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PNRR

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

PNRR

Che il nostro Bel Paese sia una Nazione che potrà sempre contare sull’operato di circa sessanta milioni di premier – decessi da Covid più decessi da altre patologie meno – è indubbio, ma che l’attuale Presidente del Consiglio italiano abbia di recente apostrofato l’attuale Premier turco “un dittatore necessario” (compromettendo nonché danneggiando le relazioni diplomatiche e di conseguenza commerciali tra Roma e Ankara) è, da un punto di vista democratico, oggettivamente inammissibile, oltre che essere, forse, un segnale probatorio della tenuta di un asse franco italiano che – stando alle ultime in merito agli armamenti – starebbe progressivamente cercando di trovare la via maestra per rendere l’UE indipendente dalla NATO facendo altresì in modo di relegare la Germania ad un ruolo più marginale. Per questo sarà interessante vedere come verranno realmente impiegati i fondi del Recovery Plan, a prescindere dalle dichiarazioni pubbliche, di facciata, mirate esclusivamente ad orientare l’opinione pubblica a credere sulle scelte epocali e indispensabili attuate dall’UE che – così come una madre affettuosa e apprensiva è solita prendersi cura dei propri figli – sa come amministrare al meglio i propri fondi e le proprie risorse mettendole al servizio della collettività. Il PNRR (meglio noto come Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, ovvero il Recovery Plan) in sostanza prevede sei missioni strutturali d’intervento : 1) Digitalizzazione. 2) Transizione ecologica. 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile. 4) Istruzione e ricerca. 5) Inclusione e coesione. 6) Salute. Per quanto concerne la prima – che considerando le altre cinque avrebbe forse dovuto avere un’altra posizione nell’ordine numerico delle priorità – escludendo fattori imprescindibili quali, in primis la tracciabilità economica (che se fatta bene dovrebbe quanto meno garantire in tempi anche piuttosto stretti l’azzeramento dell’evasione fiscale permanente che continua ad appestare questo Paese, mentre invece in sostanza è mirata ad assicurare una pressochè totale libertà d’azione ai grandi evasori) poi l’implementazione della sicurezza nella gestione dei dati sensibili (che di norma dovrebbe infondere all’utente la certezza che i propri dati siano in una botte di ferro, ma che di fatto l’unica certezza che riuscirebbe ancora a offrire è che il concetto di privacy si è estinto da almeno trent’anni a questa parte) e soprattutto lo sviluppo delle intelligenze artificiali (che se da una parte contribuiscono ad agevolare oltre che a risolvere molti problemi, specie in ambito medico, dall’altra sollevano questioni etiche di indubbia giustificazione, si pensi soltanto al concetto di sperimentazione nel replicare una coscienza umana tramite algoritmi) sarebbe perciò lecito supporre che sia di buon auspicio questa prima missione del PNRR. Così come del resto sarebbe lecito auspicare che i fondi amministrati dall’UE e ripartiti ad ogni Stato membro per riuscire a venir fuori da questa emergenza senza precedenti possano in futuro garantire, senza se e senza ma, tutte e sei le missioni strutturate d’intervento previste dal PNRR. Peccato però che nel PNRR non si siano previste, né tantomeno viste e prese in considerazione, delle altre missioni strutturate d’intervento, quali : 1) la digitalizzazione, cominciando ad orientare una cospicua parte degli investimenti mirati a coprire l’intero territorio nazionale con il ricavato dei vitalizi prima tolti ai parlamentari corrotti e poi ridati sotto forma di bonifico stanziato dall’ente preposto per la previdenza sociale, nonostante fossero dei proventi illeciti. 2) la transizione ecologica, evitando accuratamente di fare dichiarazioni di facciata come, per esempio, la buona gestione del ciclo dei rifiuti e dell’economia circolare quando invece, almeno qui da noi, anche se in realtà esistono delle leggi e delle sanzioni penali congrue per chi non rispetta le regole previste dalla raccolta differenziata, esistono degli escamotage talmente cari alle ASP (Associazioni di stampo politico) che favoriscono l’intervento della criminalità organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti, e purtroppo non soltanto di quelli. 3) le infrastrutture per una mobilità sostenibile, destinando i fondi non esclusivamente alle Grandi Opere – anche perchè l’atto di traforare una montagna di rocce per collegare due città in un mondo iper connesso è di per sé un paradosso della sostenibilità – ma incentivando l’utilizzo di automobili elettriche. 4) l’istruzione e la ricerca, evitando di finanziare atenei e università pronte a giurare e spergiurare il falso sull’origine del Sars Cov 2. 5) l’inclusione e la coesione, usando i fondi per unire, per esempio, le strutture per anziani con gli orfanotrofi, in modo tale da essere utili per entrambi. 6) la salute, evitando di dichiarare pubblicamente che è un diritto imprescindibile dell’uomo, perchè questo genere di dichiarazioni fomentano (e non, potrebbero fomentare) odio sociale in momenti come questi che stiamo tutti passando, destinando quei fondi alle strutture ospedaliere e alle associazioni umanitarie invece che cercare di rendersi indipendenti dalla NATO.