“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Diritti & doveri
Il recente auto oscuramento di Wikipedia finalizzato a sensibilizzare e
a salvaguardare gli utenti della Rete per continuare a fruire sia
dell’ enciclopedia online più conosciuta che a promuovere la
libertà d’espressione individuale – che purtroppo in molti casi tende
ad offendere le istituzioni, così come in altri si appropria
indebitamente dell’altrui onestà intellettuale – è soltanto il prologo
di quello che potrebbe succedere oggi al Consiglio Europeo riunito in
seduta plenaria in materia di diritti d’autore.
Dire chi rischia cosa e perchè gli editori debbano poter beneficiare
di una tassa sui contenuti di autori che copiano e incollano i testi di
altri autori che fanno capo a questi editori per poter in qualche modo
esprimersi è inutile, specie in un sito come questo – anche perchè si
sono già spese fin troppe parole in proposito. E’ utile invece segnalare
che chi prende posizione in favore della normativa – dicendo che la
stessa non è indifferente al tema delle fake news, che anzi rischia di
di favorire una maggiore visibilità di contenuti truffaldini a discapito
di quelli di qualità, in quanto un editore avrebbe l’interesse di
pretendere un compenso (costringendo chi vuole condividere una
notizia a pagare) al tempo stesso però esponendosi a un rischio legale,
mentre invece un costruttore di notizie false rinuncerebbe volentieri
alla tassa sui link rendendo i propri contenuti condivisibili e al tempo
stesso privi di rischi legali – forse lo sta facendo perchè vuole far
credere all’opinione pubblica che la riforma sui diritti d’autore sia
un provvedimento necessario, in buona sostanza perchè vuole far
passare lucciole per lanterne. Premesso ciò – tenendo inoltre conto
che il proibizionismo ha generato trasgressione da sempre, in ogni
campo – veniamo al “primo capitolo” : che cosa succederebbe in
materia di diritti d’autore se il Consiglio Europeo approvasse e
ratificasse una simile normativa, e quali interessi avrebbero i colossi
del web, i giornali più titolati, nonché gli stessi governi nel mettere il
bavaglio alla libera informazione che circola in Rete?
In primo luogo maggior controllo, è evidente – il quarto potere spetta
soltanto alle testate giornalistiche che ricevono finanziamenti
pubblici, quindi perchè dovrebbero esistere altre fonti di informazione
che divulgano fandonie? E su questo punto i miti da sfatare sulla tanto
discussa normativa sarebbero infiniti, proprio perchè un eccessivo
controllo non porterebbe altro che ad implementare l’operato
individuale generando alleanze inaspettate, nuove associazioni, forse,
persone insomma in grado di ribellarsi spontaneamente manifestando
il proprio pensiero contro gli abusi di potere non soltanto dietro la
tastiera di un p.c., ma anche unendosi e partecipando in modo attivo
a eventi che contano (non di certo accodandosi allo stadio o alla
presentazione di un nuovo prodotto tecnologico, beninteso).
In secondo luogo, sia i governi, che la stampa finanziata dagli stessi,
che ovviamente i colossi del web, non potrebbero che perderci in
questa assurda operazione, favorendo così i sostenitori del
complotto e i giustizialisti e – di conseguenza – se la causa di cotanta
controversia in merito a questa vicenda sui diritti d’autore non fosse
la libertà d’opinione e di espressione, l’effetto multimediale non
sarebbe stato così dirompente. A buon intenditor poche parole.