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Opzione Armageddon

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Opzione Armageddon

A circa due settimane dall’inizio delle ostilità in territorio ucraino la situazione sembra peggiorare minuto per minuto. Le cause scatenanti che hanno generato quello che potrebbe addirittura diventare il conflitto per antonomasia sono note a tutti – ovvero la progressiva espansione della NATO, nata già dalle ceneri dell’ex Unione delle Repubbliche Sovietiche nel remoto 1991 – eppure, nonostante l’invasione delle truppe russe in Ucraina sia un atto che non può non subire un’unanime condanna, chiunque si azzardi a menzionarle, le cause, viene tacciato di avallare in qualche modo la belligeranza. Perché? Quali sono i fattori scatenanti di questa intolleranza all’altrui pensiero? Così come ci sono tutt’ora persone che pensano perfino che questa guerra non sia altro che l’estensione di un video gioco, in altre parole, che secondo queste persone la narrazione mediatica non avrebbe fatto altro che mentire spudoratamente sui crimini commessi dall’esercito russo (che poi sono le stesse che negavano e negano l’esistenza di Sars Cov 2) esistono purtroppo delle persone che pensano che per dare un segnale forte e scuotere l’opinione pubblica in merito alla barbarie perpetrata dal colosso militare sovietico sia necessario se non addirittura indispensabile cancellare qualsiasi connessione con la storia dell’arte e della cultura russa, tant’è che le tangibili testimonianze a riguardo in questi giorni si sono susseguite in modo esponenziale sotto gli occhi di tutti, e anche se ora alcuni esponenti dell’Università Bicocca stanno cercando di riparare all’errore commesso il danno è stato comunque fatto. Lo stesso danno – commesso sia dal primo cittadino di Milano nell’aver impedito a un grande direttore d’orchestra di dirigere un’opera alla “Scala” soltanto perché è russo e sia dal direttivo RAI nell’aver voluto epurare un suo noto corrispondente da Mosca solo perché ritenuto all’unanimità troppo filo governativo (russo) – è frutto di quella stessa narrazione mediatica intrisa di discriminazione, che da quando è iniziato il Conflitto ha continuato a bombardare ininterrottamente l’opinione pubblica a proposito del deplorevole atto del dittatore russo (che con il popolo nulla ha a che vedere) senza curarsi affatto di ricordare le cause che lo hanno generato. Come a ragion veduta sosteneva Hannah Arendt, ovvero che le guerre non garantiscono o tutelano i diritti delle persone, ma si limitano esclusivamente a ridistribuire i poteri – a meno che lo spettro incombente di una eventuale guerra nucleare non si manifesti in tutta la sua terrificante assurdità – l’asse USA/UE dovrà scendere a compromessi ben più cospicui con l’isolato dittatore, rispetto alle sanzioni e all’invio di arsenale bellico, non tanto perché il più grande e potente esercito militare al mondo non teme minacce di questo genere, quanto invece perché fino ad ora i negoziati si sono rivelati un fallimento. Fino a che la NATO non riconoscerà che la propria espansione territoriale è stata la causa scatenante del Conflitto e che perciò si dovranno ridisegnare altri confini, la pace tarderà ad arrivare. Se, in coscienza, si ritiene sacrosanto manifestare per la pace nel mondo, che dovrebbe essere sì cosa buona e giusta, perché mai non si dovrebbe poter manifestare contro le cause che hanno generato questa ennesima guerra?