattone ? -
Rico - (pacato, dopo una pausa) Sai che cosa dice sempre la mia dolce Isabel ? -
Don Luis - (sarcastico) Mi fa piacere che vuoi rendere noto il pensiero di tua moglie pur sapendo che la mia … denota un certo tatto, tipico dei Martinez. -
Rico - (canzonatorio) Sai com’è … la nostra è una famiglia di origini nigeriane, siamo abituati a cancellare la memoria di qualcuno che è passato a miglior vita da appena due settimane con un colpo di spugna pescata nei fondali del golfo del Biafra, oltre che naturalmente spolpare un osso fino all’ultimo pezzo di carne rimasta per poi pestarlo con una pietra riducendolo in polvere e mangiarci pure quella … a proposito, chi sono gli invitati ? -
Don Luis - (infastidito) Ci sarà tutta la Siviglia che conta, se ti interessa … naturalmente … -
Rico - (provocatorio) … barbiere incluso ? -
Don Luis - (furioso, dopo una pausa) Non ho tempo per le tue stronzate, chiaro ? E’ un ricevimento di estrema importanza, lo sai anche tu. Sono la bellezza di due anni che ci sto dietro a quell’appalto e questa volta non me lo lascerò sfuggire, nemmeno se fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia. -
Rico - (ancora provocatorio) Nemmeno se un giorno dovessero adibire l’intero stabile alla ricezione dei tuoi così tanto amati musi neri ? -
Don Luis - (divertito) Il Gran Melia Andalus, l’hotel più chic della città ? Senza offesa ma … non ce l’ho con te, ma quello che proprio non mi riesce a entrare in testa è perché la tua dolce Isabel aspetta ancora … (poi, provocatorio, sul silenzio di Rico) ad avvelenarti, no ? Sto dicendo sul serio, è chiaro. Che cosa aspettavi che ti dicessi ? Che cosa avevi capito ? -
Rico - (canzonatorio) Che me lo avessi detto apposta per farmi ingelosire … (sull’esitazione di Don Luis) … non ti preoccupare, lo so da me di non essere alla tua altezza quando si discute di certe cose, ad ogni modo non oso neanche pensare che cosa farei io a lei nel caso dovessi coglierla sul fatto … con un barbiere, per giunta … (poi, risoluto) senti Luis, per come la vedo io la ricostruzione di un albergo così prestigioso avrebbe già dovuto essere appaltata per fare in modo che la criminalità organizzata ne limiti il controllo, limitando a tre il numero delle imprese costruttrici concorrenti al fine di garantire il massimo di competitività per uno dei tanti simboli distrutti da questa spirale infinita di terrorismo. -
Don Luis - (giustificato) Sono in quattro le imprese Rico, che differenza vuoi che faccia ? (poi, sprezzante) E’ inutile, discutere con te di certe questioni è come sprecare una collezione autunno inverno per averla affidata a degli incompetenti. Ma in che mondo vivi, si può sapere ? Credi ancora che l’occupazione si crei pagando le tasse allo Stato ? Che tua figlia sia una missionaria ? -
Rico - (pacato) Non vedo che cosa c’entra Blanca in questa discussione … (furioso) e soprattutto non vedo perché dovrei perdere il mio tempo con te. -
Isabel - (alzandosi dalla prima fila della platea, salendo sul palco dalla scaletta posta a lato del proscenio, isterico) Ma che cosa sta succedendo ? Rico … Rico … ti si sente da Cordoba, altro che dal salone … possibile che non appena ti ritrovi faccia a faccia con qualcuno urli come un forsennato ? (poi, reverenziale) Chiedo scusa per l’interruzione Don Luis, ma se mi sono permessa di avvisarla è perché suo figlio … ecco, avrebbe bisogno di un suo parere per … -
Rico - (canzonatorio, imitandola) … e desidererebbe anche … o diserederebbe, dipende dalle situazioni … fissare un appuntamento con mio nipote Esteban, diciamo verso la mezzanotte di questa splendida serata passata a … -
Isabel - (dispregiativo) … complimenti, non perdi mai l’occasione di far vedere quanto sei cafone (furioso, vedendolo uscire di scena senza degnare entrambi di uno sguardo, andando ad occupare il posto vacante in prima fila) … ma arriverà il giorno che te ne pentirai di questi tuoi comportamenti, puoi starne certo che arriverà, e quando arriverà dovrai renderne conto a Dio Padre onnipotente … (poi, reverenziale) mi scusi ancora Don Luis, ma quando ho sentito che si rivolgeva a lei con quel tono, io … -
Don Luis - (comprensivo) … non badi a queste cose Isabel, piuttosto, perché non è venuto lui se voleva parlarmi ? -
Isabel - (confidenziale, guardandosi con circospezione) Perché ha mandato apposta me da lei perché vuole informarla che … oddio, non so proprio da dove cominciare … vede, il fatto è che in città è tornato Fernando Stein … -
Don Luis - (indifferente) … mai sentito nominare … dunque, chi sarebbe ? -
Isabel - Un disgraziato, un mangiapane a tradimento, un picaro … sarebbe quel picaro che per un certo periodo si è messo con mia figlia quando mia figlia non era ancora la Blanca Martinez che tutti conoscono … -
Don Luis - (esasperato) … ci mancava, il picaro … pensavo si fosse estinto da secoli e invece c’è ancora qualcuno che … la prego Isabel, cerchi di arrivare al dunque perché oggi è stata una di quelle giornate che non … -
Isabel - … Juan Pablo teme che Blanca sia ancora innamorata di lui, è per questo che vuole che sia io a dirglielo … -
Don Luis - (stesso tono) … dire cosa ? -
Isabel - (risoluto, dopo una pausa) E’ dall’età di diciassette anni che Blanca sfila sulle passerelle di tutto il mondo e soltanto Dio Padre onnipotente, oltre me, sa che cosa s’inventò quel farabutto pur di riuscire ad uscire una sera con mia figlia. Rischiò la vita per ben due volte : la prima dicendole di saper atterrare in caduta libera sulla tettoia del dehors del Plaza Lounge lanciandosi dal quarto piano del palazzo di fronte senza neanche farsi un graffio perché nell’attimo in cui avrebbe impattato gli sarebbe venuto in mente che lei ci era andata apposta lì con lui per fargli vedere che non le importava nulla di che cosa dicesse la gente, e che quindi sarebbe riuscito, manco il diavolo sa come, a soffiare un enorme air bag che gli avrebbe evitato lo schianto. Purtroppo però Blanca lo disse a dei suoi amici, che con l’aiuto di tutto lo staff del locale, poco prima del lancio piazzarono uno di quei grandi … -
Don Luis - … si, va bene, va bene … ho capito la situazione … se mi risparmiasse la seconda peripezia in ogni caso gliene sarei grato. Dunque che cosa pretenderebbe mio figlio, che io offra del denaro a questo imbecille per levarselo di torno ? Per non fare la figura del geloso ? E’ questo che sta cercando di dirmi ? -
Isabel - Non proprio … vuole che sia io a offrirglieli, ma al tempo stesso vuole che anche lei ne sia informato. -
Don Luis - Di che cosa si occupa questo … Fernando … dal cognome non mi sembra sia spagnolo … -
Isabel - … infatti è un ebreo, strano a dirsi, ma è proprio ebreo … -
Don Luis - … perché strano ? -
Isabel - Perché è forse l’unico, anzi, lo è senz’altro l’unico ebreo al mondo che per campare fa l’artista di strada. -
Don Luis - (indignato) Cosa ? Dov’è mio figlio, è ancora qui ? (dopo l’ignara espressione di Isabel, riferito ad una cameriera) Conchita … Conchita, venga subito qui … -
Voce del regista - (critico) … basta così … (mentre entrano gli addetti al cambio scena per smontare in pezzi la finta balaustra simultaneamente all’uscita dei due Attori) … sarei tentato dal dire che questa potrebbe anche andar bene se non fosse stato per la dichiarazione di risarcimento fatta dalla protagonista a inizio spettacolo, comunque sia (riferito al pubblico presente in sala) lo vedete anche voi che qui non siamo al cinema, quindi, se volete gli effetti speciali siete pregati di andarvene … (poi, ironico/alterato) ho soltanto detto che siete pregati di andarvene, non di includere gli effetti speciali nell’elenco delle prestazioni del risarcimento che vorreste richiedere alla protagonista … (poi, mentre la veduta panoramica notturna della città viene sostituita su entrambe le quinte laterali da un’altra diapositiva raffigurante due salotti da esposizione abiti, uno maschile e l’altro femminile, con annessi i rispettivi camerini di prova, e, sulla quinta di fondo, dal logo della nuova casa di moda iberica “La Cedille” ovvero da una sorta di armadio a due ante, che potrebbe anche essere vista come una finestra sul mondo in cui, appese ad un bastone, si vedono tre grucce appendiabito a forma di cediglia, tre per ogni anta. Al posto della balaustra, nel mezzo ci sono due casse, stilizzate, con il logo bene in vista, presiedute da due giovani ed impeccabili cassiere. Descrittivo, da voce narrante) ... il giorno dopo, nell’atelier … -

Nel frattempo sono entrate tutte le altre comparse (commesse, supervisori, portantini, e naturalmente clienti) comprese due guardie del corpo che annunciano l’imminente ingresso di Blanca Martinez e di suo marito Juan Pablo De Alcazar, provocando l’ammirazione degli astanti. Poi, dopo il prevedibile arrembaggio, con tanto di rilascio di autografi e via dicendo, in totale assenza del brusio di sottofondo nonostante tutti “continuino a parlare”.

Blanca - (incuriosito) Che cosa voleva poi tuo padre ieri sera ? -
Juan Pablo - (distaccato) Nulla … le solite cose … cifre, sono le sole cose che gli interessano … gli utili dell’ultimo trimestre, i piani di ammortamento relativi alle quote che servono per finanziare la prossima campagna elettorale, cose di ordinaria amministrazione insomma … tu invece perché da un po’ di tempo a questa parte ti diverti a disertare il nostro atelier ? Non dirmi che non sai quanto sia necessaria la tua presenza, e non soltanto per una questione di marketing … -
Blanca - (remissivo) … è vero, se non lo ammettessi passerei per un’ipocrita. Ti prometto che d’ora in poi mi farò viva più sovente, diciamo ogni due settimane. -
Juan Pablo (raggiante) Magnifico … (poi, perplesso) però … come concilierai il tutto durante i pret a porter ? -
Blanca - Non ti preoccupare, qualcosa mi inventerò. -
Juan Pablo - Spero che non si tratti di una delle tue solite promesse considerato il grado di attenzione che la nostra rispettabile clientela ha dimostrato, specie in questo periodo. Vedi Blanca, tu sei tutta la mia vita, non mi stancherò mai di ripetertelo, ma devi anche capire che non soltanto io ma tutti noi qui dobbiamo saper fare al meglio il nostro lavoro per garantire una qualità che non tema la concorrenza. I nostri abiti non sono abiti comuni, sebbene siano indossati da molta gente che se lo può permettere, ma sono abiti che creano tendenze, abiti mitologici oserei dire, che quando qualcuno li indossa si deve necessariamente sentire un essere superiore, senza però mai per questo pensare di offendere la dignità di altra gente (poi, rendendosi conto che Blanca lo sta squadrando dalla testa ai piedi) … ecco, vedi ? Ad esempio non capisco questo tuo atteggiamento … -
Blanca - … io non mi sono mai atteggiata o spacciata per qualcun’altra che tramasse per volerti ingannare, tu ne sei testimone sia in pubblico che in privato, tant’è che la stessa identica cosa che ti sto dicendo ora te l’ho detta non più tardi della settimana scorsa durante l’intervista che ci hanno fatto al Gran Premio di Jerez de la Frontera, e siccome è la prima volta che da quando ci conosciamo ti sento fare discorsi del genere, può significare soltanto due cose : o mi stai nascondendo qualcosa, oppure stai cercando di sapere qualcosa da me, e visto che ci tengo a chiarire qualsiasi aspetto del nostro rapporto ti dico subito che se si tratta della seconda ipotesi puoi metterti il cuore in pace perché nessuno che valga davvero la pena conoscere è ancora comparso davanti ai miei occhi, mentre se mi stai nascondendo qualcosa ti conviene parlare subito perché tanto prima o poi lo verrò in qualche modo a sapere. -
Juan Pablo - Va bene, visto che ci tieni ad arrivare al dunque … ho saputo che Fernando è tornato … -
Blanca - (divertito) … e allora ? Se è per questo lo so anch’io … pensa che mi hanno detto che lo hanno visto in Piazza di Spagna che faceva il mimo … in fondo è sempre stato un buono a nulla, figurati come potrei ancora esserne coinvolta ! -
Juan Pablo - Glielo hai detto a Esteban ? -
Blanca - (stesso tono) Detto cosa scusa ? -
Juan Pablo - (indignato) Del ritorno di Fernando no ? -
Blanca - (ancora più divertito) Tu sei … geloso di Fernando ? Scusa, ma perché avrei dovuto dirglielo a Esteban ? -
Juan Pablo - Perché una madre come te che legge ad alta voce Don Chisciotte a mio figlio potrebbe aver detto questo e altro ancora … (uscendo) sarebbe la tua fine … quel libro avrebbero dovuto abolirlo molto tempo fa, serve soltanto ai buoni a nulla. -
Voce del regista - (narrante, con il ritorno del brusio di sottofondo, ma questa volta in assenza della voce di Blanca, che “continua a parlare”) Blanca, visibilmente imbarazzata di fronte alle due commesse che hanno udito l’insolito non che plateale sfogo di Juan Pablo De Alcazar, le intrattiene più del tempo dovuto per quel genere di circostanze, e proprio mentre sta per congedarsi viene raggiunta dalla sua amica più intima, sua coetanea … -
Maria Ramirez - (sommesso, ma comprensibile, appena entrata, simultaneamente alla diminuzione di intensità del brusio di sottofondo) Blanca … ho incrociato Juan … aveva una faccia che sembrava fosse appena tornato da un funerale. Si può sapere che cosa sta succedendo ? Sta forse succedendo qualcosa ? -
Blanca - (stesso tono, con ampi sorrisi di circostanza rivolti alle commesse e ai supervisori) Nulla di quanto sai già, Maria … la sua gelosia è … come posso dirti, proverbiale ecco … si, decisamente proverbiale … -
Maria - (con lo stesso atteggiamento nei confronti degli astanti) .. è vero Blanca … e tu, che hai la fortuna di essere amata dall’uomo più affascinante di Siviglia dovresti poterlo dimostrare a tutti senza alcuna inibizione. Sai che cosa penso davvero Blanca ? Penso che sia innaturale privarti della spontaneità dei tuoi sentimenti … (poi, risoluto, riferendosi all’ingresso di Esteban) guarda guarda chi sta arrivando …mio dio, lo adoro quando assume quell’aria così imbronciata … secondo me diventerà un divo di Hollywood … ciao Esteban … -
Esteban - … ciao … (alla madre) pà mi ha detto di dirti che questa sera farà tardi perché hanno spostato la riunione di due ore. -
Blanca - (accarezzandolo) Grazie tesoro, ora però vai a casa … tra poco verrò anch’io. -
Esteban - (turbato) Si, ma quando parti di nuovo ? -
Blanca - (imbarazzato) Non lo so … non lo so, ma non starò via per molto, una settimana al massimo … d’accordo ? Così potremo finalmente riprendere le nostre avventure … -
Esteban - (sarcastico, uscendo) … wow, non vedo l’ora ! -
Maria - (incuriosito) Quali avventure ? -
Blanca - (canzonatorio) Piccanti, anzi, che dico piccanti, molto, molto piccanti : prima lo sodomizzo mentre mi faccio filmare da Juan e poi divulgo il video in Rete per stracciare qualsiasi concezione di pornografia e di pedofilia che potrebbe essere fraintesa per amore materno. Diventerebbe subito virale, che ne dici ? -
Maria - (disgustato) Andiamo Blanca, non ti riconosco proprio più quando fai così … lo capirei se a rispondere al posto tuo ci fosse stata una zingara e io le avessi chiesto come faceva a sbarcare il lunario, ma detto da te ! Che caspita, un minimo di decenza dovresti pur sempre sforzarti di dimostrarla, perfino quando parli da sola con me. Altrimenti chissà che cosa potrebbe sfuggirti in pubblico ! Piuttosto dimmi un po’ … com’è che tua madre e Don Luis … (poi, giustificato) insomma, non dirmi che non hai notato nulla perché primo non ci credo e secondo perché non è certo da te … -
Blanca - (basito) … che cosa avrei dovuto notare ? -
Maria - (persuasivo) In fin dei conti sei stata tu che mi hai sempre detto che non lo ha mai veramente detestato, ma che lo ha sempre compatito per la sua venalità, ricordi ? -
Blanca - (imbarazzato) Si, in effetti … -
Maria - … beh, a quanto pare però, ultimamente, si potrebbe dire che passa più tempo con lui che con tuo padre … -
Blanca - (divertito) … ma cosa stai farneticando … -
Maria - … sto solo dicendo che sua moglie … che, insomma hai capito benissimo che cosa voglio dire Blanca … si potrebbe tranquillamente dire che è ancora calda ! -
Blanca - (alterato) Ma cosa … stai forse insinuando che … -
Maria - (stesso tono) … non intendo insinuare un bel niente Blanca, quello che ti sto dicendo te lo sto dicendo solo perché sono tua amica e perché in tutti questi anni tu mi hai sempre dimostrato la tua fiducia, soprattutto nei momenti in cui io ho avuto davvero bisogno di te. E’ vero che tua madre è tua madre e che di certo la conoscerai meglio di me, ma è anche vero che ha sempre nascosto il suo disprezzo verso i De Alcazar con una riverenza esagerata, questo almeno è quanto pare a me, ma che proprio per questo motivo, a forza di stare … nonostante siano solo dei semplici momenti … a raccontarsi delle cose alla (mimando il gesto di virgolettare la parola seguente) luce del sole, a tua madre potrebbe anche essere venuto in mente di cambiare idea su Don Luis, perché è vero che sua moglie è morta da poco e che nessuno di noi mai si sognerebbe che tua madre possa fare delle pazzie, ma è anche vero che con tuo padre ormai le cose sono quelle che sono, almeno, questo te lo sto dicendo soltanto perché sei stata tu a dirmelo, sia detto per inciso … (poi, sul silenzio di Blanca) nessuno meglio di me, forse, sa quanto bene vuoi a tuo padre … -
Blanca - (isterico, uscendo) … ne ho abbastanza, questa volta sei andata troppo oltre. -

Dissolvenza. Buio. Pausa, relativamente prolungata in cui si vedono entrare gli addetti al cambio scena muniti di una torcia elettrica tascabile legata alla nuca.

Una voce - (maschile, con marcato accento da extracomunitario) Lo spettacolo deve andare avanti solo perché c’è scritto così, altrimenti ci prenderebbero per dei copioni … (giustificato, dopo una pausa) io sono quello che avete visto qua fuori, quello che faceva il morto di freddo e di fame … mi hanno detto che se venivo anche qua dentro e che se dicevo quello che ho appena detto mi avrebbero aiutato …(enfatico) e mi hanno davvero aiutato … (turbato) ma adesso siccome con questi soldi che mi hanno dato posso tornare al mio paese è meglio se resto qua, così posso aiutare qualcuno che ne ha davvero bisogno, come quelli che ci hanno ridotto così … (sottovoce, ma comprensibile) ho capito, ho capito … (poi, pacato) comunque, la signora Blanca è tornata a casa … -

Luce. Altra diapositiva proiettata dal fondo della sala, raffigurante la stanza di Esteban : posters, gadgets, magliette, fotografie, cappellini, sciarpe e simili, tutte cose inerenti la squadra di calcio del Betis, che occupano sia lo spazio della quinta di fondo che quello delle quinte laterali. Nel mezzo, il letto. Sparsi qua e là tappeti di vario genere, palloni, un paio di comodini (distanti dal letto) con sopra p.c., tablet e telefoni cellulari di ultima generazione. Madre e figlio sono entrambi seduti sul letto, in silenzio, visibilmente in conflitto. Nel frattempo le comparse che hanno interpretato i clienti nell’atelier e che si trovano dietro le quinte scendono dal palcoscenico per andare a sedersi in platea, tra il pubblico (o nei posti lasciati vacanti da chi ha preferito andarsene, oppure nelle sedie che provvederanno a portarsi dietro dal fondo della sala).
Blanca - (rassegnato) … sei ingiusto con me … -
Esteban - (isterico) … non ricominciare, io mica ti ho chiesto di venire a fare allenamento con me ! -
Blanca - (giustificato) Ma cosa c’entra … -
Esteban - … te lo dico io che cosa c’entra, c’entra perché per te sarebbe come se io dovessi leggere a te tutto quello che tu vuoi fare leggere a me, ecco che cosa c’entra ! -
Blanca - D’accordo, per questa volta non ti leggerò niente, però almeno dimmi se ti ricordi qualcosa dell’isola che Don Chisciotte ha promesso di far governare a Sancio Panza. -
Esteban - Non mi ricordo niente … -
Blanca - … a te piace quella ragazzina di terza, vero ? Quella biondina, com’è che si chiama ? -
Esteban - Ines. E allora ? -
Blanca - Niente, ma visto che dimostri il tuo interesse senza nasconderlo mi chiedevo soltanto che cosa saresti disposto a fare per conquistarla, tutto qui … (sull’esitazione del figlio) lo so che ormai sei un uomo e che tutte le ragazze ti cascano ai piedi, quindi, se hai già fatto la tua scelta ti conviene dirglielo in fretta, altrimenti Ines se ne trova un altro, o magari non ti vuole neppure … chissà … -
Esteban - … impossibile … è lei che mi vuole, me lo ha detto Miguel. -
Blanca - E chi ti dice che quel che ti ha detto Miguel sia vero ? Magari te lo ha detto per farti credere che lei ci sta, così quando tu vai da lei lei ti dice di no e Miguel fa come Sancio Panza, che vuol far credere a Don Chisciotte che Dulcinea è una contadina, che puzza oltretutto … -
Esteban - … no, non mi freghi con questa storia di Don Chisciotte, tanto faccio come voglio. -
Blanca - (divertito, abbracciandolo) Ma chi vuole fregarti ? Vieni qui, su … io sono sempre la tua mamma, te lo sei dimenticato ? -
Esteban - (incuriosito) Però scusa … se Don Chisciotte promette a Sancio di fargli governare un’isola, perché poi Sancio vuol fargli credere che Dulcinea è una contadina che puzza ? -
Blanca - (imbarazzato) Beh … non te lo saprei dire con precisione … il fatto è che, secondo Sancio Panza, Don Chisciotte è stato un po’ troppo severo con lui e allora lui, per fare uno strappo alla regola di fedeltà che ha giurato davanti a Don Chisciotte, gli racconta delle bugie, ma soltanto per evitare dei fastidi durante le loro avventure … (poi, rassicurante, riabbracciandolo ancora) in fondo hai ragione tu, se te lo ha detto Miguel devi credergli. -

Sipario. Ennesima diapositiva proiettata direttamente sullo stesso, raffigurante Piazza di Spagna. Dalla platea si alzano quindi le comparse e cominciano a passeggiare nei corridoi e nello spazio delimitato tra la prima fila e il proscenio, dando perciò l’impressione di trovarsi immersi alla stupenda piazza cittadina.

Voce del regista - (narrante) La settimana dopo Miriam Mann, la giovane moglie squattrinata e ripudiata da Fernando (con il ghet, che nel matrimonio ebraico è un atto di ripudio vero e proprio) sbarca a Siviglia da Tel Aviv con un volo di linea senza i suoi tre pargoletti avuti da due uomini diversi, oltre che da Fernando … -
Fernando Stein - (indignato, entrando dal fondo della sala fermandosi nello spazio delimitato tra la prima fila della platea e il proscenio, inseguito da Miriam, scaraventando poi per terra un cappello che in un secondo momento ribalta per l’elemosina) … se non mi vuoi credere pensa quello che vuoi, ora però te ne devi andare. Hai capito o no ? -
Miriam Mann - (stesso tono) Ma allora perché … perché poi è ancora tutto da vedere se è stata proprio lei a volerteli dare … li avresti rifiutati ? (sull’esitazione di Fernando) Guarda che qui finisce male veramente, te lo posso assicurare … o scuci il grano che mi hai promesso oppure qualcuno ti scucirà qualcos’altro da quel tuo bel faccino … -
Fernando - (esasperato) … mi serve un’altra settimana, te lo avrò già detto un miliardo di volte … -
Miriam - … cosa vuoi che me ne freghi di quante volte me lo hai detto, ti sto solo avvisando della fine che potresti fare se non dovessi darmi quello che mi devi … (poi, riflessivo) va bene, mettiamo che sia vero quello che mi hai raccontato … e mettiamoci anche che vi siete incontrati a questa Torre del Oro e che lei ha tirato fuori il grano e che tu le abbia detto no grazie, va bene ? (poi, furioso) E tu credi che non vi abbia visti nessuno ? Che lei non abbia avuto addosso nessuna cimice, nessuna microspia ? -
Fernando - Se continui a parlare così è facile che ci stiano ascoltando perfino adesso, sai ? Ma non capisci che se sua madre ha rischiato di uscire così allo scoperto è perché forse lei è ancora segretamente innamorata di me ? -
Miriam - (risoluto, dopo una fragorosa risata, uscendo dal fondo della sala) Sei un coglione, e non c’è altro da dire … preparati perché se non me li dai entro questa settimana farai la fine che ti meriti. -

Poco dopo Fernando tira fuori un piedistallo da una botola posta sotto il proscenio, ci sale sopra e comincia ad imitare le facce dei passanti. Buio. Breve pausa (in cui sia Fernando che tutte le comparse escono di scena). Luce, a sipario aperto : un tavolo imbandito, nel mezzo, dove sono seduti Don Luis, Rico, Isabel, Juan Pablo e Blanca. Lo scenario rappresentato (sia sulla quinta di fondo che sulle quinte laterali dalle diapositive proiettate) è l’interno della lussuosa abitazione di Don Luis Felipe De Alcazar.

Don Luis - (enfatico, alzandosi con in mano un bicchiere colmo di vino, coinvolgendo gli altri) … gli affari sono affari, brindiamo … (poi, da seduto) allora Juan, che ne pensi di questo nostro altro successo ? Come te lo immagineresti tu il Gran Melia Andalus, un posto pieno di musi neri ? -
Juan Pablo - (divertito) Senz’altro … vedo già la suite prenotata per i secoli a venire esclusivamente da senegalesi, ivoriani, nigeriani soprattutto … vero Rico ? (poi, giustificato, sul silenzio di Rico) Mamma mia che tristezza … quanto ad auto ironia tu sei proprio tagliato fuori dal mondo però eh … perché non ti fai filmare qualche volta ? Dovresti provarci, è utile : aiuta a conoscere meglio se stessi … un intellettuale come te dovrebbe saperlo. -
Rico - (canzonatorio) Perché no ? Se mi facessi filmare da te si, così potresti anche accedere all’applicazione installata sul tuo smartphone che ti consentirebbe di scaricare il video per farmi vedere chi è il genio che ti suggerisce queste battute. -
Isabel - Non ti smentisci mai eh … -
Blanca - … mio padre non ha bisogno di smentirsi … -
Don Luis - … c’è solo una cosa di cui tuo padre ha bisogno mia cara Blanca … (sul silenzio di Blanca) di provare a viverci, con quella gente, invece che mettersi sul pulpito e dire sempre che cosa bisognerebbe o che cosa non bisognerebbe fare per risolvere la questione una volta per tutte. -
Rico - (sarcastico) Basterebbe fare come hanno fatto i nazisti o i bolscevichi dicendo poi che non è successo niente, e il gioco è fatto. -
Don Luis - (agli altri) Visto ? Quando non sa come rispondere si ostina a fare del sarcasmo mentre in realtà quei poveracci stanno continuando a far diventare il mar mediterraneo il cimitero più grande del mondo ... -
Rico - (a Don Luis) … te lo mangeresti tu un bel trancio di pesce spada alla griglia sapendo che poco prima di essere pescato si fosse inghiottito uno di quei poveracci ? -
Don Luis - (ironico/divertito) Come no ? Per un anno consecutivo, perfino a colazione. -
Rico - Perfino se fosse l’unico cibo rimasto sul pianeta ? -
Don Luis - (di sfida) Certo, e allora ? -
Rico - Allora, visto che a quanto pare non te lo mangeresti, non vedo perché continuate a vendere armi in quei paesi dove quei poveracci sono costretti a fuggire. -
Don Luis - (sprezzante, alzandosi) Come osi fare simili insinuazioni in casa mia ? Questo è troppo, io … (a Conchita, la cameriera appena entrata nonostante la tensione venutasi a creare) che cosa c’è, cosa vuoi ? Non vedi che stiamo parlando ? -
La cameriera - (sommesso) Mi scusi signor Don Luis, ma qui fuori c’è la signorina Maria che ha molto bisogno di parlarvi perché dice che è molto, molto urgente. -
Don Luis - (incuriosito, congedando la cameriera, che esce annuendo) Sei proprio sicura che si tratti della signorina Maria ? Va bene, va bene, la faccia entrare. -
Maria - (disinvolto, entrando) Mi rincresce disturbarvi nel bel mezzo di una discussione … purtroppo però ho dovuto farlo … (imbarazzato, dopo una pausa) so perfettamente che quanto sto per dirvi ha dell’inverosimile, ma qui con me, in macchina, ho tutti gli elementi e le prove che dimostrano che lei (indicando Isabel) ha corrotto Fernando Stein allo scopo di farlo rientrare a far parte della vita della mia cara amica Blanca. -
Isabel - (sconcertato, trattenuta dagli altri) Cosa ? Vieni qui a dirlo ancora se hai il coraggio … -
Blanca - (di sfida, a Maria, dopo concitati andirivieni carichi di tensione in cui Maria spiega agli altri di aver pedinato apposta Isabel perché la aveva sentita disprezzare apertamente sia Don Luis che Juan Pablo e che avrebbe potuto dimostrare anche questo) … vai avanti, vai fino in fondo … -
Maria - (rammaricato) … purtroppo tu sai meglio di me chi era la persona con la quale tua madre dava libero sfogo ai suoi pensieri diciamo poco ortodossi, per non dire altro, nei loro confronti (riferito ai De Alcazar). -
Blanca - (risoluto, a sua madre) Non ti azzardare a dire una sola altra parola. -
Juan Pablo - (sospettoso) Che cosa dicevate dunque sul nostro conto ? -
Blanca - Nulla di quanto già sai a riguardo della concezione che io ho per il mondo degli affari, ma conoscendo meglio la mia migliore amica sono sicura che ci avrà senza dubbio riprese in un video a nostra totale insaputa in qualche momento di sconforto, probabilmente dovuto ai diversi commenti che abbiamo fatto a proposito dei miei litigi avuti con te e che quindi, troncandone un pezzo, oppure magari aggiungendone un altro, penserà di potervi far credere quello che vuole con quello che ha in mano. Vero Maria ? -
Maria - (divertito) Beata te, che credi a quello che dici … (poi, risoluto, agli altri) sentite, vi dico soltanto che sono in possesso di materiale molto compromettente, sia per loro che per voi, e che se, nel caso questo materiale dovesse diventare di dominio pubblico … -
Don Luis - (furioso) … basta …. la tua ultima comparsata l’hai appena fatta. Ora vattene da casa mia e non farti mai più vedere altrimenti ti farò pentire di essere venuta a questo mondo, chiaro ? -

Dissolvenza. Silenzio. Buio. Pausa relativamente prolungata.

Voce di Blanca - (rassegnato) … no, mi spiace … (immediatamente, isterico) senti, è una vita che faccio teatro … come credi che possa sentirmi nel dover fare quello che state cercando di volermi far fare anche se non … (poi, ravveduto) ah … (al pubblico) beh, se le cose stanno così spero almeno che lo spettacolo sia di vostro gradimento, in ogni caso quella cosa dell’inizio toglietevela pure dalla testa perché proprio … no, no, non se ne parla proprio, figuriamoci, se per puro caso la facessi sul serio quella cosa scommetto tutto quello che ho che il problema del sovraffollamento delle carceri scomparirebbe nel giro di due settimane … (poi, esasperato) ci mancava la finta improvvisazione … come se non bastasse quella vera … -

Luce. Lo scenario è identico, ma senza gli Attori.
Voce del regista - (narrante, mentre entrano gli addetti al cambio scena, portandosi via il tavolo e le sedie e riportando soltanto il letto, in modo da ricreare la stanza di Esteban con l’ausilio della sostituzione delle diapositive) … Blanca lo sospettava da tempo che Maria era una lurida approfittatrice e che il suo unico scopo era quello di calunniarla e di screditarla per fare in modo che Juan Pablo la lasciasse, diventando così la pretendente più affidabile oltre che appetibile dopo l’inevitabile separazione, per questo mise un paio di microspie nel soprabito di sua madre Isabel, naturalmente a insaputa della stessa, riuscendo a vedere che in effetti era vero che Isabel aveva offerto del denaro a Fernando, ma che Fernando lo aveva rifiutato, spiegando oltremodo che avrebbe dovuto fare i conti con Miriam. A Blanca sarebbe dunque bastato far vedere la registrazione per mettere tutto di nuovo a tacere, ma, considerato l’evolversi degli eventi, decise di agire diversamente. Il mattino dopo, nella stanza di suo figlio … -
Esteban - (divertito, entrando di corsa inseguito da sua madre) … non ce la farai mai … -
Blanca - (stesso tono, disorientandolo con una finta, raggiungendolo e buttandosi nel letto insieme a lui) … e invece ti ho preso … allora ? Parla, no ? Glielo hai detto ? -
Esteban - A Ines ? -
Blanca - (giustificato) Si, a Ines … a chi sennò ? -
Esteban - (imbarazzato) … non ancora … -
Blanca - … perché ? -
Esteban - Veramente … io … -
Blanca - (turbato) … non dirmi che … -
Esteban - (annuendo) … se ne è andata con Diego. -
Blanca - Che brutta … senti, non possiamo restarcene qui tutti e due con le mani in mano, dobbiamo fare qualcosa. -
Esteban - Tutti e due ? -
Blanca - (imbarazzato) Si, tutti e due … nel senso che ti aiuterò io a ritrovare Ines. -
Esteban - E come ? -
Blanca - Beh, è presto per dirlo, comunque qualcosa mi inventerò, stai tranquillo. -
Esteban - Cosa ? -
Una voce - (maschile, atono, generando panico sia nella madre che nel figlio) Qualcosa … sono io, non vi preoccupate … con me resterete per sempre al sicuro … sono io che vi ho creati, vi ho creati perché mi sentivo solo, perché avevo bisogno di parlare con qualcuno di molto speciale, qualcuno che potesse portare gioia alla mia esistenza. -
Esteban - (terrorizzato, dopo essersi guardato con sua madre) Io non mi fido di qualcuno che non ha il coraggio di farsi vedere in faccia … chi sei ? Da dove stai parlando ? -
Blanca - (stesso tono, alla voce appena sentita) Perché non rispondi, perché ? Parla, dì qualcosa, non puoi piombare qui e andartene come se niente fosse, devi dire perché (detto più volte fino alla nausea) …. (poi, provocatorio, rivolgendosi al figlio stringendolo a sé) … sai chi deve essere questo qui ? Dev’essere qualcuno che ci ha creati apposta per vedere se siamo o se non siamo come lui, così almeno, se siamo come lui ci lascia vivere in pace, altrimenti ci rende la vita un inferno … deve essere uno così, per forza, deve essere uno che si sente come una specie di padreterno, come se spettasse soltanto a lui decidere le sorti di chi ha messo al mondo … (poi, furioso, rivolgendosi alla voce) a te invece chi ti avrebbe creato, il padreterno ? E il padreterno, chi lo avrebbe creato, quelli come te, che volevano un mondo pieno di pace e di giustizia ma che poi si sono accorti che non poteva funzionare e che quindi se lo sono inventato per paura di dover fare i conti con chi ha ridotto il mondo così come è ora ? -
Esteban - (alla madre, dopo una pausa) Forse è pà che vuole farci uno scherzo … (trattenuto dalla madre) adesso vado a vedere se … -
Blanca - … a tuo padre non potrebbe mai venire in mente di fare simili scherzi, lui … (intuitivo) ecco si, era proprio di lui che ti volevo parlare prima che … insomma, ormai sei grande, certe cose le devi sapere, è inutile nascondertele … per cui ascoltami molto bene perché purtroppo questo non è uno scherzo, è la triste realtà e tu la devi conoscere proprio perché sono stata io a creare te, a metterti al mondo … hai capito ? (imbarazzato, dopo un’altra pausa) Io ho sempre voluto bene a tuo padre, fino al giorno in cui mi sono accorta che Maria … -
Esteban - (turbato) … è andato con Maria ? -
Blanca - No … almeno, non credo … comunque se non c’è ancora andato prima o poi ci andrà, è solo una questione di tempo … vedi Esteban, non è facile da spiegare, è che … -
Esteban - … se te lo dice che ci è andato con Maria tu poi lo pianti in asso come Ines ha fatto con me ? -
Blanca - Ascolta … prima ancora di conoscere tuo padre io stavo con questo Fernando … ne avrai senz’altro sentito parlare in questi giorni, no ? Bene, figurati che io lo avevo completamente dimenticato dopo tutto questo tempo. Poi però un giorno proprio tuo padre mi dice che Fernando è tornato … e pensa che io, che già lo avevo saputo da altre persone, non ci avevo quasi fatto nemmeno caso … allora vedo che tuo padre cambia di colpo, diventa geloso, e quindi mi chiedo, ma perché, che bisogno ha di diventare geloso se io più nemmeno me lo ricordo questo Fernando ? Allora intanto vedo che cosa fa Maria, e qui vengo a sapere che Maria ha spiato nonna Isabel che è andata da Fernando e che gli voleva dare dei soldi perché tuo padre e Maria volevano allontanarlo da me perché lui, Fernando, era tornato apposta per me … peccato però che Fernando non si è intascato i soldi, e che quindi tuo padre ha fatto finta di essere geloso per andarsene con Maria. Hai capito ora come stanno le cose ? Bene, allora è arrivato proprio il momento di cambiarle. -
Esteban - E come ? -
Blanca - Lo vuoi proprio sapere ? -
Esteban - Si, lo voglio sapere … -
Blanca - Prima però devi promettermi che starai sempre dalla mia parte, anche quando tuo padre ti dirà che io sono una pessima madre. -
Esteban - (abbracciandola) Te lo prometto … -
Blanca - … dunque, prima di tutto devi sapere che anche Fernando è sposato, ma che sua moglie non è più sua moglie già da un po’ e che è venuta a cercarlo qui a Siviglia da un paese molto lontano, il paese dove è nato Fernando, che si chiama Haifa, in Israele … -
Esteban - … perché è venuta a cercarlo ? -
Blanca - Perché anche loro, come tuo padre e tua madre, hanno avuto un figlio insieme, che è già alto come te, e perché la sua mamma ha bisogno di tanti soldi per poterlo crescere, e visto che Fernando glieli ha anche promessi è giusto che ora debba ridare a lei quello che le spetta di diritto, altrimenti non doveva nemmeno metterlo al mondo questo figlio. Dico bene ? Bene, allora sai dove ce ne andiamo adesso ? Ce ne andiamo a conoscere la ex moglie di Fernando. -
Esteban - Perché ? -
Blanca - (imbarazzato) Perché ? Perché lei è come una di quelle damigelle che Sancio voleva far conoscere a Don Chisciotte al posto di Dulcinea, ecco perché … (accompagnandolo, uscendo) vieni … ti spiegherò tutto strada facendo. -
Voce del regista - (narrante, mentre entrano gli addetti al cambio scena portandosi via il letto e riportando nel mezzo le due casse stilizzate per ricreare, con l’ausilio delle diapositive sostituite, gli interni dell’atelier. Nel frattempo entrano anche le commesse, i supervisori, le cassiere e i clienti) … in perfetta sincronia con le oneste intenzioni di Blanca, Maria, che come d’altra parte avrebbe fatto qualunque esponente a capo di un’organizzazione criminale, aveva già escogitato il suo piano prima ancora che Blanca potesse sospettare qualcosa, stava dimostrando la propria malefica natura al suo amante non che complice Juan Pablo De Alcazar … -
Maria - (disinvolto, a una cassiera, entrando accompagnata da due agenti di polizia) Potrei parlare con il signor Juan Pablo De Alcazar per favore ? -
La cassiera - (uscendo) Glielo chiamo immediatamente. -
Juan Pablo - (basito, entrando con la cassiera) Maria … ma che cosa sta succedendo ? -
Primo agente - Il signor Juan Pablo De Alcazar ? -
Juan Pablo - (imbarazzato) Sono io … che succede ? -
Primo agente - Purtroppo devo darle una brutta notizia signor De Alcazar. Tre ore fa, circa, nel cantiere dove stanno lavorando per ricostruire il Gran Melia Andalus, un gruppetto di migranti provenienti in prevalenza dal Gambia sono penetrati mentre tenevano in ostaggio il sindaco e due assessori della giunta comunale minacciando … per altro essendo oltretutto inspiegabilmente disarmati … di torturarli fisicamente nel caso non fossero state esaudite le loro assurde richieste. Fortunatamente a seguito del nostro intervento la faccenda si è risolta nel migliore dei modi senza incidenti e soprattutto senza feriti, in ogni caso lei è pregato di seguirci in centrale per dei formali accertamenti. -
Juan Pablo - (sconcertato) Cosa ? Ma di quali accertamenti sta parlando agente ? -
Secondo agente - (imbarazzato) Vede signor De Alcazar … sono stati fatti dei nomi … -
Juan Pablo - (giustificato) … io non ho nulla da nascondere e ho il sacrosanto diritto di sapere perché dovrei venire con voi mentre … -
Primo agente - (risoluto) … senta, la questione è alquanto complessa e delicata, comunque, in breve, la parte più numerosa di questi migranti sostiene di aver agito su commissione dell’illustre dott. Enrique Martinez, mentre la minoranza dice che è stato lei a pagarli per fare quel che hanno fatto … ora che gliel’ho comunicato ufficialmente è disposto a seguirci in centrale, oppure devo provvedere a … -
Juan Pablo - (divertito, uscendo con Maria e i due agenti) … per carità, ci mancherebbe … se si tratta di semplici accertamenti formali sono sereno, non ho nulla da temere … (estraendo il suo smarthphone) … lo stesso non si può dire per qualcun altro però … -

Buio.

Voce di Blanca - (pacato) … dimmi Juan … (dopo una breve pausa, stesso tono) ………………………………………………... no, vengo io … -

Penombra. Sipario, raffigurante Piazza di Spagna. Fernando è nello spazio delimitato tra il proscenio e la prima fila della platea, sul piedistallo, immobile come una statua. Esteban entra dal fondo della sala, gli si avvicina sussurrandogli qualcosa e subito dopo escono insieme, sempre dal fondo della sala. Luce. Entrano le comparse passeggiando tra i corridoi.

Voce di Blanca - (isterico) … perché allora hai scelto di fare questa vita ? E’ per colpa delle tue manie da persecuzione se ti sei ridotto in questo stato, tant’è che non riesci nemmeno ancora adesso a dirmi quello che pensi veramente soltanto perché mio figlio è qui con me, perché … -
Voce di Fernando - (giustificato) … Blanca … -
Voce di Blanca - … lo so che cosa ti preme sapere, ti preme sapere perché io voglio parlare con Miriam, ma questo non potrò che dirtelo solo dopo che tu mi avrai detto quello che voglio sapere io. -
Voce di Fernando - (risoluto, dopo una pausa) Dirti che me ne sono andato via perché sapevo che prima o poi ti avrei persa comunque è inutile perché tanto lo sai anche tu, così come anche allora lo sapevi, solo che allora non avevi ancora il mondo ai tuoi piedi e quindi non avresti potuto trattenermi neanche se lo avessi davvero voluto. -
Voce di Blanca - (basito) Non avrei potuto trattenerti, io ? -
Voce di Fernando - Se ora sei qui un motivo ci sarà, o no ? (sul silenzio di Blanca) Io ho sempre sognato di stare con te … -
Voce di Blanca - (perentorio) … se hai sempre sognato di stare con me avresti dovuto tornare un po’ prima, non credi ? (sul silenzio di Fernando) Perché hai sposato Miriam per poi ripudiarla dopo averci fatto un figlio ? -
Voce di Fernando - (demotivato) Non lo so, senti … -
Voce di Blanca - (provocatorio) … eri forse troppo occupato nel tuo lavoro, che poteva garantirle una sicurezza economica, ma che al tempo stesso ti soggiogava a tal punto da dover essere costretto a prendere quella decisione per paura di dover rimanere da solo per tutta la vita ? E’ per questo che l’hai sposata ? -
Voce di Fernando - (furioso) Tu non sai niente di me, Blanca … -
Voce di Blanca - (giustificato) … è proprio per questo che ti sto parlando così, perché di te voglio conoscere ogni cosa … -
Voce di Fernando - … quando sono tornato ad Haifa ho ritrovato la stessa situazione di quando sono partito per Siviglia : per trovare uno straccio di lavoro sono dovuto andare a Tel Aviv … là ho fatto di tutto, dall’animatore turistico al lavapiatti, dalla comparsa in patetici talk show all’aspirante correttore di bozze pagato ancora meno di un lavapiatti, tutti lavori saltuari, ovviamente, ma che comunque mi garantivano un sostentamento. Miriam allora faceva la ballerina acrobatica, ci siamo conosciuti nel locale dove lei lavorava … che frequentavo spesso … -
Voce di Blanca - … perché con lei non ha funzionato ? -
Voce di Fernando - Perché lei mi ha mentito fin dall’inizio, perché io credevo di essermi messo con una persona seria e perché invece mi sono ritrovato subito dopo la nascita di David a scoprire che lei guarda caso di figli ne aveva già fatti due con due uomini diversi, e perché io sarei inesorabilmente diventato … così come in effetti sono … il terzo pollo da spennare per una banda di ricattatori di cui Miriam è soltanto una tra le migliaia di ragazze che hanno accettato di fare dei figli solo per continuare a fare in realtà la vita che hanno sempre fatto tra virgolette di nascosto, e cioè di godere del lusso più sfrenato che questi bastardi offrono a loro come compenso per aver fatto dei figli in pratica proprio per questi bastardi, per farli arricchire con i soldi dei poveri cristi come me, cancellando dalla loro memoria qualsiasi cosa che potesse ricordare perfino l’istinto materno pur di riuscire nel loro intento, per poi alla fine diventare delle vere e proprie schiave consenzienti di questi … di questi … (motivato) … insomma, ora te ne sarai fatta un’idea di dove mi sono cacciato, no, oppure magari preferiresti che continuassi a raccontare come … -
Voce di Blanca - (sconcertato) … ma chi te lo ha fatto fare di tenerti tutto dentro ? Perché non li denunci ? -
Voce di Fernando - (sarcastico) Perché … perché sono ancora troppo giovane per quel che mi riguarda … e perché in fondo me la sono cercata. -

Pausa relativamente prolungata in cui un ragazzo, che passeggia sereno tra la prima fila della platea ed il proscenio, all’improvviso si prende il piedistallo dove Fernando è solito esibirsi e se lo porta via di corsa scappando.

Voce di Blanca - (enfatico) Sancio … perché non fai vedere a Don Chisciotte che sono proprio io, Dulcinea del Toboso ? -
Voce di Fernando - (incuriosito) Ma cosa fa ? Perché ti sta annusando ? Mi volete spiegare cosa … -
Voce di Blanca - (divertito) … è il suo modo per fare conoscenza con te, non ti preoccupare … se non gli andassi a genio gli sarebbe mai venuto in mente, vero Esteban ? -
Voce di Esteban ? - (stesso tono) Certo che si. -
Voce di Blanca - (risoluto) - Fernando, tu … credimi … io volevo parlare con Miriam solo perché volevo farla passare come se fosse stata presente mentre mia madre stava cercando di corromperti per tenerti lontano da me … -
Voce di Fernando - … in che modo ? -
Voce di Blanca - (giustificato) Pagandola no ? Nessuno sa che io so esattamente come sono andate le cose tra te e mia madre alla Torre del Oro. Avere come testimone oculare una come Miriam per me sarebbe stato di grande aiuto, non soltanto per far vedere a tutti che tu non sei il fallito che tutti vorrebbero che fossi, ma anche per dimostrare che la mia scelta di tornare con te … lasciando che quel verme di mio marito divori lentamente ogni parte del corpo della mia migliore amica … risultasse libera e rivoluzionaria, alla luce del sole, e soprattutto in barba a tutti i bigotti e ai benpensanti di Siviglia. -
Voce di Fernando - Volendo si potrebbe ancora fare … cos’è quella faccia ? Mica ci starai ripensando ? Non farlo Blanca, ti scongiuro … tanto a quella vipera c’è soltanto una cosa le interessa, quindi … -
Voce di Blanca - … no Fernando, non stavo affatto pensando a Miriam … è che purtroppo, così come te l’ho detta io non si può più fare … -
Voce di Fernando - … perché ? -
Voce di Blanca - Perché hanno coinvolto mio padre, ecco perché. -
Voce di Fernando - Spiegati meglio. -
Voce di Blanca - Oggi ci sono stati dei disordini al cantiere. Una dozzina di immigrati hanno preso in ostaggio il sindaco e due assessori e si sono barricati dentro dicendo che se entro un’ora non avrebbero fatto arrivare un elicottero militare per andare chissà dove li avrebbero torturati. Grazie al cielo la polizia è riuscita a fermarli in tempo, ma non appena hanno iniziato a interrogarli hanno detto che è stato mio padre a pagarli perché lo facessero. -
Voce di Fernando - (sconcertato) Cosa ? Cosa c’entra tuo padre con quello che è successo ? -
Voce di Blanca - Nulla, è ovvio … solo che … evidentemente la coppia più bella del mondo ha deciso in comune accordo di calunniarlo sapendo di potergli causare dei guai seri, visto anche il suo impegno sociale e politico … -
Voce di Fernando - … che figli di … comunque, per quanto ne sappia io, tuo padre si è sempre schierato dalla parte dei più deboli … non vedo perché avrebbe dovuto … -
Voce di Blanca - … è proprio questo il punto … alla vigilia delle elezioni uno scandalo di questa portata lo stroncherebbe, non avrebbe più la forza di candidarsi … questo almeno è quello che varrebbe per lui … e per dimostrare la sua innocenza dovrebbe aspettare troppo tempo … così … -
Voce di Fernando - … dobbiamo fargliela pagare … è arrivato il momento di farsi sentire e soprattutto di farsi vedere … (poi, risoluto) vieni … anche tu, Esteban … venite … -
Voce di Blanca - (titubante) … Fernando, ti prego … non buttiamo troppa carne sul fuoco … -
Voce di Fernando - … è sempre troppo poca quella che mette la gente come noi. Venite, andiamo. -

Dal fondo della sala entrano Fernando e Blanca, tenendo entrambi per mano Esteban. Non appena Blanca viene riconosciuta si possono già notare i primi commenti sottovoce di chi sta ancora passeggiando tra i corridoi.

Fernando - (fiero, dopo aver baciato Blanca appassionatamente) Spero che anche voi un giorno possiate provare quello che sto provando io in questo momento perché ognuno di noi dovrebbe averne il diritto … vorrei abbracciarvi tutti, una per uno, ma so anche che questo non è possibile per tante ragioni, perciò mi limito a darvi una notizia, la più bella notizia che forse mai nessuno vi ha dato : in questo mondo, che sta così male, l’unico pazzo che può pensare di guarirlo è Don Chisciotte, gli altri sono solo dei dottori. -

Dissolvenza. Buio. Brevissimo stacco musicale (tratto dal “Barbiere di Siviglia”). Luce. Gli Attori e le Comparse si inchinano di fronte al pubblico presente in sala. Il sipario si apre ed entrano anche tutti gli altri, compreso il Regista e gli Addetti al cambio scena, anche loro, inchinandosi al Pubblico.

Sipario