AIAI
2 Gennaio 2020
Memento storico
20 Gennaio 2020
Show all

USA E GETTA

         “L’OSSERVATORE SPIATO”

         RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                                 

USA E GETTA

 

“Abbiamo il miglior esercito del mondo, esportiamo il modello migliore di democrazia, da sempre, rappresentiamo lo stile di vita migliore, tuteliamo solo i nostri interessi perché è soltanto in questo modo che si guida un grande Paese, sappiamo chi sono quelli che vogliono mettere il mondo a ferro e fuoco ed è per questo che dobbiamo eliminarli dalla faccia della Terra, uno per uno, perfino se dovessimo impiegarci mezzo secolo. Quei popoli non meritano la tirannia di questi terroristi”. No, non è una dichiarazione dell’attuale Presidente degli USA – anche se potrebbe esserlo, basterebbe cambiare e togliere o aggiungere qualche parola per replicarne il senso e la testualità – è semplicemente lo stralcio del pensiero di chi cerca di provare una certa empatia per Donald Trump, il quale, con l’eterno pretesto di difendere il proprio grande Paese da attacchi terroristici sempre più copiosi (che per altro sono stati generati proprio da chi ha guidato gli USA da circa mezzo secolo a questa parte, strumentalizzandoli e causando guerre e devastazioni in ogni parte del mondo grazie al “miglior modello di democrazia da esportare senza ricevere nulla in cambio in nome della Libertà”) ha pensato bene di eliminare il generale iraniano Qassem Soleimani soltanto perchè – ritenendolo pericoloso – avrebbe potuto compiere attentati, rischiando di scatenare un conflitto bellico di portata apocalittica che lascerebbe ben poco spazio all’immaginazione. Procedendo a ritroso, non senza aver consultato prima delle fonti attendibili, si potrebbe riassumere che in questi tre anni di governo in cui l’attuale Presidente degli USA ha espresso in più occasioni cosa ne pensasse della situazione in Medio Oriente – indicando sia i suoi obiettivi primari (ovvero il disimpegno militare in quelle aree di guerra, Siria in primis, a seguire Libia e Iraq) che le sue ambizioni (imporre dazi alla Cina e uscire dal Trattato sul nucleare iraniano firmato nel 2015 dal suo predecessore) – ora che l’approssimarsi della naturale scadenza del suo mandato elettorale (il prossimo Novembre) è vicina, abbia agito semplicemente perchè, mirando ai consensi, una volta rieletto attraverso la propaganda strategica imperniata sul dovere di incutere paura nella popolazione, la prima promessa che farà ai suoi elettori magari sarà quella di rimuovere l’ex direttore della CIA Mike Pompeo dal suo attuale incarico di Segretario di Stato (visto da tutta la stampa internazionale come un falco) per sostituirlo con una colomba in grado di comprendere le esigenze di un Paese come l’Iran e controfirmare così il Trattato sul nucleare che firmò nel Maggio del 2018 dichiarando in via ufficiale che gli USA si ritiravano unilateralmente da quel Trattato. Tutto è possibile. Ma a che cosa serve quel Trattato, o meglio, il JCPOA (Join Comprehensive Plan Of Action) ovvero il Piano d’Azione Congiunto Globale comunemente noto come l’accordo sul nucleare iraniano conseguito dopo due anni di intensi negoziati, se a detenere il totale dei 13850 ordigni atomici presenti al mondo sono solamente nove Paesi e tra questi non figura l’Iran, mentre al primo posto figurano la Russia e gli USA, che insieme posseggono la quasi totalità dell’arsenale bellico esistente, ovvero di 12675 ordigni atomici? Se al posto di Russia e USA all’apice di questa assurda e triste classifica ci fossero Iran e Israele avrebbe più validità? Come verrebbe considerato, alla stregua di questo, che è tutt’ora in vigore e che comprende il negoziato tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Paesi come Cina, Russia, Francia, Regno Unito, a breve solo Inghilterra, USA, più la Germania) e l’UE, ma che a quanto pare non ha funzionato, oppure come una vera e propria garanzia di pace per l’umanità, come una sorta di pianificazione rassicurante per i posteri del futuro millennio?