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Etica rettiliana

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Etica rettiliana

L’annunciato rincaro energetico reso pubblico in questi giorni dall’attuale Ministro della Transizione Ecologica nell’esclusivo interesse del Paese – che costerà ad ogni famiglia italiana in media 1000 € l’anno – apre una serie di interrogativi inquietanti, soprattutto perché il fattore che ha determinato tale decisione (l’aumento del costo dell’energia ricavata da fonti fossili) continua ad essere la causa primaria delle politiche attuate dall’attuale esecutivo : a che pro istituire prima e mantenere poi un Ministero della Transizione Ecologica se le rinnovabili sono ancora soltanto appena al 25% del fabbisogno sia nazionale che globale, sapendo inoltre che l’intero pianeta è destinato a non raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile che si sono prefissati entro il 2050? Perché dovrebbe spettare esclusivamente agli enti statali – o meglio, alla maggioranza degli enti statali – l’approvvigionamento energetico, e non alla maggioranza delle imprese private, visto e considerato che sono decisioni che riguardano tutti indiscriminatamente? Per quale ragione i dati analitici relativi ormai a qualsiasi questione sociale sono progressivamente diventati dei diktat, strumentalizzati in particolar modo dai vari esponenti dell’attuale esecutivo? Invece di non fare altro che pianificare interminabili sedute plenarie mirate a “risolvere” le criticità connesse all’ambiente in cui viviamo – fingendo di investire il denaro versato dai contribuenti in fondi destinati alla sostenibilità – non sarebbe più logico demandare l’arduo compito di ampliare le infrastrutture dell’eolico e del fotovoltaico a delle imprese private devolvendo loro l’intero importo di quei fondi e al contempo sanzionando le stesse imprese, nel caso non riuscissero a rispettare i tempi previsti per la realizzazione di quelle infrastrutture? In politica una delle tante ragioni per cui l’immobilismo prevale quasi sempre sulla sintesi è perché i dibattiti, essendo di pubblico dominio, si trasformano in campagne elettorali permanenti veicolando progressivamente pretesti demagogici sull’onda di una condivisione a volte giustificata da bassi istinti, altre volte invece resa assurda da evidenti abusi di potere camuffati da “inequivocabili” interessi per la collettività. Nella giornata di domani il CdM varerà quasi certamente – vista la “resa” del “neo” allineato Selfie Made Man – l’ennesimo DPCM riguardante l’estensione del Certificato Verde a tutti i lavoratori. Un segnale importante, finalizzato a raggiungere il tanto agognato 90% (solo il mese scorso bastava l’80%) di vaccinati sull’intera popolazione e sconfiggere così questo dannato virus, ma soprattutto un segnale di responsabilità, la stessa che l’attuale Premier ha dimostrato quando – dopo aver aspettato con ansia spasmodica il pronunciamento a riguardo dell’obbligatorietà, da parte dell’EMA, le cui autorità hanno dichiarato che quella decisione spettava ai vari governi degli Stati membri dell’UE – ha così deciso di non assumersela, “limitandosi” all’estensione del passaporto vaccinale. Del resto si tratta della stessa identica responsabilità che hanno dimostrato le parti sociali nel discutere sul costo relativo al tampone, per chi ancora si ostinasse a non volersi sottoporre alla somministrazione del vaccino anti Sars Cov2 : i vertici di Confindustria hanno detto (esprimendosi rigorosamente con il condizionale) che spetterebbe al Governo, pagarlo. I Sindacati hanno dichiarato uniti e coesi che spetta senza alcuna ombra di dubbio alle imprese, nel “rispetto” di tutti i lavoratori. Domani dunque si vedrà. Quel che è certo è che – qualora il Governo dovesse optare per la soluzione più ovvia, ovvero dichiarare che l’onere e l’onore di pagarlo spetterebbe ancora una volta ai contribuenti – le manifestazioni di protesta si placheranno e ogni singolo partecipante si convincerà sull’efficacia di questo benedetto vaccino mettendosi addirittura in coda con una finta coda, pur di beneficiare delle sue indiscutibili proprietà.