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Io mi chiamo Pasquale Caputo

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

 

 

 

Io mi chiamo Pasquale Caputo

 

 

 

Per offrire un’informazione corretta oggi sarebbe sufficiente

documentarsi su un argomento – a prescindere che si tratti della

cronaca dei fatti avvenuti o dell’inchiesta di turno svolta dagli stessi

giornalisti – e approfondirlo con la dovuta cura necessaria, oppure si

dovrebbe cercare di evitare di porre dei limiti a questa cura e

soprattutto non circoscrivere i relativi dibattiti mediatici ai soliti

deliranti opinionisti aprendo un confronto più ampio, capace di

coinvolgere paradossalmente un numero limitato di interlocutori ?

Quali credenziali dovrebbero avere questi ulteriori interlocutori in

un’ipotetica apertura della forbice di confronto, qualora emergessero

delle analisi costruttive dalle tematiche affrontate ?

Chi verrebbe penalizzato e chi trarrebbe vantaggio da questa

iniziativa ? Entrando nel merito della questione, supponendo perciò

che un giornalista – relativamente noto, incaricato di fare un

sondaggio sulle preferenze di ascolto di programmi televisivi

trasmessi nella fascia pomeridiana dalle emittenti più conosciute –

inizi con il guardarsi tutte le trasmissioni inerenti al sondaggio che

sta per fare per poi creare un grafico su cui basare le percentuali

di preferenze degli intervistati, presentando a sua volta un

programma di intrattenimento curato da esperti del settore e mirato

ad approfondire l’argomento. A questo programma parteciperebbero

quattro ospiti a puntata (fino a che i vertici del network di

riferimento non optassero per la cancellazione del programma

a causa di un improvviso calo di ascolti, va da sé). Ora, se l’argomento

discusso in questo programma fosse per esempio la gestione della

conduttrice di una trasmissione televisiva (mandata in onda nella

fascia pomeridiana, che affrontasse pure temi scottanti di attualità)

ritenuta troppo faziosa da i vertici del network per essersi a un

certo punto schierata contro l’obbligo di vaccinazione esavalente,

le probabilità di vedere trasformare il dibattito in un turpiloquio

ridondante di voci sovrapposte, oltre che insopportabili, che magari

finirebbero con il dissentire, o meno, dell’abbigliamento indossato

dalla conduttrice durante il corso della stessa puntata sarebbero

pari se non addirittura inferiori a zero, ovviamente.

Ma veniamo a ciò che il bravo giornalista avrebbe fatto prima di

condurre il programma imposto dal network, ovvero, intervistare

gli interessati sul campo (per strada) al fine di tracciare le linee

guida per il sondaggio : in primo luogo sarebbe opportuno chiedersi

sulla base di quale criterio avrebbe scelto i soggetti da intervistare,

visto che chi, come tanti, non ha nemmeno il tempo di farsi il segno

della croce, ha una predisposizione innata a fermarsi davanti a delle

telecamere e concedere qualche attimo parlando pubblicamente di

cose che non lo interessano. Quindi, una volta selezionati i soggetti,

sarebbe utile capire le motivazioni delle sue domande, anche perchè –

oltre a far riflettere l’interessato sulla possibilità di un eventuale

ingaggio da parte del network per aver espresso in toto la sua

conformità a partecipare (anche soltanto come comparsa) a simili

trasmissioni – riuscirebbe quasi sempre a risultare né retorico né

tantomeno banale. In questo caso sembrerebbe dunque palese che

per offrire un’informazione corretta all’utente di oggi basterebbe

un minimo di documentazione e di approfondimento.

Che cosa potrebbe accadere però se non ci si ponesse dei limiti nel

curare e nell’approfondire certi programmi e si ampliasse il dibattito

ad altri interlocutori ? Stesso giornalista, stesso programma.

Per dare una connotazione identitaria all’ipotetico scenario

chiameremo il giornalista Mario Rossi (gli altri attori verranno

svelati in seguito). Dopo aver appena appreso da i vertici del network

che ci sarà soltanto più un’ultima puntata del programma, Rossi

decide di andare in onda direttamente dalla strada intervistando

a caso quelli che lo avrebbero aiutato a fare il sondaggio, continuando

comunque a mantenere sia il collegamento con gli ospiti in studio

(i quali avrebbero modo di intervenire ugualmente avvicendandosi

l’uno dopo l’altro senza sovrapporsi) che quello con un altro studio,

dove ci sarebbero altre quattro persone scelte da Rossi per

commentare quello che sta succedendo. Per strada :

Rossi –  Buongiorno, mi scusi se la disturbo, ma stiamo facendo un

sondaggio per capire cosa in realtà la gente guarda in televisione

durante il pomeriggio. Lei cosa …   –

Caputo –  (con marcato accento partenopeo) … si, io mi chiamo

Pasquale Caputo …   –

Rossi –  (divertito)  … ho capito, ma abbia pazienza, non le ho

chiesto come si chiama …  –

Caputo  –  … e allora ? (riferito alle telecamere che lo stanno

inquadrando) Ci sta forse qualcuno che non lo vuole sapere qua ?  –

Rossi  –  (imbarazzato) No, ma …  –

Caputo  –  … e allora che parli a fa ? Senti a me, rossimario … è così

che ti chiamano no ? Mò mi sono scocciato che uno che se ne sta per

i fatti suoi a casa sua non può manco vedere che gli pare a lui che

subito vengono a chiederti che cosa guardi … e perché di qui e perché

di là … ma si può sapere voi che caspita vi guardate ? Se io mi guardo

“Pomeriggio 5” a voi che ve ne fotte ? O forse è meglio guardarsi

tutti i telegiornali dalla mattina alla sera ? No, mò però me lo devi

spiegare eh …  –

Rossi  –  (comprensivo) … assolutamente, sono scelte condivisibili …   –

Caputo  –  (indignato, andandosene) … di divisibile qua non ci sta

proprio niente, rossimario …  –

Rossi  –  (divertito, rivolto in studio, dove la prima a commentare è

un’ospite di riguardo, l’unica ad aver partecipato a ben 27 reality

show oltre che essere l’ospite fissa di trasmissioni molto seguite)

… allora Sara, cosa ne pensi di questo Pasquale Caputo ?  –

Sara De Tomasi  – (usando lo stesso tono del giornalista, ridendo poi

a crepapelle) Cosa vuoi che ti dica, che sono rimasta affascinata dal

suo quoziente intellettivo ? Dài, su …  –

Rossi  –  … Andrea ?  –

Andrea Fulgenzi  –  (un saggista, oltre che essere uno storico e un

critico d’arte) Questo Caputo è l’ennesima dimostrazione di come

l’italiano medio si sia ormai abituato a rispondere a qualsiasi domanda

come meglio crede facendo notare a chi è in ascolto che ognuno di noi,

quando parla pubblicamente, dovrebbe avere voce in capitolo senza

vergognarsi di cadere nel ridicolo.  –

Rossi  –  E’ così Daniele ? Secondo te rispecchia i canoni dell’italiano

medio, oltre che essere sintonizzato su “Pomeriggio 5” ?  –

Daniele Cortesi  –  (un cantante affermato) Se per italiano medio si

intende questo genere di personaggio si, direi che i canoni li rispecchia

eccome. Non credo però che questi canoni rispecchino l’italiano medio,

o per lo meno mi piace pensarlo.  –

Rossi  –  Monica ?  –

Monica Laudisi  –  (showgirl, ballerina) Io l’ho trovato molto spontaneo

… in più, quando gli hai detto che quelle erano scelte sue, del tutto

condivisibili,  secondo me lui ha fatto finta di non capire e se ne è

andato proprio perché non sopportava più di dover rispondere a

qualcosa che aveva già risposto perché tu glielo hai chiesto ancora.  –

Rossi  –  Io glielo chiesto ancora, d’accordo … prendiamola per buona …

mentre lei signor Battuello … intanto vuol essere così gentile da

spiegarci perché ha scelto di partecipare a questo programma ?

Poi ovviamente ci dirà anche la sua opinione in merito al signor Caputo

e al perché una cospicua percentuale di italiani si ostina a guardare

trasmissioni di dubbia attendibilità.  –

Il signor Battuello –  Intanto buon a tutti. Dico solo buon perché possa

andar bene alla maggior parte di questi tutti qualsiasi cosa, dal giorno

al divertimento. Nel tentativo di spiegarvi perché ho scelto di

prendere parte a questo programma posso dirvi che è la disperazione

che mi ha costretto a venire qui, perché a forza di vedere e di

ascoltare castronerie ho come l’impressione di stare per dirle

anch’io, malgrado la pensi diversamente dai fenomeni con i quali lei ha

appena avuto il piacere di iniziare la discussione. Non è un bel segnale

per il Paese se ci siamo ridotti a dover parlare di queste cose, eppure

bisogna parlarne proprio per evitare di sprofondare ancora di più nel

baratro dove ci troviamo ora e dove purtroppo resteremo se si

continuerà a dar retta a gente che non fa altro che ripetere

castronerie su ogni fronte. Paragonato ai suoi ospiti, di tutto rispetto

per carità, ritengo che questo Pasquale Caputo sia ancora un signore,

malgrado passi il pomeriggio a guardare trasmissioni del genere,

anche perché se la qui presente De Tomasi si sbellica dalle risate

ironizzando perché lui se ne è andato a quel modo, che cosa dovrebbe

fare uno per evitare di restarci secco dal ridere nel vederla mentre

si mette a piangere di dispiacere perché un suo diretto concorrente è

stato appena eliminato dal reality che stanno facendo, prendersi a

pugni da solo ? Per non parlare del prof. Fulgenzi … il Voltaire dei

giorni nostri, l’unico capace di inquadrare e di classificare

un individuo prima ancora di sentirlo parlare … è talmente bravo a

capire che cosa pensano gli altri che nemmeno si rende conto che

quando fa simili asserzioni è lui stesso a cadere nel ridicolo. Cortesi

poi è un mito … con quella sua voce da pecorella smarrita che serve

esclusivamente a triplicare l’uso dei batuffoli di cotone cerato da

indossare contro l’inquinamento acustico non potrebbe che

appartenere alla categoria dei mipiacepensareisti, che sono di gran

lunga più numerosi e meno sagaci dello stesso Caputo. Poi c’è Monica …

Monica Laudisi, la bella … aggiungere altro mi sembrerebbe superfluo,

anche se devo ammettere che ci ha preso nel dire che Caputo ha fatto

finta di non capire quando ha detto (imitando Caputo) … qua di

divisibile non ci sta proprio niente … così come ha fatto finta di non

capire quando si è presentato, anche perché poi subito dopo ha

dimostrato, riferendosi alle telecamere che lo stavano riprendendo,

che non era vero che nessuno voleva sapere come si chiamava.

Già soltanto per questo il signor Caputo è da considerarsi un signore

a confronto di questi quattro fenomeni, e anche se guarda delle

trasmissioni dal mio punto di vista totalmente prive di contenuti non

vuol dire che rappresenti un essere inferiore, significa piuttosto che

si dovrebbe dare l’opportunità alla gente come lui di avere delle altre

offerte di intrattenimento, tutto qui.  –