“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Lifeline omissis
In tutta questa complessa e penosa vicenda dei (e sui) migranti quel
che è certo, o meglio, ciò di cui un essere umano costretto a fuggire
dalla morte e dalla devastazione causata dai suoi simili può senz’altro
stare sicuro (e fare affidamento per trovare un degno asilo politico,
pur non avendone diritto) è che lo Stato Vaticano è finalmente
passato dalle parole ai fatti : infatti, i proprietari delle abitazioni di
qualunque esponente clericale hanno deciso all’unanimità – a seguito
di un sofferto concilio ecumenico – di aprire le porte non soltanto
delle abitazioni appena menzionate, ma addirittura di adibire le chiese
sconsacrate (sparse un po’ ovunque su tutto il territorio europeo)
a centri di identificazione e di prima accoglienza, oltre che di
smistamento, sollevando così dagli oneri previsti i governi coinvolti
nelle operazioni di salvataggio. Va da sé che le note di sarcasmo
contenute in questa immaginaria collaborazione tra Stati laici e non
lascia il tempo che trova, considerando però che a rimetterci sono
sempre loro, i migranti, non si capisce che cosa si vorrebbe realmente
fare per aiutarli. Ed è proprio in questo senso che entra in gioco la
responsabilità dello Stato Vaticano che – nonostante tutti i proclami
di solidarietà, nonché le prese di posizione di condanna nei confronti
degli Stati laici – continua a comportarsi come se non potesse farci nulla,
infangando il nome della stessa religione che professa.
Se l’attuale Ministro dell’Interno italiano si è permesso
di oltrepassare i limiti della compassione umana – che per fortuna va
ben oltre i limiti delle acque territoriali – in nome di una equa
distribuzione dei flussi migratori in tutta Europa, ma soprattutto in
virtù di un largo consenso che lo ha fatto delirare in dichiarazioni
poco attinenti al ruolo che gli compete, è perchè la stragrande
maggioranza della popolazione mondiale è xenofoba, e perchè in
buona sostanza questa paura dello straniero proviene dal fatto che
nessuno di questa maggioranza sarebbe disposto a concedere una
parte infinitesimale del proprio stile di vita in favore di questi
disperati (e in tal senso tutto si può dire tranne che lo Stato Vaticano
abbia operato con cognizione di causa – malgrado l’abile mossa di
marketing effettuata nell’eleggere un pontefice che sa come parlare
alla gente comune). Alla luce di tali riflessioni sorge dunque spontanea
la domanda : perchè lo Stato Vaticano non interviene pubblicamente
quando l’attuale Presidente dell’Eliseo si permette di dichiarare che
i populismi – in riferimento alla decisione del governo italiano di
chiudere i porti per evitare che l’Italia si faccia carico da sola della
gestione degli sbarchi – stanno crescendo in Europa come una piaga
insanabile (come una lebbra, testuale) mentre al tempo stesso la
Francia si rifiuta di diventare un Paese di prima accoglienza ?
Ad oggi, al largo di Malta, un carico di 234 migranti a bordo della
Lifeline (un’imbarcazione che appartiene a una ONG tedesca) sta
ancora aspettando (dopo quasi una interminabile settimana) le
direttive di destinazione. Alla fine dove andrà, in un Paese che sa
come negoziare i rapporti esistenti tra le ONG e gli scafisti, oppure
in un Paese che vorrebbe aiutare questi disperati nel loro Paese
d’origine ma che non sa come fare perchè teme la chiusura delle
ambasciate da parte del governo che li opprime ? Insomma, chi
dovrebbe farsi carico di queste persone, la Libia, Malta, l’Italia,
oppure la Francia ? In attesa di una perentoria risposta si potrebbe
suggerire al pontefice di intensificare gli incontri diplomatici al
fine di imporre delle regole assolute, oppure forse sarebbe il caso
di rendere noti gli insabbiamenti relativi al traffico dei clandestini ?