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Inizio spettacolo

    “L’OSSERVATORE SPIATO”

  RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                         

  Inizio spettacolo

 

“La longevità della militanza in un partito non può dare adito a delle esternazioni così tronfie di demagogia e di irresponsabilità come quelle annunciate da un pluri pregiudicato come il prode cavaliere”che detta così potrebbe anche sembrare una sintesi dell’operato dello stesso partito fondato nel remoto 1994 proprio da quel cavaliere, o per meglio dire dall’unico essere umano che mai abbia solcato la faccia di questa Terra esclusivamente per evitare una deriva autoritaria delle sinistre, che invece hanno inevitabilmente fatto sprofondare il Paese nel baratro senza fondo di una crisi nazionale incontrovertibile, sembrerebbe quasi una fotografia reale dell’Italia dalla seconda Repubblica in poi che – in sua assenza beninteso – ci avrebbe consegnato ad un’ingrata fine (altro che le condizioni disastrose dei Paesi sudamericani, perfino il Biafra ci avrebbe sorpassato in termini di PIL) e invece no, invece è una strategia, o meglio, un vero e proprio programma politico di governo che lo stesso cavaliere ha pensato bene di proporre allo sconfinato nonché imponente esercito di cloni pronti a replicare ogni sua singola mossa da parlamentare. Considerato che oggi quelli che mangiano i bambini – ovvero gli avversari – si chiamano come un albergo di lusso, malgrado non siano stati capaci di dimostrare la loro appartenenza a una classe sociale media che avrebbe voluto soltanto evitare di finire di essere rappresentata da degli incompetenti ma che purtroppo ha dovuto eleggerli votando per i meno peggio sapendo di dover prima o poi tornare a farsi derubare e prendere in giro proprio da quelle sinistre derubando e prendendo in giro a loro volta gli stessi incompetenti avversari eletti, perché è così che funziona qui da noi, intercettando  la proverbiale fedeltà dell’elettorato ai rispettivi partiti, il prode cavaliere (che comunque sia nella Storia resterà sempre il più amato dagli italiani in virtù dell’11esimo comandamento che solo il Padre eterno poteva dargli, vale a dire “va e diffondi il Verbo dei Grandi Fratelli ovunque a tua immagine e somiglianza”) nella sua infinita bontà e nell’indiscutibile interesse che ha sempre dimostrato di avere per il Paese è arrivato addirittura a fare un passo indietro in vista della a quanto pare se non imminente quanto meno prossima crisi di governo dichiarando, o meglio, facendo un outing in piena regola senza se e senza ma, ammettendo la propria responsabilità circa il fallimento del suo operato. Roba da non credere, eppure è successo : per l’ennesima volta è riuscito a dimostrare a tutti che cosa vuol dire la differenza tra una parola come responsabilità e un’altra come irresponsabilità. Il programma consta in 5 punti fondamentali, A B C D E. E’evidente però che a forza di essere costretto ad  ascoltare della satira da quattro soldi si sia riservato di esporlo, ma non perché potrebbe sotto un certo sguardo evocare il fatto di come sia perfino riuscito da neo maggiorenne a prendere tutte le patenti stradali esistenti, oltre che al tempo stesso di fare della satira vera, sensata, più che altro perché invece potrebbe davvero funzionare. In effetti è un’iniezione di fiducia per il popolo italiano vedere ancora una volta che il ritorno del prode cavaliere – specie se coadiuvato da una solita alleanza – sia l’unica forza in grado di guidare il Paese verso la strada di quelle riforme così indispensabili a costruire insieme agli altri popoli – con i Verdi in prima fila – gli Stati Uniti d’Europa, anche perché il merito sarebbe comunque solo suo (anzi, SUE, qualora si volesse dar retta all’acronimo evitando di farglielo in qualche modo sapere perché scambierebbe volentieri l’acronimo per un’ eventuale avvenente alto rappresentante delle istituzioni con sede a Bruxelles). Si pensi alle infrastrutture, alle grandi opere naturalmente, ma in particolar modo si pensi all’intrattenimento, a ciò che da quel fatidico momento in poi verrà inteso – oltre che interpretato – dalla stragrande maggioranza degli italiani : il filmare un automobilista mentre si sta scaccolando il naso disperatamente prima che scatti il verde (il semaforo s’intende) diventerà un must, si formeranno addirittura delle scuole di pensiero sul modo di riprendere la vittima, creando così pure dei nuovi posti di lavoro, oppure – e questo sia detto per inciso andrebbe bene solo per gli amanti del cult – l’avere quella fortuna di assistere dal vivo ad una rissa tra due squilibrati, emulando le loro gesta in separata sede e postandole sui social inventandosi i nomi dei protagonisti, verrà riconosciuta come una e propria forma d’arte contemporanea, insomma, non si potrà che trarne dei vantaggi. Tradurre questa amara riflessione in parole adatte nello sforzarsi di segnalare esclusivamente che cos’è che non va più in questo Paese purtroppo però non è sinonimo di irresponsabilità, significa soltanto che abbiamo irrimediabilmente perso la connessione tra la politica e la cultura e che proprio per questo motivo saremo costretti a vederne delle belle.