Cretinogender
4 Agosto 2020
Focolai e dintorni
31 Agosto 2020
Show all

Fuori i nomi

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Fuori i nomi

Il popolo dei social – e non solo quello, in pratica i popoli più disparati e disperati dell’intero scacchiere politico internazionale, a partire da quello libanese in ordine di apparizione, la più recente, e per ragioni di certo più drammatiche delle nostre – in Italia risulta essere indignato a causa dell’ennesimo scandalo che, secondo quanto riportato dai giornali nazionali, vedrebbe coinvolti cinque parlamentari che pur di arrotondare il loro misero stipendio avrebbero chiesto e ottenuto il rimborso di seicento euro, alla stregua nonché alla faccia di quei poveri cristi aventi partite IVA che per impellenti necessità hanno dovuto richiedere, e subito, per reazione istantanea, si sono scatenati i commentatori seriali di ogni genere a scrivere, ma più che altro a sfogare i loro bassi istinti plebei con ingiurie e invettive irrefrenabili, come a voler deliberatamente minacciare i colpevoli di tale affronto sul fatto che – qualora dovesse ancora succedere – passerebbero dalle parole (scritte in modalità leoni da tastiera, oppure quelle verbali, pronunciate in versione predicatori da comizio del bar dello sport) ai fatti, al grido di “Se non ora quando?” o di qualche altro slogan coniato di fresco magari da una sardonica sardina presenza, che pur di partecipare al cambiamento epocale della società, non accetterebbe un solo centesimo dai vertici di un partito che mai si sarebbe sognato di finanziare un movimento in stile “La meglio gioventù” per risalire nei sondaggi alleandosi poi proprio con una forza politica in cui militerebbe addirittura uno di questi beceri ladri di briciole. “Tanto la colpa è dell’INPS, che in quanto a rispettabilità dell’istituzione che rappresenta, non avrebbe dovuto consentire che la notizia trapelasse senza che i nomi di questi cinque furbetti dei seicento euro (a quanto pare tre esponenti della Lega targata Selfie Made Man, uno appunto del M5S, e un altro di I V di Bunny Scout) fossero resi pubblici, gettando fango sia sul nome dei rispettivi partiti, che screditando il continuo ed integerrimo operato dei suoi dirigenti” : questo avrebbero dovuto saperlo i giornali, quelli che fanno sempre i nomi e i cognomi di tutti gli interminabili scandali che si protrarranno da qui all’infinito assumendosi la piena responsabilità di edizione, che simili dichiarazioni non sarebbero che potute uscire dalla bocca di qualche rappresentante dei partiti appena menzionati e che pertanto, invece di aizzare l’opinione pubblica a prendersela con i cinque furbetti dei seicento euro (i quali, va da sé, sono tutt’altro che da giustificare) avrebbero forse dovuto sensibilizzarla più sull’autore della legge che ha consentito a quei parlamentari di beneficiare del bonus in questione. In casi come questi purtroppo resta una sola cosa da fare – mi ha suggerito una giovane e intraprendente mamma di una bambina di sei anni, che con ogni probabilità il prossimo 14 Settembre dovrà affrontare il suo primo giorno di scuola – ovvero : discutere con il marito disoccupato, ricordandogli che quando il bonus lo avevano chiesto e fu stato loro rifiutato perchè la bambina non risultava essere iscritta ad alcuna lista, lei aveva avuto la premura di consolare entrambi dicendo che in ogni caso ce la avrebbero fatta lo stesso, anche solo con il suo stipendio da impiegata, e che in sostanza il bonus era giusto che andasse a chi stava peggio di loro, ma che i loro nomi non solo non si potevano dire, ma nemmeno si potevano immaginare per non ledere la loro dignità e dimostrare a tutti come e quanto possa funzionare una società coesa e solidale.