“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Se ormai da mesi si continua a ripetere che la comunicazione è stata a dir poco scellerata in merito alle informazioni che si sono divulgate sulla campagna vaccinale tutt’ora in corso – che secondo la maggioranza degli onnipresenti virologi dell’etere mediatico avrebbero compromesso nell’opinione pubblica la comprensione sull’efficacia del vaccino stesso, che a ragion veduta si sta cercando di perfezionare – perchè all’inizio della suddetta campagna si ha di fatto avuto paura a dichiarare che qualsiasi vaccino era ancora in fase sperimentale, e perchè in molti si sono addirittura schierati a favore dell’obbligatorietà? Escludendo a priori che possa essersi trattato di omettere deliberatamente che era (oltre che è tutt’ora) in fase sperimentale, quale potrebbe essere l’origine di questa scellerata comunicazione, o meglio, trattandosi di una materia di vitale importanza come quella della salute umana, non sarebbe più opportuno ripetere fino alla nausea che è stata proprio questa omissione a rendere scellerato il comunicare in questi termini? Ipotizzando uno scenario post pandemico, che presumibilmente (almeno si spera) prima o poi si vedrà, qualora si dovesse acclarare che i suddetti esperti l’abbiano fatta apposta questa omissione semplicemente per andare in tv a garantirsi introiti e vanagloria, come si dovrebbe comportare il cosiddetto governo dei migliori nei loro confronti? Mettiamola così : se alla luce di simili rivelazioni un parlamentare proponesse un emendamento coercitivo obbligando i responsabili di questa grave omissione a risarcire i parenti delle vittime di questa sciagura con una congrua sanzione amministrativa, chi lo voterebbe? A quali provvedimenti disciplinari potrebbero andare incontro i responsabili? Il parlamentare A lo propone, paradossalmente tre quarti dell’Aula lo approva sia alla Camera che al Senato, ma, poco prima che diventi legge, giunge notizia che i dati relativi ai sondaggi effettuati sull’intenzione, da parte dei parenti delle vittime, di voler essere risarciti, sono in netto calo e dunque sarebbe più opportuno rimandare (se non archiviare come non fattibile) l’emendamento a data da destinarsi : per assurdo, sarebbe l’ennesima dimostrazione di come nemmeno tramite una simile improbabile ipotesi fosse possibile espletare un iter corretto delle rispettive responsabilità. Di conseguenza, quale pena giudiziaria dovrebbero scontare i responsabili del mancato aggiornamento del piano pandemico previsto a tempo debito? Se il fallimento della politica ha condotto i più autorevoli rappresentanti istituzionali a prendere delle decisioni determinanti basandosi quasi esclusivamente su dei dati che sono stati creati e modulati da degli algoritmi, proprio per influenzare il pensiero oltre che le convinzioni dell’opinione pubblica, in quale modo dovrebbe reagire l’opinione pubblica? Che cosa sarebbe ancora disposta a subire, prima di dover per forza alzare la testa da sotto quel tavolo? Per quale assurda ragione non è stata fatta una campagna pro cura anti Covid (cure atte a prevenire lo scatenarsi del virus, tutte documentate e dimostrabili) attraverso un’adeguata divulgazione sull’argomento? A cosa serve farsi queste domande, quando nell’era digitale (che dovrebbe essere per definizione l’era iper connessa, che sprizza la sua indiscussa comunicatività da tutti i pori) le risposte che vengono date non sono altro che dei vani tentativi (seriali) di mancate ammissioni di una tanto usata quanto abusata parola come responsabilità?