“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Forza Roma
Disincentivare l’uso del contante favorendo le transazioni monetarie
tracciabili per combattere l’evasione fiscale in un Paese come l’Italia
sarebbe un po’ come porre in calce a un contratto virtuale stipulato
tra le istituzioni e la criminalità organizzata la propria firma di
avallante, anche se in questo caso il condizionale diventerebbe presto
un presente indicativo visto che la proposta è stata fatta da
Confindustria e che i vertici del nuovo esecutivo potranno sempre e
comunque dichiarare che si sarebbero limitati ad approvare un ddl
che avrebbe aiutato a far crescere le imprese, ma soprattutto le
famiglie, tramite quel senso di responsabilità innato che li costringe
ad operare nell’interesse del Paese. Nel caso dunque questa proposta
dovesse essere approvata e diventare legge l’evasione fiscale
scomparirebbe? Imporre a un’esercente una sanzione amministrativa,
qualora dovesse rifiutarsi di accettare dei pagamenti con il Pos, e al
tempo stesso tassare oltre una certa soglia chi preleva contanti dal
proprio conto corrente, sarebbero delle misure efficaci per
combatterla l’evasione fiscale, oppure per incentivarla? Se per
aumentare il gettito derivante dall’IVA bastasse richiedere la fattura
elettronica al ristorante o dal meccanico – che consentirebbe di fatto
di avere una detrazione sull’importo pagato deducibile sul 730 in
virtù di un’onesta tracciabilità – i contribuenti italiani si metterebbero
tutti quanti in fila, uno per uno, per averla, i contanti sparirebbero
definitivamente dalla circolazione e nessuno oserebbe più dire una
sola parola contro il governo? Difficile esprimersi senza fare del
sarcasmo, ma del resto in un Paese dove la tassazione sia per le
imprese che per le famiglie è ininfluente sul reddito procapite, la
proposta fatta da Confindustria è ineccepibile, non fa una piega, anzi,
si potrebbe addirittura affermare che i vertici della stessa
associazione abbiano preso degli accordi preventivi con il Soviet
supremo per cercare di far risalire nei sondaggi il Selfie made man,
reo (ma non confesso) di aver causato la crisi con il suo harakiri di
Ferragosto, fatto sta che a forza di sentir parlare di cambiamento,
di governo di svolta e di discontinuità, i contribuenti sembrano essere
davvero felici di queste prime misure che, forse, adotterà il nuovo
esecutivo giallorosso. Che bei tempi quando nel 1994 – subito dopo
lo scandalo di Tangentopoli di due anni prima, che aprì le porte all’uomo
simbolo del Rinascimento politico nazionale, il quale, con la Sua visione
liberale e garantista riuscì a proiettare il Paese verso un boom
economico senza precedenti – il miracolo italiano si identificò in un
partito che ancora oggi è determinante nei dibattiti parlamentari e
che conserva il proprio nome nonostante tutte le avversità e le
ingiustizie che ha dovuto subire da parte di una Magistratura
politicizzata : i contribuenti/elettori, all’apice del loro profondo senso
di responsabilità verso le istituzioni, si candidavano spontaneamente,
senza dover per forza palesare competenze in un settore specifico
piuttosto che in un altro, senza dover iscriversi ad alcuna lista civica,
e tutto si svolgeva nel migliore dei modi possibili oltre che ovviamente
alla luce del sole. Oggi invece la trasparenza di questo nuovo esecutivo
giallorosso lascia un po’ troppo a desiderare, i ddl sono più opachi,
gli emendamenti faticano il doppio del tempo a diventare legge,
insomma urge un leader carismatico che si assuma l’enorme
responsabilità che si assunse l’allora già citato Statista per
antonomasia, qualcuno che, senza nulla togliere all’attuale Presidente
del Consiglio, dimostri di avere passione e utopia nel suo dna, facendo
vedere a tutti gli italiani come e quanto sia facile al giorno d’oggi
arricchirsi e trarre giovamento investendo il proprio denaro in
Bitcoin (più tracciabile di così!) : un self made man vero, che forse si
sta già comunque facendo strada nello sconfinato panorama politico
nostrano, uno che abbia una visione liberale e garantista, questo si,
ma che metta in condizione chi detiene grandi capitali inevasi di poter
finalmente generare il cosiddetto nero, adottando questa misura
come priorità nella Sua agenda, e che abbia anche la lungimiranza –
oltre che il coraggio – di fondare un nuovo partito dalle ceneri di
quell’immaginifico miracolo italiano, responsabilizzando il proprio
elettorato in un unico aggettivo (integerrimo) ed esortandolo ad
invocarne il nome auspicando al tempo stesso un’emulazione caput
mundi per il bene collettivo.