“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Mentre su TELEGRAM e/o altri canali simili – discriminati dai media a causa di quella loro indole così eversiva e disinformante – si continua a consolidare la propria credibilità nei confronti dell’opinione pubblica attraverso una narrazione distopica, comunque basata su testimonianze attendibili, che non hanno fatto altro che alimentare le congetture di chi ipotizza che il peggio debba ancora presentare il conto al mondo intero – c’è ancora chi nei canali ufficiali dell’Informazione di Stato si ostina a bollare come false certe notizie senza nemmeno più sforzarsi di confutarne la veridicità. La tendenza a tale ostinazione – essendo ben remunerata, sotto tutti gli aspetti, e che si avvale oltremodo di una coltre oscura di menzogne e di calunnie, ma a volte anche di fatti indiscutibili di cronaca quotidiana (questo va detto) – appartiene all’ordine tra virgolette naturale delle cose, oltre che degli individui che la praticano, i quali continuano a dispensare consigli su come ci si dovrebbe vestire a seconda dei cambi di stagione per riuscire a mantenere uno status di salute invidiabile (anche questo va precisato). Detto ciò, l’elencare una lista di notizie che fanno capo ad una stessa tematica, ma che sono in ogni caso trasmesse con narrazioni discordanti, sarebbe impossibile – anche soltanto cominciando dall’inizio del Quinto Atto dell’interminabile faida israelo/palestinese (vale a dire dallo scorso 7 Ottobre) – pertanto è solo possibile cercare di comprendere in linea di massima i meccanismi che regolano il cosiddetto fact-checking. Intanto occorre dire che sarebbe più opportuno definirla una verifica dei contenuti multimediali trasmessi dagli organi di stampa preposti, il cosiddetto fact checking, sforzandosi magari di evitare di usare la lingua inglese per abbreviare il discorso che si sta facendo e rischiando così di risultare logorroici (soprattutto perché di solito chi si esprime in lingua inglese per spiegare certe cose potrebbe anche essere afflitto da una forma di logorrea cronica). Poi ovviamente è indispensabile chiarire come fare. Facendo un esempio banale : se un qualsiasi utente volesse verificare l’autenticità di una notizia su BUTAC (giusto per citare uno dei più autorevoli fact checker che si possono facilmente trovare in Rete) e questa notizia si riferisse ad un articolo scritto da una giornalista della cosiddetta narrazione distopica dal titolo “L’EMA sapeva dal primo momento che il vaccino non evita il contagio”, si ritroverebbe la pronta smentita – con tanto di chiarimenti da parte della redazione di BUTAC – la quale sosterrebbe inconfutabilmente la tesi secondo cui non sarebbe affatto vero che i vaccini anti Covid furono autorizzati per prevenire la trasmissione del virus, in quanto, sia nel sito ufficiale dell’EMA che su altre autorevoli fonti (vedi l’Istituto Clinico Humanitas) è chiaramente spiegato che i vaccini anti Covid sono stati sviluppati con l’unico obiettivo di ridurre la gravità e la mortalità della malattia, non quindi necessariamente per impedire la trasmissione del virus. Quell’articolo pertanto – secondo BUTAC – porterebbe l’utente a schierarsi con coloro che si sentono presi in giro da EMA, AIFA, nonché da altre agenzie internazionali qualificate. Dunque l‘EMA – che già descriveva nel 2021 il vaccino come «un preparato per preparare il corpo a difendersi dall’infezione di Sars Cov2» (senza nominare la prevenzione del contagio) – sempre secondo BUTAC – che sostenne anche quanto dichiarato dall‘Istituto Clinico Humanitas, ovvero che : « … noi non sappiamo in maniera definitiva se il vaccino impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione.» – sarebbero entrambi delle fonti attendibili. Questo è dunque, o per meglio dire, sarebbe il modo migliore per verificare l’autenticità di una notizia. Per chi invece volesse approfondirla e, sempre per esempio, intendesse informarsi in merito allo stesso argomento, ma su altre fonti d’informazione indipendente, potrebbe andarsi tranquillamente a vedere o a sentire come e perché la Procura di Urbino stia tutt’ora indagando sulla natura di questi vaccini anti Covid e di come e perché un ricercatore scientifico abbia denunciato sia Pfizer che Moderna sostenendo che la composizione del farmaco in questione non è quella dichiarata, e che in buona sostanza produce quello che dovrebbe combattere, di conseguenza produrrebbe un effetto virale acronico diventanto di fatto un’arma patologica, tant’è che parrebbe perfino coperta dal segreto militare (lasciando all’utente stesso la facoltà di discernere a quali scopi sarebbe stato somministrato obbligatoriamente a tutta la popolazione). Oggettivamente dunque, a chi si dovrebbe credere? Alla narrazione dominante, secondo cui per verificare la veridicità di una notizia, bisognerebbe affidarsi a BUTAC (o magari a BUFALE.NET) tenendo sempre conto che soltanto le loro versioni sono inconfutabili? Oppure a chi ha il coraggio di mettere in dubbio ciò che agli occhi dell’opinione pubblica deve per forza di cose passare per essere recepito come un dogma?