“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
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In una valle arida vicino alla città ugandese di Yumbe, dove quasi 200.000 rifugiati si sono stabiliti in una comunità chiamata Bidi Bidi, gli scienziati stanno costruendo uno spazio unico per artisti e altri artisti. Negli ultimi sette anni, Bidi Bidi si è trasformato da un promettente rifugio per i rifugiati in fuga dalla terribile carneficina del Sud Sudan in un insediamento permanente. Il Bidi Bidi Music Center, attualmente in costruzione, sarà visto come un anfiteatro basso e luminoso in metallo e pietra che ospiterà anche uno studio di registrazione acustica e un’aula di musica. Il tetto dritto in metallo del centro avrà un secondo scopo oltre a quello di riparo: è una struttura a forma di imbuto per raccogliere la pioggia per le persone. Nel frattempo, all’esterno sarà realizzato un vivaio e una piantagione.
Costruito da Hassell e LocalWorks, uno studio di design con sede nella capitale ugandese di Kampala, il centro è un raro esempio di innovazione architettonica dedicata all’arte nei siti sfollati. E potrebbe servire da esempio per i nuovi borghi. Xavier De Questellier, responsabile globale del design presso Hassell, ha detto che spera che il centro dia vita a una serie di progetti simili. Poiché il numero di rifugiati sul pianeta è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, raggiungendo i 33 milioni su 22, alcuni campi temporanei come Bidi Bidi si sono trasformati in insediamenti permanenti come le città. Poiché la crisi climatica peggiora il clima, che a sua volta potrebbe portare a carenza di cibo, si prevede che il numero di rifugiati sul pianeta non farà altro che aumentare.