“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Ultimamente pare proprio che l’UE si stia dando da fare alla grande per aiutare la collettività, gli investimenti parlano chiaro : un piano da 750 mld, di cui 500 in sussidi e 250 in prestiti, e visto che l’Italia – che è il Paese più colpito dalla crisi post covid e che potrà beneficiare di ben 172 mld complessivi, di cui 82 in sussidi e il restante in prestiti – dovrà in ogni caso rendere conto attraverso l’attuale esecutivo di essere in grado di convincere in primo luogo le lobbies e i parlamentari di casa nostra, e in secondo alla commissione europea su come rimettere nelle tasche degli investitori pure gli stessi fondi che verranno stanziati a “fondo perduto”(i sussidi) ma comunque a lungo termine, l’impresa non sarà certo delle più semplici (per ovvie e note ragioni). Anche se la commissione europea dovesse proporre l’introduzione di ulteriori nuove tasse ricavate dagli idrocarburi, dalla Rete (la Web tax) oppure della plastica, giusto per citare le più urgenti – aspettando che ogni singolo Paese membro possa adempiere agli oneri imposti tramite il proprio contributo di bilancio riuscendo così a non vanificare tale impresa – diventerà davvero difficile non doversi chiedere quali sarebbero gli interessi dei lobbisti, per esempio, che qui da noi non più tardi di due settimane fa hanno avuto il “coraggio” di richiedere un prestito di fondi pubblici per un ammontare di 6.3 mld ponendo delle condizioni allo Stato e ottenendo pure delle garanzie (ovvero ricattando di fatto lo Stato, nel senso che se lo Stato accettava le condizioni di FCA per la concessione di quel prestito FCA si impegnava a restare in Italia assicurando il lavoro negli stabilimenti alle famiglie italiane, altrimenti avrebbe delocalizzato) in tempi record oggi sono già riusciti ad intascarlo, il prestito : se dunque la consegna è stata puntualmente effettuata, a discapito e a sfregio di tutte quelle imprese che ancora oggi li devono vedere, i prestiti, chi più di loro avrebbe interesse nel mandare avanti un progetto europeo sapendo di non poter fare altro che guadagnarci nel beneficiare di un prestito così poderoso e oltretutto esentasse? Chi, più delle banche europee, delle fondazioni sotto copertura e dei gruppi finanziari che controllano i flussi di liquidità tracciabile “veicolata” dagli euro parlamentari? I vari fondi per così dire di facciata – che a questo punto potrebbero anche chiamarli Never Expires UE invece che Next Generation EU, se non altro per una forma di “rispetto” nei confronti delle nuove generazioni – che vengono stanziati dall’UE per risanare i bilanci dei Paesi membri orientandoli (così come dovrebbe essere) nella sanità pubblica, nello sviluppo ecosostenibile o nella digitalizzazione, da chi vngono reinvestiti e come, o per meglio dire, i soldi che per esempio FCA richiede allo Stato per poter implementare la propria attività produttiva a causa dell’emergenza pandemica, perchè non vengono concessi a condizione di rispettare una clausola di salvaguardia relativa all’emergenza sanitaria o alla tutela ambientale che obbligherebbe l’azienda stessa a versare una congrua percentuale direttamente sul c/c di poniamo il Policlinico Gemelli, oppure della Enel Green Power? In sostanza, quali dovrebbero essere le ripercussioni in termini economici per una popolazione – quella europea – stremata dalla pandemia e dai suoi conseguenti drammatici effetti, se non quelle di austerità, da sempre l’obiettivo primario e comune della tecnocrazia tout court allo scopo di assoggettare la popolazione stessa a contrarre un debito perenne e inestinguibile, un’austerità che purtroppo in questo caso è stata causata secondo i più da un evento così “imprevedibile” come quello che stiamo tutti vivendo? Sovranisti a parte – per quanto la definizione di sovranismo possa ancora illudere troppi vecchi e nuovi celoduristi devoti alle evoluzioni demagogiche permanenti del Selfie Made Man – i quali mirano a una disfatta europea semplicemente per riuscire a per così dire portare a casa qualche risultato in più rispetto a quello che già sono riusciti a fare durante la scorsa legislatura sull’onda di un eventuale, ma la tempo stesso improbabile, 35% di consenso, il solo leader politico che in questo momento storico senza precedenti pare che ce la stia proprio mettendo tutta nel tentativo di realizzare il sogno europeo è l’attuale Presidente del Consiglio, il quale però, con tutte le sue migliori intenzioni, oltre a dover districarsi dagli attacchi delle opposizioni (incluse quelle interne) dovrà anche essere in grado di continuare a mediare i rapporti con la commissione europea, e considerato che la poderosa misura economica proposta dall’UE deve rispettare i parametri imposti sia dall’asse franco tedesco che dal muro austro olandese, più che vederla come un piccolo passo dell’uomo che corrisponderebbe a un grande passo per l’umanità questa “svolta” dei Recovery Fund, se davvero volesse continuare a perorare le cause degli italiani forse dovrebbe interessarsi con ancora maggior zelo e impegno a delle vicende come quelle di FCA – altrimenti rischierebbe non soltanto di perdere la fiducia degli italiani, ma anche di far passare il sogno europeo come una sorta di allunaggio pilotato.