Opzione faccette
6 Febbraio 2018
Appello con diviso
27 Febbraio 2018
Show all

Loggia P6

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

 

 

Loggia P6

 

 

 

“Lo stillicidio coatto subìto per dover ascoltare in linea di massima

le solite notizie politiche fa bene, è un toccasana, specie poi quando la

buriana mediatica si riduce a riassumere che – da una parte, quella

della maggioranza dei giornalisti, si dice che un movimento politico

che non fa coalizioni e che soprattutto non è ancora stato capace a

selezionare la sua classe dirigente a meno di due settimane dal voto,

malgrado alcuni noti esponenti si siano pure permessi di fare del

moralismo mentre dei colleghi sconosciuti (fino a quel momento)

falsificavano i bonifici dei rimborsi elettorali per far vedere che i

soldi li versavano come gli altri, secondo il loro codice etico, invece

se li intascavano – e che dall’altra, quella della maggioranza dei politici

iscritti al suddetto movimento, non si fa altro che ripetere che

almeno ora tutti gli italiani sanno quanti soldi hanno restituito alle

piccole e alle medie imprese per far ripartire l’economia mentre

altri ancora, appartenenti alla casta di altre forze politiche, non

hanno mai restituito un centesimo dei soldi dei contribuenti”.

Premesso che il virgolettato non è uno stralcio preso dall’articolo di

un altro giornale per dimostrare o confutare qualche tesi, ma è una

semplice constatazione fatta per mettere in luce in qualche modo

l’eco ridondante delle parole che hanno sprecato sia gli uni che gli

altri, occorre ricordare per prima cosa che il debito/voragine nei

confronti del popolo italiano (causato dalla maggioranza dei politici

che hanno governato questo paese dalla prima repubblica in poi)

è Stato un danno irreparabile : questo bisogna ricordarlo sempre,

anche a costo di doverlo imparare a memoria e diventare dei veri e

propri libri parlanti in grado di tramandarlo alle generazioni future –

il riferimento a “Siamo tutti Montag” di Truffaut, tratto da Fahrenheit

451 di Bradbury è puramente casuale – così come bisogna ricordare

(in chiave ironica) che le leggi che sono state approvate con un unico

obiettivo, vale a dire per evitare che un solo partito avesse la

maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato (vedi Porcellum

oltre che Rosatellum) sono state finalizzate nell’interesse del paese,

ovviamente, ma soprattutto nel pieno rispetto dei suoi abitanti, che

ci vivono e che ci lavorano. In questi giorni si è perfino parlato di crisi

identitaria per un movimento che è diventato la prima forza politica

di questo paese, forse perchè la prima categoria di professionisti

competenti (citata nel virgolettato) è abituata a ben altri esempi di

ammissione di responsabilità per quel che riguarda le commissioni

interne delle altre forze politiche che dovrebbero vigilare su

sporadici, anzi scusate, su rari fenomeni di peculato, sta di fatto che

se ne continua a parlare come se quello fosse il problema per

antonomasia. Ora, è vero che la libertà d’espressione non pone limiti

alle castronerie generali, ma in questo caso pare addirittura che la

famigerata Banda Bassotti al completo debba chiedere consiglio a

Lucy Van Pelt per capire perchè loro (tutti i componenti della

menzionata Banda) sarebbero così ostinati nel chiedersi chi sono e

perchè, per essere ciò che sono e chi rappresentano, non potrebbero

fare a meno di frodare il prossimo. L’identità di una forza politica

sorta dalla protesta, che si è progressivamente trasformata in

proposta e che continua, nonostante tutto, a mietere consensi,

trascende in ogni caso quella cerchia elitaria di politici che sono e che

rappresentano la pressochè totale classe di benpensanti nazionali

(evasori fiscali, raccomandati, sedicenti professionisti, razzisti,

sessisti, calunniatori, falsari, bigotti e nullafacenti).

Questo genere di identità va oltre le promesse e le bugie di altri

partiti per una ragione molto semplice, ovvero perchè è populista ma

al tempo stesso perchè è popolare, sebbene l’inopportuna presenza

di qualche massone. In Italia – come del resto ovunque, nel mondo –

la massoneria è sempre stata vista come una setta segreta in grado

di condizionare i poteri forti – e dunque l’umanità intera – eppure la

sede dell’associazione massonica più nota, almeno in Italia, è visibile

in uno dei palazzi storici della capitale : una contraddizione

interessante se ci si interroga su come ogni franco muratore –

laico, o meglio, anticlericale per principio – potrebbe aver perseguito

gli scopi fondanti delle proprie attività tenendo fede al valore

cristiano più conosciuto (vale a dire “non fare ad altri ciò che non

vorresti fosse fatto a te” che tradotto nel linguaggio massonico per

gli iniziati si intende “fai per gli altri ciò che vorresti fosse fatto a

te”). Il fatto però che la massoneria non abbia mai fatto del

proselitismo attivo per selezionare i propri membri la dice lunga sul

pensiero politico circa l’avvicendamento delle amministrazioni

governative, ovvero, sapendo che mai alcuna forma di esecutivo –

sia eletto democraticamente che imposto da un regime totalitario –

potrebbe durare più di un ventennio, continua perciò a controllare il

potere da dietro le quinte, non tanto perché non vuole metterci la

faccia quanto perché conosce la profonda inadeguatezza di chi ha il

desiderio di governare esponendosi in prima persona.

Ma le contraddizioni, si sa, spesso si sovrappongono proprio per far

si che l’identità di una forza politica si manifesti in tutto il suo modo

di coinvolgere i propri iscritti ad una effettiva partecipazione.