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È NATO

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

È NATO

L’intervento delle Forze Armate Russe che hanno invaso il territorio ucraino è un atto da condannare, non certo da «deplorare», così come è stato di recente dichiarato all’ONU nel vano nonché vile tentativo di mitigare il conflitto. Questo è vero per una serie di interminabili ragioni. Ma a questo punto della Storia – Storia che nel peggiore dei casi potrebbe anche causare scenari apocalittici dando così ragione ai catastrofisti, qualora l’esecutivo della Repubblica Popolare Cinese optasse dall’astenersi alle risoluzioni ONU schierandosi con il colosso sovietico – perché ci si dovrebbe esimere dal denunciare le enormi responsabilità degli USA e dell’UE di tutto quello che sta succedendo in questi giorni in Ucraina? Perché l’Ucraina, dopo l’indipendenza dalla Santa Madre Russia avvenuta trentun anni fa, oggi più che mai sente il bisogno di entrare a far parte dell’UE? Qualora esistesse una logica relazione tra l’atto di invadere un territorio da parte di un Paese nei confronti di un altro e il pensiero di poter esportare un sistema di governo democratico ovunque lo si voglia imporre, come si dovrebbe comportare l’individuo, da quale parte dovrebbe schierarsi? Dalla parte dei buoni – ovvero dalla parte dell’USA e dell’UE, oppure dalla parte dei cattivi – ovvero da quella della Russia, della Cina e di tutto il blocco orientale? Partendo dal presupposto che qualsiasi guerra è basata su dei predominanti interessi economici si dovrebbe forse cominciare a cercare di capire quali sono state le cause che hanno portato i Paesi belligeranti ad entrare in conflitto, prima di emanare sentenze di apparenti verità, tutte figlie di una narrazione mediatica regolamentata secondo i criteri dettati da chi vuole ad ogni costo che queste guerre si perpetuino. Se un Paese come l’Italia avallasse l’invio militare – o meglio, visto che con ogni probabilità questa decisione verrà presa in “virtù” del fatto che non ci sono alternative ai “diktat” USA/UE, chi dovrebbe schierarsi contro, se non quelli che sostengono da molti anni che la NATO è nata esclusivamente per assoggettare quanta più gente possibile all’omologazione facendo rispettare i “diritti” e i doveri impliciti negli attuali sistemi democratici, dove gli individui si identificano in uno Stato libero e indipendente pur sapendo che la loro indipendenza e libertà sono frutto di continue menzogne fatte passare per verità dal mainstream informativo? Considerata di cruciale rilevanza la divulgazione dei dati relativi all’indice RT durante la gestione della pandemia – giusto per fare un esempio a caso – trasmessi ininterrottamente da due anni a questa parte, sarebbe bastato trasmettere almeno una volta al mese i dati relativi ai Paesi che dispongono del maggiore potenziale bellico per rendersi conto che se siamo arrivati a questo punto della Storia è perché i rispettivi interessi di quei Paesi la cui economia trainante è basata sulla produzione e sul traffico di armi è cresciuta in modo esponenziale : ipotizzando uno scenario in cui ogni individuo potesse rendersi consapevole di questo, indipendentemente dal proprio Paese di appartenenza, come voterebbe, da chi si farebbe rappresentare? Dall’attuale giovane e talentuoso Premier ucraino, che al grido di armiamoci e partite ha di recente dichiarato in un’intervista di due giorni prima di non volersi arrendere all’assedio sovietico per nessuna ragione al mondo – mentre invece era già scappato come un coniglio verso altri lidi – sacrificando la vita dei suoi connazionali come tanti agnelli combattenti? O da un dittatore che governa da più di vent’anni uno dei più grandi Paesi del mondo cercando di sottomettere chiunque possa pensarla diversamente? Oppure magari da un Presidente che in una mattina di Febbraio dell’anno 2022, dopo essersi svegliato, ha dichiarato al mondo intero che se nel caso la Russia non dovesse rispettare le sanzioni economiche imposte dall’UE/USA scoppierebbe la Terza Guerra Mondiale? Un Presidente eletto democraticamente, beninteso, in un Paese nato dall’indipendenza da un Regno Unito che da quasi due secoli e mezzo non ha fatto altro che esportare democrazia. O forse, per cercare di mitigare il Verbo, si dovrebbe dire «diffondere»?