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“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

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Sebbene in Medio Oriente la situazione, ora, sia più incandescente che mai, da qualche giorno l’attenzione è progressivamente diminuita. Difficile dire a che cosa sia dovuto questo improvviso calo d’interesse da parte degli organi di stampa preposti a garantire un’informazione credibile, oltre che attendibile: i “soli” 150 palestinesi trucidati, tra cui 14 bambini, durante i raid sionisti – registrati qualche giorno fa nel sud della Striscia – con ogni probabilità non fanno nemmeno più notizia, oppure, forse, sarà perché quella legittima priorità di rilevanza (dei palinsesti multimediali unificati) avrà senza dubbio imposto ai vari capi redattori di occuparsi prima di tutto di questa sorta di israelofobia dilagante, che pare si stia insinuando addirittura in Parlamento, per poi giustificare i bagordi e le gioiose e relative urla di vittoria della gioventù “neoliberista” di Tel Aviv. Visto e considerato però che il rush finale per accaparrarsi la poltrona più ambita alla Casa Bianca sta per entrare nella sua fase saliente – ripresa ininterrottamente da una maratona diretta d’obbligo, a ragion veduta, con tutti gli scongiuri che il prossimo (o la prossima) Lame Duck faranno – oggi, a seguito di una dichiarazione rilasciata dall’ayatollah della Repubblica islamica iraniana, il quale ha detto che il loro esercito colpirà Israele prima ancora dell’esito delle elezioni politiche a stelle e strisce, il portavoce dell’amministrazione statunitense ha subito risposto dicendo che se l’Iran dovesse attaccare Israele gli USA difenderebbero Israele a spada tratta. Soltanto qualche settimana prima, invece, stando a quanto dichiarato dallo stesso ayatollah durante un’altra intervista (rilasciata in merito agli attacchi iraniani del Primo Ottobre sferrati contro Israele) lo stesso portavoce rispose che, qualora Israele avesse attaccato l’Iran (come poi di fatto è avvenuto) gli USA si sarebbero limitati a non intervenire militarmente, se Israele avesse risposto. Che sarebbe un po’ come se l’America dicesse a Israele: « Bene, se colpite ancora l’Iran sarete artefici del vostro destino, ma, se non lo farete, lo diventerete ugualmente». Agli avi, o per meglio dire, ai coloni atavici semiti dunque, l’arduo enigma.