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Schettinopoli

“L’OSSSERVATORE SPIATO” RVISTA OCCASIONALE IIN RETE

Schettinopoli

Che cosa in sostanza oggi sia rimasto del pluralismo d’informazione è difficile da decifrare – specie perché le maggiori emittenti del mainstream, avendo instaurato progressivamente un rapporto di fiducia incondizionata con gli utenti, continuano ad offrire spazi, contenuti e visibilità addirittura agli invisibili, clochard inclusi, prendendosi cura di loro senza offenderli mai, ma soprattutto senza interromperli mai, anzi, invitandoli nel contraddittorio del talk show di turno in numero sempre superiore rispetto all’unico ospite politico o tecnico. Sarebbe pertanto lecito chiedersi – qualora non vivessimo in un’epoca post apparente, ovvero in un’epoca in cui una buona parte dei giornalisti del mainstream accusano i tristemente noti virologi di essere tele onnipresenti malgrado l’ambito riconoscimento spetti di diritto ai primi – se per caso si potrebbe perfino sperare un giorno di scalfire questa coriacea nonché scintillante corazza inibitoria indossata quotidianamente da chi non tollera dissensi? Per poter evolversi in un certo modo – che possa soddisfare trasversalmente le più comuni esigenze – la comunicazione ha bisogno di cambiare, è una necessità impellente, oltre che naturale e fisiologica. Se, per esempio, un individuo corrotto venisse considerato dall’opinione pubblica come una sorta di modello di emancipazione socioeconomica (anche se di fatto lo è già comunque) politicamente invidiabile, per invertire la rotta o riportare la maggioranza dell’opinione pubblica sulla retta via, non sarebbe poi così indispensabile ricordarlo ogni due minuti ininterrottamente, anche perché – considerata l’attuale propaganda non stop propinata da due anni a questa parte da chi ha costantemente operato in tal senso, ovvero inculcando tutti i benefici che si sono potuti trarre dal pensiero unico dominante – si finirebbe per essere censurati nel migliore dei casi, se non umiliati o screditati. Partendo quindi dal presupposto che nemmeno di fronte a prove inconfutabili si riuscirebbe a scalfire quella corazza – prove che da sole dovrebbero essere sufficienti a far espiare ai colpevoli le relative condanne dei crimini commessi – perché si continua ad annunciare in pompa magna che dopo la fatidica data del 31/03/2022 terminerebbe il già vigliaccamente prorogato stato d’emergenza? Quale dovrebbe essere l’identikit dell’utente medio che ancora crede a simili informazioni quando è già stato pianificato quasi tutto nei minimi dettagli, dalla sperimentazione a 360° di una dittatura tecno sanitaria imposta in un Paese la cui sudditanza è consolidata da secoli e secoli di esperienze, alla stessa rielezione farsa dell’attuale Presidente della Repubblica? Quali prove ci dovrebbero essere a sostegno di un simile complotto mai rivelato dai media tradizionali? Nemmeno una! Proprio perché – anche nel caso quelle prove diventassero inconfutabili, che inchioderebbero i colpevoli alle responsabilità dei loro crimini (e molte di queste prove sono già state documentate) – in nome della più rigorosa deontologia sarebbero comunque fatte passare o come delle balle oppure come delle elucubrazioni di qualche disadattato, che a ragion veduta dovrebbe diventare un personaggio penalmente perseguibile. Di recente – a proposito di responsabilità e del ruolo che dovrebbe avere un uomo al comando di un intero popolo – oltre al suo consueto aplomb istituzionale palesemente autocelebrativo, nonché all’unanime ovazione che scatta in modo spontaneo da parte di chiunque sia costretto o addirittura felice di lodare il suo indiscutibile operato, l’attuale Premier ha espresso la propria determinazione nell’escludere uno scenario in cui potrebbe rinnovarsi la prossima legislatura ricoprendo ancora la stessa carica. Escluse però le analisi di qualche sporadica e isolata voce anticonformista, non sono stati molti quelli che hanno chiesto all’attuale Premier come fare per poter abbandonare la nave prima di aver messo in salvo l’intero equipaggio. Come è potuto succedere in uno Stato di diritto quello che è accaduto in Italia da appena un anno a questa parte? Grazie allo zelo di chi ha fatto e continua a fare di tutto affinché le commissioni d’inchiesta relative ai tragici eventi che si sono susseguiti ritocchino i capi d’accusa o ritardino l’iter, grazie all’encomio di chi – a fronte di un’inaccettabile illegittimità e irresponsabilità come quella dimostrata dall’attuale esecutivo – ha preferito imperterrito a prostrarsi al pensiero unico dominante, in buona sostanza, grazie all’inconfondibile senso di responsabilità che da sempre contraddistingue e al contempo unisce gli elettori con la classe dirigente.