“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Con l’approssimarsi della misura più innovativa che attuerà questo governo per poter garantire una tracciabilità sugli individui positivi al Covid 19 e al tempo stesso un repentino isolamento di quelli che verranno a contatto con loro (ovvero l’installazione dell’app “Immuni”) la domanda più ricorrente che un po’ tutti si sono fatti in riferimento alla concessione dei propri dati personali è rimasta la stessa, vale a dire perchè farsi dei problemi di privacy in un momento come questo se tanto i vostri dati personali li avete concessi spontaneamente scaricando una miriade di altre applicazioni sul vostro smartphone? Per rispondere occorre in primo luogo ricordare che se al posto dell’attuale esecutivo ci fossero stati Selfie Made Man & soci l’app in questione si sarebbe chiamata “Apri chiudi e apri” e avrebbe incluso nelle sue fruizioni sia i nomi di qualsiasi locale disposto ad assicurare i servizi essenziali come gli aperitivi e la movida su tutto il territorio nazionale, e sia le date e gli oggetti delle ordinanze imposte dalle Regioni alle RSA di riferimento – questo per una ragione di trasparenza, che è nota essere come una delle parole chiave usate dagli esponenti delle amministrazioni governative regionali (non quanto “responsabilità” ma poco ci manca) e poi è altrettanto doveroso ribadire che per far funzionare questa app (se non a pieno regime almeno in parte) e renderla uno strumento davvero efficace dovrebbe essere scaricata da qualcosa come circa 30 milioni di utenti, per giunta italiani. Con questo, qui non si sta cercando di denunciare gli italiani che se ne fregano delle restrizioni e che magari, avvalendosi del “ruolo” che ricoprono in società, si sentono in dovere di ridicolizzare chi rispetta le ordinanze, ma si intende offrire un modesto contributo propositivo a chi si occupa di trasparenza, in termini di privacy, e di competenze, in materia di responsabilità. Considerato che ormai la digitalizzazione è entrata di diritto a far parte del nostro sistema immunitario e che in pratica esistono già delle applicazioni tecnologiche (per fare qualsiasi cosa) che si possono tranquillamente scaricare sul proprio smartphone senza dover per forza avvertire quella sgradevole sensazione di essere spiato in ogni movimento o pensiero – a meno che non si abbia la sagacia e la lungimiranza di qualche avventore della casa più spiata d’Italia – una delle alternative alla app “Immuni” (che potrebbe sopperire alla mancanza di smartphone sufficienti a garantire tale servizio, ma al tempo stesso anche essere usata come deterrente per disincentivare certi comportamenti) potrebbe essere l’app “Mesencefali”, che si può tranquillamente scaricare dal proprio sistema nervoso addirittura in completa autonomia. A differenza dell’app “Immuni” le funzioni dell’app“Mesencefali” constano nelle seguenti modalità : se, per esempio, nella prima app, quando uno degli individui che l’ha scaricata risulta essere positivo al Covid 19 e di conseguenza gli operatori sanitari provvedono a dargli un codice di autorizzazione attraverso cui l’individuo può scaricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo proprio per evitare di dover caricare la lista dei codici di altri individui con i quali è entrato in contatto, nell’app “Mesencefali” è lo stesso individuo che si auto suggerisce semplicemente di non entrare in contatto con altri individui e che qualora, sempre per esempio, avesse un impellente bisogno di andare dal parrucchiere a farsi tagliare i capelli, prima di compilare la relativa auto certificazione che comproverebbe la provenienza e la destinazione dell’indispensabile spostamento, potrebbe anche optare per una soluzione tanto impossibile (da pensare) quanto inaudita (dal mettere in pratica) come quella dal farseli tagliare da qualche suo parente stretto, invece di aspettare che crescano a dismisura giorno dopo giorno – manco fosse dovesse diventare come un legionario romano di Caio Bonus, che credendo di aver assaggiato la pozione magica di Panoramix presa per sconfiggere “l’esercito gallico” si beve quella per far crescere i capelli, oltre che la barba, inciampandoci pure sopra. Insomma, “modalità”a parte, l’unica vera misura da adottare in casi come questi dovrebbe essere quella di poter inoculare del semplice buon senso, eppure, anche se in molti hanno pur dimostrato di averlo assimilato sotto svariate forme, chi sarà quel super eroe così potente dal renderci immuni da un’inevitabile seconda ondata di contagi se non il 45esimo Presidente USA, il quale ha di recente dichiarato di non ritenersi responsabile delle morti causate proprio da una sua precedente dichiarazione nella quale esortava l’individuo a iniettarsi o a ingerire del disinfettante? Chi potrà garantirci la tutela di un’informazione corretta e imparziale, se non quella derivata quotidianamente dalla propaganda filo lobbistica speculativa e mirata a formare un’opinione pubblica consapevole? Se già ad oggi sta cominciando a trapelare una fuga di notizie – facilmente documentabili e avvalorate da fonti attendibili – a proposito sia di questo eccidio batteriologico che di questo scempio economico finanziario creato ad hoc dalla criminalità organizzata e legalizzata per fare in modo che a pagare siano soltanto le popolazioni, in quale modo potranno e dovranno essere giudicati tra poniamo vent’anni i colpevoli e i complici? Sulla base dei reati commessi sarebbe sufficiente istituire un processo come quello di Norimberga, oppure si dovranno coinvolgere i tribunali di mezzo mondo in smart working soltanto per cercare di risalire alle rispettive responsabilità? Una cosa è certa : tenendo conto che si tratterà dell’anno 2040 non mancheranno le app in grado di poterli giustiziare per poi resuscitarli subito dopo, giusto perchè a seguito dell’ennesimo ventennio di pace e di prosperità sia i primi che i secondi diventeranno pronti per indottrinare le nuove generazioni verso una nuova religione, con tanto di genesi e di deuteronomio, oltre che di nuove teofanie.