“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Loggia P6
“Lo stillicidio coatto subìto per dover ascoltare in linea di massima
le solite notizie politiche fa bene, è un toccasana, specie poi quando la
buriana mediatica si riduce a riassumere che – da una parte, quella
della maggioranza dei giornalisti, si dice che un movimento politico
che non fa coalizioni e che soprattutto non è ancora stato capace a
selezionare la sua classe dirigente a meno di due settimane dal voto,
malgrado alcuni noti esponenti si siano pure permessi di fare del
moralismo mentre dei colleghi sconosciuti (fino a quel momento)
falsificavano i bonifici dei rimborsi elettorali per far vedere che i
soldi li versavano come gli altri, secondo il loro codice etico, invece
se li intascavano – e che dall’altra, quella della maggioranza dei politici
iscritti al suddetto movimento, non si fa altro che ripetere che
almeno ora tutti gli italiani sanno quanti soldi hanno restituito alle
piccole e alle medie imprese per far ripartire l’economia mentre
altri ancora, appartenenti alla casta di altre forze politiche, non
hanno mai restituito un centesimo dei soldi dei contribuenti”.
Premesso che il virgolettato non è uno stralcio preso dall’articolo di
un altro giornale per dimostrare o confutare qualche tesi, ma è una
semplice constatazione fatta per mettere in luce in qualche modo
l’eco ridondante delle parole che hanno sprecato sia gli uni che gli
altri, occorre ricordare per prima cosa che il debito/voragine nei
confronti del popolo italiano (causato dalla maggioranza dei politici
che hanno governato questo paese dalla prima repubblica in poi)
è Stato un danno irreparabile : questo bisogna ricordarlo sempre,
anche a costo di doverlo imparare a memoria e diventare dei veri e
propri libri parlanti in grado di tramandarlo alle generazioni future –
il riferimento a “Siamo tutti Montag” di Truffaut, tratto da Fahrenheit
451 di Bradbury è puramente casuale – così come bisogna ricordare
(in chiave ironica) che le leggi che sono state approvate con un unico
obiettivo, vale a dire per evitare che un solo partito avesse la
maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato (vedi Porcellum
oltre che Rosatellum) sono state finalizzate nell’interesse del paese,
ovviamente, ma soprattutto nel pieno rispetto dei suoi abitanti, che
ci vivono e che ci lavorano. In questi giorni si è perfino parlato di crisi
identitaria per un movimento che è diventato la prima forza politica
di questo paese, forse perchè la prima categoria di professionisti
competenti (citata nel virgolettato) è abituata a ben altri esempi di
ammissione di responsabilità per quel che riguarda le commissioni
interne delle altre forze politiche che dovrebbero vigilare su
sporadici, anzi scusate, su rari fenomeni di peculato, sta di fatto che
se ne continua a parlare come se quello fosse il problema per
antonomasia. Ora, è vero che la libertà d’espressione non pone limiti
alle castronerie generali, ma in questo caso pare addirittura che la
famigerata Banda Bassotti al completo debba chiedere consiglio a
Lucy Van Pelt per capire perchè loro (tutti i componenti della
menzionata Banda) sarebbero così ostinati nel chiedersi chi sono e
perchè, per essere ciò che sono e chi rappresentano, non potrebbero
fare a meno di frodare il prossimo. L’identità di una forza politica
sorta dalla protesta, che si è progressivamente trasformata in
proposta e che continua, nonostante tutto, a mietere consensi,
trascende in ogni caso quella cerchia elitaria di politici che sono e che
rappresentano la pressochè totale classe di benpensanti nazionali
(evasori fiscali, raccomandati, sedicenti professionisti, razzisti,
sessisti, calunniatori, falsari, bigotti e nullafacenti).
Questo genere di identità va oltre le promesse e le bugie di altri
partiti per una ragione molto semplice, ovvero perchè è populista ma
al tempo stesso perchè è popolare, sebbene l’inopportuna presenza
di qualche massone. In Italia – come del resto ovunque, nel mondo –
la massoneria è sempre stata vista come una setta segreta in grado
di condizionare i poteri forti – e dunque l’umanità intera – eppure la
sede dell’associazione massonica più nota, almeno in Italia, è visibile
in uno dei palazzi storici della capitale : una contraddizione
interessante se ci si interroga su come ogni franco muratore –
laico, o meglio, anticlericale per principio – potrebbe aver perseguito
gli scopi fondanti delle proprie attività tenendo fede al valore
cristiano più conosciuto (vale a dire “non fare ad altri ciò che non
vorresti fosse fatto a te” che tradotto nel linguaggio massonico per
gli iniziati si intende “fai per gli altri ciò che vorresti fosse fatto a
te”). Il fatto però che la massoneria non abbia mai fatto del
proselitismo attivo per selezionare i propri membri la dice lunga sul
pensiero politico circa l’avvicendamento delle amministrazioni
governative, ovvero, sapendo che mai alcuna forma di esecutivo –
sia eletto democraticamente che imposto da un regime totalitario –
potrebbe durare più di un ventennio, continua perciò a controllare il
potere da dietro le quinte, non tanto perché non vuole metterci la
faccia quanto perché conosce la profonda inadeguatezza di chi ha il
desiderio di governare esponendosi in prima persona.
Ma le contraddizioni, si sa, spesso si sovrappongono proprio per far
si che l’identità di una forza politica si manifesti in tutto il suo modo
di coinvolgere i propri iscritti ad una effettiva partecipazione.