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I votaroli cibernetici

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

I votaroli cibernetici

Di recente sui social media sono comparsi alcuni commenti ironici in merito a delle risposte errate fornite dall’IA generativa, risposte che evidentemente non sono riuscite ad eludere la “sagacia” contenuta nelle domande stesse – così banali da non far pensare ad altro che allo sberleffo – ma che, con altrettanta evidenza sono state giustificate in tempo reale da uno studio che dimostra in effetti che quando l’IA generativa fornisce una risposta errata a una domanda (sia banale che impegnativa) è perché gli algoritmi predisposti a farlo sono stati progettati in modo non del tutto corretto. Dunque si tratta di un errore umano, o magari di un deliberato modus operandi dell’IA che, nel tentativo di distorcere la realtà, sta generando un testo argomentativo e apparentemente inconfutabile? Sempre di recente, un noto sostenitore dell’IA ha dichiarato che il primo modello al mondo di IA generativa che è stato creato apposta per analizzare la comprensione del ragionamento umano – dal diritto alla matematica – avrebbe raggiunto e oltrepassato il livello di esperienza umana. Perché mai allora non si sarebbe potuto sviluppare già molto tempo prima (nei migliori sistemi di IA, come Open AI, giusto per citarne uno a caso) in modo tale da aver già oltrepassato il livello di esperienza umana quando ancora quel modello era soltanto nella fase embrionale della sua progettazione? Si temeva forse che qualcuno osasse addirittura fare del sarcasmo, e che di conseguenza un nuovo altro modello potesse ridefinire il significato del termine al solo nobile scopo di spacciarlo come un caposaldo della disinformazione (convincendo in tal modo solo un paio di utenti)? Stando sempre alle dichiarazioni di questo noto sostenitore dell’IA, un altro nuovo programma potrebbe risolvere i più grandi problemi della biologia, come per esempio: comprendere la struttura delle proteine, delle molecole, del dna, dell’rna e compagnia bella; e visto e considerato che – pur con tutta la buona volontà di questo mondo l’esperienza umana non potrebbe mai raggiungere simili risultati – perché questo altro nuovo programma non è stato introdotto sul mercato già verso la fine del 2019, in modo da sviluppare più velocemente la composizione dei vaccini anti Sars Cov2? Forse la sovrastima dei decessi catalogati come Covid non avrebbe più avuto ragione di esistere e i milioni di euro intascati dai vari Presidenti di Regione a fronte di richieste di fondi (tra le più disparate, alcuni addirittura a loro stessa “insaputa”) si sarebbero devoluti in beneficenza? O ancora – sempre secondo tali dichiarazioni e in riferimento ai rischi più o meno calcolati a proposito della perdita di posti di lavoro con il definitivo utilizzo delle IA – il noto sostenitore, così come molti altri, ha anche dichiarato che con ogni probabilità saranno creati molti più posti di lavoro di quanti ne perderemo. Dunque per quale ragione i sostenitori dell’IA continuerebbero imperterriti a cercare di influenzare le scelte politiche verso l’inevitabile utilizzo e, di conseguenza, abuso? Per incentivarli forse, in modo tale che gli stessi politici non potranno fare a meno che incentivare poi gli imprenditori, i quali a loro volta privilegeranno senza alcun dubbio la mano d’opera specializzata rispetto al rischio del capitale d’impresa a costo zero (o quasi)? In buona sostanza, chi ci ha guadagnato di più con la recente approvazione del cosiddetto AI ACT? Chi ha votato per una regolamentazione congrua, nonché attenta alle tematiche sociali più rilevanti e soprattutto basata su un metodo sicuro ed eticamente rispettoso dei diritti fondamentali e dei valori democratici? Oppure chi ha votato contro un sistema distopico e disinformante?