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Bastoni & Carote

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Bastoni & Carote

Ai più potrà sembrar bislacco, ma parlare di irreversibilità nel giorno della Ricorrenza dovrebbe diventare obbligatorio – specie se questa irreversibilità viene propinata con tanto ardore e spirito patriottico da chi domani ha previsto la riapertura delle attività produttive. Un processo di irreversibilità si compie, o meglio, dovrebbe compiersi, nel momento stesso in cui vengono fatte delle scelte politiche ponderate, lungimiranti, che impediranno alla gente di ripetere gli stessi errori commessi in passato, non quando si da retta esclusivamente a dei diktat sanitari imposti dai dati scientifici, di certo attendibili, ma strutturati in modo tale che l’incognita in essi contenuta non possa garantire la certezza analitica dei dati stessi. E’ vero che questa suona più come una provocazione che come una riflessione, d’accordo., ma è altrettanto vero che la gestione della pandemia è stata deleteria. Così, alla stregua della migliore attendibilità dei sondaggi elettorali, ci troviamo oggi in uno stato di per così dire sbaraglio permanente, visto che ormai sono qualcosa come tredici mesi che si continua a ripetere che l’unica vera arma in grado di fermare la diffusione e i contagi è il distanziamento sociale, mentre intanto il fattore discriminante – quello che genera astio e incomprensioni tra i rappresentanti delle attività produttive – continua a farla da padrone. Va da sé che la riapertura resti un provvedimento legislativo indispensabile in un momento come questo, ma perchè puntare il tutto per tutto su una campagna vaccinale (finora disastrosa) se non per l’ennesima volta esimersi dalle proprie responsabilità, prima, nel non aver chiuso tutto e subito a tempo debito (vale a dire a Novembre 2019, se non addirittura prima, e cioè quando qualcuno sapeva già che l’Italia non aveva un piano adeguato e aggiornato nonostante sapesse dell’arrivo imminente di Sars Cov2) e poi nel dichiarare che se non si può riaprire è colpa dei dati scientifici? A nulla serve recriminare ora, se non a trasmettere la rabbia ultraterrena di chi purtroppo è scomparso, o magari a veicolare quella di chi ancora c’è ma che ha perso tutto, resta il fatto che chi – nel nome dell’unità e della coesione – ritiene e sostiene di non essersi sufficientemente indignato contro quelli che rifiutano di vaccinarsi tacciandoli di irresponsabilità, oltre che di vigliaccheria, mentre invece chi – in netta minoranza ma invocando gli stessi sani e nobili princìpi – dice di non essersi incazzato abbastanza contro tutti quelli che si sono addirittura messi in coda per farlo, il vaccino, nonostante avessero dei dubbi in merito sia sull’origine del Sars Cov2 che sulla continua sperimentazione delle case farmaceutiche. La cosa buffa è che il concetto di irreversibilità in politica non esiste. Dunque a che pro esternarlo, se non a scopo demagogico? Perchè illudere la maggior parte degli italiani a credere ciecamente nel PNRR costringendo le generazioni future a un fine debito mai, sapendo che l’UE è stata fondata su una coesione monetaria, prima che politica, e che soltanto assoggettando il proletariato e le classi meno abbienti, facendo loro pagare gli stessi debiti creati e maturati da chi ha voluto con forza che questa Istituzione imperversasse, si potrebbe intonare tous les peuples ensemble (convintamente, direbbe qualche comico o qualche politico) l’Inno alla Gioia? Perchè invece di sperperare i contributi pubblici nel PNRR non li si potrebbero investire orientandoli verso dei sostegni reali (non semplici briciole) a fondo perduto, specie per le piccole imprese e i dipendenti, e fare quelle riforme necessarie ad espletare un cambio di passo determinante, invece di continuare da oltre quarant’anni ad usare lo stesso infallibile metodo del ti dimezzo le tasse per poi triplicartele sotto un’altra forma? Quale occasione migliore sarebbe questa, di poter finalmente attuare una riforma strutturale delle telecomunicazioni e impedire la diffusione e la propaganda ininterrotta del Nulla multimediale, se non vedendo, da una parte, l’ormai quasi superata invidiabile soglia delle 120000 vittime causate dalla pandemia, e dall’altra, la non ancora superata “lite furibonda” di turno avvenuta nel salotto o nell’atollo del solito reality di turno? Ascoltando passivamente ogni falsità e nefandezza sbandierata da una buona parte degli organi di stampa nazionale in merito alla gestione pandemica – giusto per ribadire per l’ennesima volta che cosa si voglia intendere per libertà di pensiero e d’espressione, nel caso i più obiettassero i fondamentali di una simile proposta sostenendo che così facendo verrebbe meno sia l’una che soprattutto l’altra – si può oggi affermare che è arrivato il momento di segnalare ai più che i responsabili di questi omicidi seriali di massa (spacciati per decessi causati dall’evoluzione del salto di specie e non ancora di fatto denunciati, sebbene la Procura di Bergamo si stia dando da fare) debbano poter essere un giorno condannati per crimini contro l’umanità. Evidentemente però i tempi non sono maturi : in primo luogo perchè la censura e la propaganda soft attuata dal mainstream informativo imperverseranno indisturbate soffocando ogni sterile voce che tenterà invano di opporsi, a data da destinarsi, ma specie perchè i poteri forti – quelli più conosciuti, il cui “indiscutibile merito” sta nel servirsi delle persone invece che essere al servizio delle stesse, che detta così rende forse l’idea dell’abisso paradossale in cui siamo tutti sprofondati – continueranno a garantire ancora meno quella libertà di pensiero e di espressione da loro stessi demonizzata, proprio per cercare di rendersi più credibili agli occhi dell’opinione pubblica fingendo di dimostrare che i princìpi democratici su cui è fondato uno Stato di diritto sono e resteranno irreversibili.