Loggia P6
20 Febbraio 2018
Aspettando l’incarico
13 Marzo 2018
Show all

Appello con diviso

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

 

 

Appello con diviso

 

 

L’astensionismo al voto in un Paese come il nostro è sempre stato

causato da due fattori imprescindibili, l’uno “complementare”

all’altro : il primo – che affonda le radici nella mentalità dell’italiano

medio onesto, il quale, partendo dal presupposto che chi fa politica o

chi comunque entra a far parte di un qualsiasi movimento è di per sé

un corrotto (e corruttore) oppure uno che non ha voglia di lavorare –

fa in modo che sia praticamente impossibile che qualcuno possa

rappresentare tutti quelli che la pensano così, ed è in “perfetta

simbiosi” con il secondo – che è insito nel dna dell’italiano medio

disonesto, il quale, a prescindere dal colore dello schieramento di

chi si sussegue al governo continua imperterrito a credere

nell’illegalità curando di fatto solo i propri interessi.

Se a questi due fattori si sommano anche quei fenomeni che sono

soliti imperversare nel panorama sociale – quali, la sfiducia nelle

istituzioni, il precariato, l’ignoranza, o paradossalmente proprio

l’istruzione, che genera critiche spietate, per non parlare poi del

voto di scambio oppure dei brogli elettorali (anche perché altrimenti

si correrebbe il rischio di lasciare sempre aperte certe parentesi) –

si può facilmente intuire perché l’astensionismo è ancora, ad oggi,

il primo “partito” nazionale. Le ragioni?

Da un punto di vista oggettivo si potrebbe rispondere che l’offerta è

quella che è – ovvero, l’assunto di un operato fallimentare – e che di

conseguenza andrebbe cambiato il sistema per selezionare la classe

dirigente. “Ma è quello che stiamo già cercando di fare, soltanto che

si sono messi tutti contro per impedircelo …” replicherebbe qualche

esponente di parte (inutile menzionare l’appartenenza).

Purtroppo però non è con l’auto giustificazione che si può ambire a

convincere chi decide di non andare a votare a diventare un

potenziale elettore. Occorre fare mea culpa: è vero che lo stress

di una campagna elettorale è frustrante, è comprensibile, bisogna

comunque saper riflettere molto bene prima di una qualsiasi

dichiarazione pubblica, specie se l’ambizione è quella di governare.