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Insalata Ucraina

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Insalata Ucraina

Filo putiniani da salotto, oppure no vax uguale sì Putin, sono solo alcuni degli epiteti usati dalla propaganda “democratica” per far sì che la maggior parte della sudditanza buonista e pacifista identificasse e malgrado tutto continui ad identificare il nemico vero, quello cattivo. Una sudditanza pronta a fare qualsiasi cosa pur di difendere il popolo ucraino dall’invasore russo : lo si può facilmente evincere ascoltando in che modo chi, tra un caffè e un altro, riesce a sputare sentenze lapidarie contro i totalitarismi di ogni genere sfoggiando una preparazione invidiabile in materia, o magari visualizzando i tweet di qualche becero esibizionista social che da dell’ignorante a chi secondo lui non capisce che «questa maledetta guerra è profondamente sbagliata e ingiusta come tutte le guerre e che perciò è da condannare senza se e senza ma», seguito ovviamente da una miriade di punti esclamativi; senza contare i fomentatori seriali di odio sociale, ovvero quelli che – indossando costantemente la peggiore delle maschere che sono costretti ad indossare al talk show di turno – sono soliti fare il loro predicozzo morale a qualcuno incapace di controbattere o, peggio, a qualcuno che è pagato per non controbattere. Tutte persone, queste, pronte a combattere per lo stesso sistema governativo che le ha relegate ad un ruolo di sudditanza permanente al solo scopo di garantirsi un iter legislativo congruo, ma soprattutto il più longevo possibile, degno dei peggiori abusi di potere che siano mai stati inflitti alla collettività. Nel fare le guerre è la collettività a pagare il prezzo più alto, oltre ovviamente alle vittime, e anche se è banale ricordarlo occorre dire che chi dice che alla fine non ci saranno né vinti né vincitori sostiene il falso sapendo di sostenerlo, evitando deliberatamente di fare i nomi e i cognomi di chi attraverso questo strumento di morte e di devastazione continua ad arricchirsi basando la propria economia di Stato sul patto di belligeranza. Se non si vuole capire questo a che pro temere l’abisso? A che pro accelerare un processo di auto distruzione? Perché non cercare di cambiare stili di vita, tornare ad avere altre esigenze, ad instaurare relazioni interpersonali più credibili, più sane? Tra le tristi e penose ultime notizie che giungono dal fronte ucraino – anche se bisogna riconoscere che la propaganda “democratica” nazionale non si è ancora così espansa in toto nella sua narrazione in stile USA/UE da poter sostituire definitivamente il termine “ultime notizie” con il termine “breaking news” – una spicca in modo particolare, sia per l’ovvietà che per i paradossi causati dalla globalizzazione, a proposito delle sanzioni imposte al regime sovietico : il ritiro e la chiusura di tutti i punti vendita Mc Donald dal territorio russo. Che sia la volta buona che le eccellenze enogastronomiche a stelle e strisce rimangano nei propri confini territoriali? Lo sapevano tutti che questa guerra doveva prima o poi scoppiare, perché allora trasformarla in un conflitto Oriente/Occidente? A che cosa dovrebbero servire i negoziati quando le reciproche intenzioni di espansione risultano vane? Perché il Vaticano non dovrebbe offrire spontaneamente tutti gli spazi che ha a disposizione per poter ospitare i profughi e i richiedenti asilo? Insomma, perché si continua a commettere gli stessi errori? Come in ogni epoca vissuta in passato, che guarda caso ritorna sempre quando si tratta di guerrafondai fisiologici, in questa guerra si faranno i conti prima dei danni e dei costi per la ricostruzione e poi dei morti, ma fino a che le amministrazioni governative si ostineranno a voler propinare omologazioni e stili di vita conformi allo standard imperante, il mondo non potrà fare altro che regredire.