“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Optional privacy
L’autore che è riuscito a rendere noto lo scandalo della manipolazione
dei dati di oltre 50 milioni di utenti Facebook attraverso Cambridge
Analytica, Christopher Wylie (ormai ex dipendente della stessa
società che si occupa dell’analisi e dell’elaborazione dei dati personali
di potremmo dire una risicata percentuale di individui – per usare un
“eufemismo” – che si sono fidati del colosso dei social media) lo ha
detto a chiare lettere : rilasciando quante più informazioni possibili,
dalle preferenze in materia commerciale all’orientamento politico,
l’utente mostra in toto il proprio comportamento, facilitando
enormemente l’operato non soltanto dei filantropi che stanno
aiutando la collettività ad emergere dalla ormai perenne crisi
economica globale (vedi i promotori del marketing 3.0) ma anche delle
amministrazioni governative (in particolar modo quella statunitense)
che curano gli interessi di noi tutti. Il fatto che ci stiano spiando per
tenerci sotto controllo illudendoci su una realtà che non esiste è un
fatto risaputo, o almeno così dovrebbe essere. Ed è proprio per
questo, oltre che per una semplice ragione di coerenza, che la
redazione ha deciso all’unanimità di “creare un algoritmo” di tutela,
evocando l’incipit che ha generato la nascita di questa rivista –
sempre che per algoritmo s’intenda quel particolare processo
informatico che dovrebbe servire all’utente per capire per esempio
come si crea un algoritmo : per intenderci, per creare l’algoritmo
adatto alla preparazione del caffè, per esempio, bisogna prima
prendere la macchinetta del caffè, poi il caffè macinato e un
cucchiaino, poi aprire la macchinetta del caffè, togliere il filtro e via
discorrendo, quindi elaborare un processo informatico che sia in
grado di replicare le operazioni manuali appena descritte.
I passaggi della seguente citazione sono stati perciò estrapolati
dall’articolo “Finestre socchiuse” : “L’accelerazione siderale
antropotecnica imposta dalla recente era post apocalittica, basata
sul controllo del lobo temporale tramite nanotecnologie in grado di
rilevare le attività di misurazione di ogni singolo neurone in esso contenuto, fu
in qualche modo dettata dalla maggior parte delle amministrazioni
governative : in primo luogo per annichilire l’individuo, rendendolo
insensibile ad ogni sorta di stimolo mnemonico, e in secondo luogo per
creare le condizioni necessarie fin che tutti si convincessero che
quel dato momento storico poteva diventare e al tempo stesso
rappresentare la vera causa d’origine genetica della razza umana.
Questa sommaria descrizione di un mondo così incline al
catastrofismo potrebbe essere l’inizio di una narrazione distopica –
a prescindere dal fatto che si tratti di una fiction televisiva o di una
pellicola cinematografica – mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica
su argomenti di etica o di politica, invece non è altro che un’analisi
inquietante di quanto in parte sta già accadendo alla realtà sociale
contemporanea. Guardare certe cose piuttosto che altre – diremo
cose per evitare l’imbarazzo di dover classificare trasmissioni
televisive che dovrebbero passare per spettacoli inquinanti, con
tanto di licenza inerente al livello di video inquinamento prodotto,
non che registrato – è purtroppo diventato un segno di
riconoscimento evidente, imprescindibile, che in un primo momento
emargina, ma che allo stesso tempo e con una potenza decisamente
superiore allinea e coalizza l’individuo, fornendo così i presupposti
ideali per consolidare quell’omologazione necessaria a
strumentalizzare ciò che viene visto per garantire longevità ai
governi che si susseguono”. Da come si evince dalla suddetta
citazione quindi, l’algoritmo “cambia canale” (creato con la
collaborazione di tutti i membri di questa rivista a tutela della realtà
che ci circonda) , o meglio, i passaggi contenuti nella citazione che
hanno consentito di elaborare l’algoritmo, contribuiranno ad
aumentare l’indice di ascolto di trasmissioni come “Pomeriggio 5”
(tanto per citarne una) e soprattutto serviranno all’utente per
riflettere su come dimenticare un autore come Christopher Wylie.