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Fotosintesi democristiana

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Fotosintesi democristiana

A inoculare dosi di speranza illimitata – specie per quel che riguarda l’attesissima immunità di gregge – ci hanno pensato gli organizzatori e i partecipanti del mega rave party non autorizzato che si è svolto dal 13 al 19 del corrente mese in quel di Mezzano, nel Viterbese. Ora che la festa è finita e che si contano i danni si comincia finalmente a intravvedere quella famosa luce in fondo al tunnel dei contagi, che dall’inizio della pandemia ad oggi hanno causato nel mondo (secondo le stime) qualcosa come 4 mln e mezzo di morti. Inutile dire che è stata un’iniziativa lodevole, atta a tutelare la salute dell’intera collettività nel rispetto delle più stringenti norme di distanziamento sociale e che – considerato anche il tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine, che tramite una fitta rete di informazioni sono riuscite a garantire lo svolgimento di questa kermesse di indubbia matrice igienista – dovrebbe essere presa a modello in ogni Paese del mondo al nobile scopo di debellare una volta per tutte questo benedetto virus. Del resto, dopo circa 18 mesi di bombardamento mediatico ininterrotto mirato a sancire “insindacabilmente” che il vaccino anti covid è l’unico rimedio efficace possibile contro Sars Cov2 – un virus originato, secondo i migliori scienziati in circolazione, “senza alcuna ombra di dubbio” dal salto di specie – le conseguenze non avrebbero potuto essere diverse. Questa avvilente manifestazione di barbarie dimostra perciò per l’ennesima volta quanto la mancanza di prospettive, unita al rifiuto congenito di rendersi in qualche modo utile alla società, siano alla base del fallimento politico generale. In tempi così distopici come quelli che stiamo vivendo però, viene spontaneo credere che, per paradosso, l’attuale esecutivo possa favorire sia questo genere di “iniziative” che una pianificazione sistematica del pensiero unico (orientato a generare orde di omologati) altrimenti non si spiegherebbe né la “trattativa” del post vittoria agli europei di calcio che “giustificò” l’esultanza in massa dei tifosi in tutte le piazze italiane, né tantomeno l’introduzione del Green Pass come strumento indispensabile per contenere il dilagante contagio delle infinite varianti che si susseguiranno. Ora, se le polemiche che sono insorte a proposito della recente dichiarazione del predecessore dell’attuale Premier – il quale ha di fatto aperto ai Talebani dopo la loro presa di potere in Afghanistan schierandosi apertamente sul fronte del dialogo e oltretutto proprio in difesa dei più fondamentali diritti umani – hanno provocato non soltanto la solita “veemente” reazione della maggioranza dei social dipendenti o leoni da tastiera ( i quali, motivati dai più bassi istinti, non hanno fatto altro e non faranno altro che inveire contro tali figure diplomatiche ignorando che se qui in Italia il dialogo cessasse sarebbero loro i primi a pagarne le conseguenze) ma anche il “logico” attacco sferrato dal mainstrem informativo, che lo ha definito «L’avvocato dei tagliagole» facendo leva proprio su quei bassi istinti, è perché chi si sente in diritto di strumentalizzare certe dichiarazioni non si è mai interrogato né sulle origini del terrorismo né tantomeno sulle aberranti pretese cause di esportazione delle democrazie, continuando imperterrito a pontificare invece che ad oggettivare gli eventi.