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Bunny Scout e l’autogrill maledetto

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Bunny Scout e l’autogrill maledetto

Quando un parlamentare della Repubblica Italiana commissiona a un proprio subordinato la produzione di un falso dossier – secondo cui un ente nazionale per le telecomunicazioni avrebbe versato in favore di una società lussemburghese (che si occupa di cinema e che ha negato, con prove documentate) un falso accredito, per l’ammontare di svariate migliaia di euro – per screditare una testata giornalistica, cercando oltremodo di passare come un politico che opera nell’interesse del Paese, c’è qualcosa che proprio non torna, o meglio, che mina i fondamenti stessi dell’informazione di Stato. Inutile dire qui i fatti e gli antefatti, i nomi e i cognomi degli attori di una vicenda che è già stata ampiamente illustrata dalla testata giornalistica in questione, così come è inutile segnalare anche che il protagonista di questa vicenda, ovvero Bunny Scout, dovrebbe quanto meno chiarire in Aula come si sono svolti in realtà i fatti, con documenti alla mano che confuterebbero quanto dimostrato dalla testata giornalistica (o magari tramite slides, visto il soggetto, direttamente proiettate su una parete dell’emiciclo) ; inutile perchè evidentemente a una buona parte dei parlamentari sta bene così. Ciò che invece è utile ricordare e che dovrebbe far riflettere tutti gli italiani, nessuno escluso (specie in un momento come questo) è un articolo della Costituzione, che dice “il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Ora, è vero che potrebbero insorgere interminabili interpretazioni a favore, o del suffragio universale, o di un sistema epistocratico, a seconda delle convenienze dei vari partiti, enti, associazioni o fondazioni nazionali, ma, considerato che negli ultimi trent’anni in questo benedetto Paese non si è ancora riusciti a fare quelle riforme strutturali, indispensabili al cambiamento, (in primis quella della giustizia, per ovvi motivi, il legittimo impedimento del taumaturgo del miracolo italiano è stato un iter inoppugnabile) occorre sottolineare alcuni aspetti di questo articolo costituzionale. Che cosa s’intende per effetto di sentenza penale irrevocabile, quando diversi esponenti della Magistratura, i quali dovrebbero essere i garanti delle sentenze penali operando con la massima trasparenza e integrità deontologica, vengono giudicati da dei loro colleghi perchè hanno commesso dei gravi reati? Oppure che cosa s’intende per indegnità morale, quando un parlamentare della Repubblica come Bunny Scout si permette di agire in tal senso? E per incapacità civile, s’intende forse promettere di governare facendo alleanze per poi distruggere le stesse alleanze e coalizzarsi con delle forze che fino a un minuto prima erano all’opposizione? Il tempo per fare questi giochetti dovrebbe essere stato abolito da almeno quarant’anni, eppure si continua a non fare le riforme necessarie alla svolta, si continua a dare il diritto di voto a qualcuno che addirittura rappresenta una minoranza in Parlamento, oltre che esercitare il suo “diritto” a falsificare dei documenti all’unico scopo di gettare fango sul giornalismo d’inchiesta. E nonostante tutto ci sono molti esponenti dell’informazione che si sono schierati in difesa di Bunny Scout, ovviamente, dimenticando però che le sue avventure sono ancora in auge, e che dunque potranno ancora essere segnalate da qualche complottista renitente pronto ad inseguirlo in macchina fino all’autogrill, o magari a mettere una microspia ambientale nel suo salotto di casa, chissà, resta il fatto che lui, Bunny Scout, alla stregua di Indiana Jones, continuerà imperterrito ad andare alla ricerca dell’arca perduta e a zigare in Aula su questo piuttosto che su un altro emendamento pronto a trasformarsi in legge, zigzagando le coalizioni non in linea con il suo integerrimo operato pur di mantenere il suo 4%.