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Deficit salda debito, Governo : Avanti tutta.

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Deficit salda debito, Governo : Avanti tutta

Una delle falsità più colossali divulgate pubblicamente da politici,
intellettuali, ed altri impavidi moralisti di rilievo del circuito mediatico
esistente quando le cose vanno più o meno male per tutti, è che gli
italiani sono stanchi di essere presi in giro, ma che comunque la si
possa pensare in proposito hanno sempre dimostrato di essere in
grado di scegliere da che parte stare. La triste realtà invece non può
che limitarsi a stigmatizzare simili affermazioni come derive
demagogiche dettate dal voler ad ogni costo far vedere qualcosa che
non esiste e che invece avrebbe dovuto essere vista come una
vocazione politica, ma che purtroppo, dalla prima Repubblica in poi,
ha continuato a diventare la dimostrazione evidente di un fallimento
del tessuto sociale ed economico. Questo Paese è sempre stato e
rimarrà ingovernabile (…) il perchè lo sappiamo tutti soltanto che
a forza di raccontarci balle vicendevolmente finirà magari che un
giorno toccherà proprio a noi fuggire da guerre indicibili, altro che
discutere sul rischio che stanno correndo le famiglie e le imprese
per le scelte pericolose attuate da questo governo – manco se quelle
fatte in passato da i precedenti fossero state determinanti per
migliorare le condizioni della collettività. Alla maggior parte degli
italiani piace essere presi in giro semplicemente perchè conviene e
anche perchè – malgrado risulti impopolare – si sono sempre fatti
guidare o da incapaci, o da mafiosi, oppure da inquilini modello
domiciliati a Palazzo Chigi ma residenti a Castelgaldolfo.
Ora, senza se e senza ma, dal punto di vista liberale, il livello di
incompetenze senza precedenti dimostrato dall’attuale esecutivo
starebbe portando il Paese al fallimento, da quello populista invece,
chi in realtà il Paese ce lo ha portato sul serio al fallimento dovrebbe
essere in galera e non avere più voce in capitolo.
Secondo il tam tam mediatico di questi giorni i vecchi pionieri del
garantismo liberale sarebbero ancora gli unici esponenti politici
capaci sia di risanare il debito pubblico che di favorire la crescita e
l’occupazione, oltre che naturalmente evitare di intercorrere nelle
sanzioni amministrative imposte dall’UE qualora la manovra di
bilancio dovesse sforare i limiti percentuali dei parametri consentiti;
stando a sentire chi la pensa in modo diverso invece sarebbero
proprio loro, i vecchi pionieri del garantismo liberale (che si
sarebbero indebitati con l’UE al solo scopo di favorire esclusivamente
le banche, i lobbisti, nonché i servi dell’informazione che tutt’ora
ricevono finanziamenti pubblici) ad essere i principali responsabili di
quanto sta avvenendo, di conseguenza il disorientamento continua
a regnare sovrano. Se è vero che la ragione non sta mai da nessuna
parte però, non occorrerebbe essere un economista, né tantomeno
un finanziere creativo per capire che quel genere di debito non si
potrà mai estinguere, e invece no, invece – grazie all’intervento dei
“garantisti liberali” che non ammettono certo ignoranza in materia
(tant’è che all’epoca dell’affiancamento della lira con la moneta unica
europea hanno fatto di tutto pur di far capire agli elettori che quella
era una misura necessaria da intraprendere per poter risanare i
conti pubblici) l’unico modo per uscire fuori da questa situazione
sarebbe far pagare alla collettività quel debito attraverso un
programma di “giusti” investimenti (Tap/Tav/Slot machines, etc) per
poi poter lanciare una propaganda ininterrotta auto celebrativa
attraverso i canali da loro stessi sovvenzionati – dalla serie “… io ti
pago per dire quello che devi dire, altrimenti non lavori”.
Inoltre, in aggiunta a questi filantropi che paventano lo scarso
assistenzialismo, la mancanza di prospettive per i giovani, oltre che
naturalmente l’uscita dall’eurozona e il conseguente fallimento del
sistema paese, ad aspettare al varco della tradizionale crisi di inizio
mandato ci sono i nazionalmenscevichi (riabilitati) ovvero la classe
dirigente con tutti i loro più autorevoli rappresentanti e tutti i
miliardi di persone che appartengono al più grande partito italiano
mai esistito e che soltanto domenica scorsa – in previsione della
lunga kermesse di Piazza del Popolo – hanno manifestato il proprio
dissenso dimostrando le tesi contenute nel celeberrimo
“Dove andare ?” del suo leader più carismatico in dodici punti
programmatici (che una volta sintetizzati si potrebbero di fatto
riassumere nell’esortazione, rivolta alle donne del partito, di
scioperare sessualmente al nobile fine di emulare la “Lisistrata”
di Aristofane consacrando così una volta per tutte l’indiscusso
primato intellettuale che da sempre ha contraddistinto i suoi
militanti) in modo tale da rispettare i tempi per ricordare la carica
rivoluzionaria di 101 anni fa avvenuta proprio in questo mese a circa
3000 km di distanza. Considerato dunque che la prossima coalizione
di governo – che con ogni probabilità cambierà l’aspetto cromatico in
rosso azzurro – avrà senza ombra di dubbio alcuno tutti gli strumenti
necessari per riportare in ordine i conti pubblici senza sforare i
parametri europei, i cittadini potranno finalmente riassaporare
quella tanto sospirata spensieratezza.