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Dall’era B. all’era X è passato o un millennio o un secondo, o forse un qualunquista

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Dall’era B. all’era X è passato o un millennio o un
secondo, o forse un qualunquista

Dire che spetterebbe a delle associazioni culturali poter anche
soltanto immaginare di attuare una rivoluzione generale del sistema
mediatico sarebbe retorico, anche se, in questo senso, nemmeno con
gli sforzi compiuti dalle autorità più in vista delle stesse associazioni
si potrebbe riuscire ad invertire quella tendenza che costringe la
maggioranza degli utenti radiotelevisivi ad assistere più che altro a
dei talent o a dei reality show piuttosto per esempio che a delle
trasmissioni di divulgazione scientifica. Il pessimo gusto – imperante,
esibito senza alcun ritegno in ogni trasmissione che rispetti quanto
meno i canoni imposti da quel genere di spettacolarizzazione –
imperversa indisturbato da almeno trent’anni (dall’era B. per capirci)
favorendo ininterrottamente l’obbligo di una programmazione di
palinsesti omologati e producendo spettacoli (se così si possono
definire) sempre più abominevoli ; purtroppo – anche se questa
ennesima e banale riflessione non va certo oltre ciò che di fatto è –
a guadagnarci continuano ad essere quelle solite emittenti (sia
pubbliche che private) che hanno saputo speculare con indubbia
professionalità. A questo proposito – fermo restando che la seguente
proposta potrebbe essere vista sia come un modo irriverente di
prendersi gioco dei vari direttori artistici che operano nel settore
(e come tale interpretata come provocazione da chi dovesse sentirsi
chiamato in causa) e sia come un’improbabile misura cautelativa
adottata da qualche esponente di governo per far fronte a simili
emergenze – potrebbe nascere una nuova figura professionale, una
sorta di operatore in grado di evocare ogni singola trasmissione che
ha contribuito a degenerare l’aspetto radiotelevisivo italiano
tracciando una mappa del trash più tradizionale da allora ad oggi, un
agente che svolga la funzione di cancellare quel tipo di ricordi, un
agente DTM per esempio ( delete those memories, nell’italiano medio
l’acronimo inglese è di maggior impatto, è risaputo) :
una guida insomma, una guida capace di illustrare le anomalie del
sistema mediatico proprio come una guida turistica nazionale sarebbe
in grado di illustrare agli stranieri i luoghi italiani da loro stessi
visitati. Così come agli albori degli anni ’60 in televisione fece la sua
comparsa il maestro Manzi, il quale aiutò molti degli allora analfabeti
a leggere e a scrivere (tant’è che ancora oggi qualcuno ha riproposto
le sue lezioni come modello di insegnamento) anche oggi, al tramonto
degli anni ’10, la RAI dovrebbe promuovere l’ingresso in scena di
diversi docenti di scienze delle telecomunicazioni che si assumano la
responsabilità di istruire i nativi digitali sull’importanza del pluralismo
multimediale, sulla comprensione della fenomenologia dei reality show,
sull’analisi dei dati dell’interpretazione che gli utenti del trash sono
soliti offrire quando assistono a certi spettacoli e soprattutto quando
commentano quello che guardano. Purtroppo però (non si può proprio
fare a meno di constatare con amarezza e a priori le polemiche che
potrebbero senz’altro scaturire da un’eventuale realizzazione) la
maggioranza in toto – dai vertici istituzionali ai vari direttivi delle
aziende coinvolte – si opporrebbe, tacciando chiunque ci tentasse di
orientare il pensiero collettivo, di strumentalizzare l’opinione pubblica
al fine di consolidare un’azione di governo irresponsabile mirata a
rovinare una miriade di persone che lavorano nel mondo dello
spettacolo, e con ogni probabilità quelle polemiche andrebbero ad
alimentare il già ardente calderone della paura di essere governati
da una classe dirigente populista e sovranista, dimenticando che cosa
in realtà servirebbe a questo Paese.