“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCCASIONALE IN RETE
In questa giornata così ricca di significati – in termini di libertà – non poteva certo mancare una segnalazione relativa al recente annuncio (da parte dell’Autorità Monetaria per la valuta digitale) dell’entrata di UNICOIN (una nuova criptovaluta 2.0 alimentata dall’intelligenza artificiale e progettata per operare secondo i parametri dettati dalle Banche Centrali) nel mercato finanziario. In estrema sintesi si potrebbe dedurre che – indipendentemente dall’ubicazione delle Banche Centrali – si sta concretizzando giorno dopo giorno quella pianificazione di controllo socioeconomico globale che è stata per così tanto tempo oggetto di visioni egemoni da parte dei poteri forti, ovvero : l’eliminazione definitiva nonché indispensabile del contante. Inutile qui citare i nomi e i cognomi degli artefici di quella che, con buone probabilità di riuscita, potrebbe diventare l’ennesima “normalità contemporanea”- si conoscono a memoria. Utile invece – forse – cercare di capire come e perché il livello di sudditanza generale abbia raggiunto una per così dire piena senza precedenti in tempi di siccità, una piena tale da consentire a questi noti artefici di continuare a svolgere il loro lecito operato irridendo chiunque osi dissentire o addirittura essere propositivo in merito alle politiche mirate esclusivamente ad ottenere una più equa redistribuzione economica. Si potrebbe dunque cominciare con il dire, per esempio, che il fatto di accettare incondizionatamente la creazione in serie di personaggi pubblici di dubbio valore che fomentano l’evoluzione fenomenologica sociale, non significa riconoscere che – sebbene possano non piacere – appartengano comunque ad una sorta di retaggio antropologico e che pertanto debbano essere accettati in quanto tali, ma vuol dire invece che chi lo accetta, divulgando oltremodo il concetto stesso, non fa altro che essere corresponsabile delle continue “normalità” imposte dalle Istituzioni, avallando inconsciamente o, peggio, consapevolmente, tempi e metodi di omologazione a scapito dell’essere e del sentirsi liberi. Altri due esempi, o per meglio dire, fattori scatenanti – relativi sempre a questa progressiva perdita della libertà individuale attuata a tavolino dai suddetti noti artefici – sono stati e purtroppo continuano ad essere “l’obbligo” di usare un linguaggio ai più incomprensibile (specie in termini burocratici) quando si tratta di far rispettare determinate scadenze fiscali, e quello invece di abusare di un linguaggio semplificato quando si tratta di dover interagire a livello multimediale : gli esempi quotidiani di questo abuso si possono evincere ovunque, su qualsiasi canale. Oggi la maggioranza dei giovani che fa fatica a comprendere un testo articolato, piuttosto che a capire un discorso che affronta, argomentando, tematiche rilevanti, è perché usa un linguaggio semplificato rifiutandosi a priori di comprendere il valore semantico delle parole che ascolta o delle frasi che legge semplicemente perché non vuole e non intende sacrificarsi per nessuno al mondo. Così facendo però, questi giovani dimenticano in fretta troppe cose, tra cui anche quella più importante, ovvero la progressiva ed inesorabile perdita di quella stessa libertà che magari in una giornata come questa sono pronti ad andare a sbandierare, pensando che in fondo sia soltanto un giorno di festa e che in ragione di questo – sentendosi “liberi” – abbiano il diritto di manifestare la propria indipendenza. Per fortuna questa maggioranza non è ancora diventata totale nella sua tragicità – si pensi soltanto alle innumerevoli iniziative proposte da un Movimento forte e coeso, ma soprattutto indipendente, come quello delle Sardine. Battute a parte, il sogno, quel sogno, l’utopia, dovrebbe invece indurre i giovani a credere che un bel giorno si potrà festeggiare il 25 Aprile come la giornata della Liberazione dagli artefici di queste cosiddette normalità.