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Idi di Fondo

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Idi di Fondo

Come è noto – e fermo restando che prima che un’opinione pubblica (formata nel tempo e in gran parte sulle disquisizioni affrontate dentro le mura dei contenitori più rappresentativi del nulla mediatico) si renda conto di cosa mai dovesse essere reso noto e cosa no ci vorrebbero almeno altre quattro glaciazioni – il giorno 29 del corrente mese ci sarà la possibilità di esautorare gli ormai celeberrimi 345 parlamentari che, a detta di molti, gravano e non poco sul bilancio dello Stato. Ovviamente c’è chi da una parte sostiene la tesi secondo cui restringendo così drasticamente la rappresentanza parlamentare si incontreranno, per effetto, molti più problemi, sia nel cercare di portare avanti le legislature fino al termine del loro mandato (specie per quei governi basati su coalizioni instabili) e sia nel penalizzare una concezione oligarchica della riforma costituzionale che si vorrebbe attuare, che non farebbe altro che favorire la votazione di meno eletti da parte del popolo, e chi invece dall’altra parte dice che risparmiando circa 100 milioni di euro l’anno si troveranno le coperture necessarie a garantire almeno un certo tipo di assistenzialismo (per altro sacrosanto, come quello sanitario, anche se in questo caso la suddetta cifra sarebbe irrisoria). E anche se venisse all’unanimità considerato retorico il fatto di dire chi sono i primi e chi i secondi (ovvero i giornali che ricevono finanziamenti pubblici i primi e i giornali che non li ricevono i secondi) chi sarebbe ancora così ostinato a pensare che l’esito del quesito refendario possa incidere sul cambiamento di questa riforma costituzionale? Se il fronte del SI vincesse e si tagliassero i 345 quanto tempo passerebbe in Parlamento per indire un referendum abrogativo contrario, posto che in questo particolare momento di delirio dovuto alla psicosi causata dalle dichiarazioni di allarmismo corona virus c’è perfino chi chiede perchè si dovrebbe andare a votare se di fatto nemmeno si può andare in chiesa? Considerato che sul fronte del NO ci sono a quanto pare non soltanto fior di giuristi convinti che se passasse il SI l’astensionismo e il disinteresse nei confronti delle istituzioni aumenterebbe in modo esponenziale, ma c’è anche chi crede che questa riforma non tutelerebbe più le minoranze linguistiche, ragionando in termini democratici viene spontaneo non solo optare per il SI – sebbene con l’attuale legge elettorale i nuovi parlamentari sarebbero tutti indicati dalle segreterie di partito – ma con ogni probabilità il popolo sceglierebbe con maggiore cura e partecipazione i loro rappresentanti in Parlamento. A chi conviene di più che il popolo voti il 29 Marzo, al popolo, oppure ai parlamentari? Ragionando sempre in termini democratici, perchè non è ancora stato indetto un referendum abrogativo mirato a riformare la legge sul finanziamento pubblico ai giornali, alle radio e alle tv, nonostante qualche passo in avanti sia stato pure fatto? La ragione è molto semplice : per evitare di informare i contribuenti su quanto in realtà ricevono i giornali di partito. Poco importa che circolino liberi nell’etere e divulghino il loro verbo politici che non appena aprono bocca provocano più danni economici dello stesso virus che vorrebbero contrastare, l’importante è che si continui a propagandare il nulla mediatico, altrimenti non si spiegherebbe l’interesse comune da parte dei governi che si susseguono a divulgare trasmissioni televisive oggettivamente inqualificabili.