“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Opzione faccette
Quello che è successo a Macerata (il brutale omicidio di un’italiana
ad opera di un extracomunitario prima e il ferimento per mano di un
italiano di sei extracomunitari poi) da ragione a un esponente del
Clero che – nel turbinio dei commenti che continuano a non placarsi
perché è giusto parlarne, ma anche perché la strumentalizzazione
che di solito viene fatta per episodi di questo genere viene
centuplicata in campagna elettorale – ha dichiarato che siamo tutti
colpevoli, non soltanto gli attori protagonisti. Dire che il leader politico
di un movimento è il mandante morale di quanto è avvenuto è grave
nella stessa misura in cui chi dice che si sta preparando a governare
un Paese per far si che queste cose non debbano più succedere
afferma che il fenomeno migratorio è gestibile esclusivamente
attraverso l’intensificazione delle forze di pubblica sicurezza :
in primo luogo perché tale strumentalizzazione è di fatto avvenuta
in conseguenza alle parole pronunciate da un intellettuale, e in
secondo perché per arginare il più complesso fenomeno migratorio
mai esistito l’intensificazione delle forze di pubblica sicurezza serve
a ben poco – e purtroppo il rischio che stiamo correndo è ancora più
grave, sia di queste che di altre dichiarazioni che sono state fatte
deliberatamente da certi esponenti politici per indurre l’opinione
pubblica a schierarsi addirittura su un fatto di cronaca che si
commenta da solo, proprio perché “l’autorizzazione” a “farsi
giustizia” in quel modo si sta diffondendo a macchia d’olio (anche se
ovviamente tra il dirlo e il farlo c’è una grande differenza, ma il punto
è che nemmeno si dovrebbe pensarlo se davvero si volesse che le
cose cambiassero in meglio). Gli orrendi fatti di Macerata devono far
riflettere soprattutto su una cosa che si sta progressivamente
insinuando – anche se per certi versi e in certi ambienti si è già
insinuata da un pezzo – nell’immaginario collettivo, vale a dire che il
fenomeno dell’odio razziale (ormai radicato sin dalla notte dei tempi
si potrebbe dire, solo per rimarcare con voluta esagerazione quante
vittime e quanti scontri sono stati causati da una diversa
pigmentazione cutanea già in epoche passate, si pensi al colonialismo)
si è a poco a poco trasformato in un fenomeno paradossalmente
atipico per l’era tecnologica in cui viviamo, ovvero in un’intolleranza
irrefrenabile contro qualunque tipo di volto umano che non soddisfi
i propri canoni estetici e che potremmo pertanto definire con il
“titolo” di avversione facciale. Considerando perciò la complicità
dell’abuso dei social network, specie da parte dei più giovani per ciò
che riguarda questo fenomeno, e la spettacolarizzazione di tragici
eventi diventati mediatici ma pur sempre legati allo stesso fenomeno –
quali Avetrana, Cogne e simili – si potrebbe perciò suggerire a qualche
responsabile dei palinsesti RAI o Mediaset una proposta degna da
ascolti record : una trasmissione, fatta rigorosamente in diretta,
dove si confronterebbero da una parte quelli che la pensano come il
ventottenne che ha compiuto quel gesto (che nelle ultime ore si è
potuto apprendere che si è al tempo stesso non pentito ma pure
avvalso della facoltà di non rispondere, oltre che essere difeso da un
legale che ha già chiesto l’infermità mentale per incapacità di
intendere e di volere nonostante nell’abitazione del suo assistito sia
stato ritrovato del materiale riconducibile nientemeno che al Fuhrer)
e dall’altra quelli che pensano di non avere nemmeno un minimo di
responsabilità in fatti che non li riguardano di persona. Chissà,
potrebbe funzionare : magari catturerebbe l’attenzione di qualche
spettatore – che in ogni caso apparterrebbe alla minoranza, si capisce
– più propenso a restare incollato davanti alle interessanti e
imperdibili puntate di una trasmissione cult come “L’isola dei famosi”.