Notizie & notizie
30 Gennaio 2018
Loggia P6
20 Febbraio 2018
Show all

Opzione faccette

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

 

 

 

Opzione faccette

 

 

Quello che è successo a Macerata (il brutale omicidio di un’italiana

ad opera di un extracomunitario prima e il ferimento per mano di un

italiano di sei extracomunitari poi) da ragione a un esponente del

Clero che – nel turbinio dei commenti che continuano a non placarsi

perché è giusto parlarne, ma anche perché la strumentalizzazione

che di solito viene fatta per episodi di questo genere viene

centuplicata in campagna elettorale – ha dichiarato che siamo tutti

colpevoli, non soltanto gli attori protagonisti. Dire che il leader politico

di un movimento è il mandante morale di quanto è avvenuto è grave

nella stessa misura in cui chi dice che si sta preparando a governare

un Paese per far si che queste cose non debbano più succedere

afferma che il fenomeno migratorio è gestibile esclusivamente

attraverso l’intensificazione delle forze di pubblica sicurezza :

in primo luogo perché tale strumentalizzazione è di fatto avvenuta

in conseguenza alle parole pronunciate da un intellettuale, e in

secondo perché per arginare il più complesso fenomeno migratorio

mai esistito l’intensificazione delle forze di pubblica sicurezza serve

a ben poco – e purtroppo il rischio che stiamo correndo è ancora più

grave, sia di queste che di altre dichiarazioni che sono state fatte

deliberatamente da certi esponenti politici per indurre l’opinione

pubblica a schierarsi addirittura su un fatto di cronaca che si

commenta da solo, proprio perché “l’autorizzazione” a “farsi

giustizia” in quel modo si sta diffondendo a macchia d’olio (anche se

ovviamente tra il dirlo e il farlo c’è una grande differenza, ma il punto

è che nemmeno si dovrebbe pensarlo se davvero si volesse che le

cose cambiassero in meglio). Gli orrendi fatti di Macerata devono far

riflettere soprattutto su una cosa che si sta progressivamente

insinuando – anche se per certi versi e in certi ambienti si è già

insinuata da un pezzo – nell’immaginario collettivo, vale a dire che il

fenomeno dell’odio razziale (ormai radicato sin dalla notte dei tempi

si potrebbe dire, solo per rimarcare con voluta esagerazione quante

vittime e quanti scontri sono stati causati da una diversa

pigmentazione cutanea già in epoche passate, si pensi al colonialismo)

si è a poco a poco trasformato in un fenomeno paradossalmente

atipico per l’era tecnologica in cui viviamo, ovvero in un’intolleranza

irrefrenabile contro qualunque tipo di volto umano che non soddisfi

i propri canoni estetici e che potremmo pertanto definire con il

“titolo” di avversione facciale. Considerando perciò la complicità

dell’abuso dei social network, specie da parte dei più giovani per ciò

che riguarda questo fenomeno, e la spettacolarizzazione di tragici

eventi diventati mediatici ma pur sempre legati allo stesso fenomeno –

quali Avetrana, Cogne e simili – si potrebbe perciò suggerire a qualche

responsabile dei palinsesti RAI o Mediaset una proposta degna da

ascolti record : una trasmissione, fatta rigorosamente in diretta,

dove si confronterebbero da una parte quelli che la pensano come il

ventottenne che ha compiuto quel gesto (che nelle ultime ore si è

potuto apprendere che si è al tempo stesso non pentito ma pure

avvalso della facoltà di non rispondere, oltre che essere difeso da un

legale che ha già chiesto l’infermità mentale per incapacità di

intendere e di volere nonostante nell’abitazione del suo assistito sia

stato ritrovato del materiale riconducibile nientemeno che al Fuhrer)

e dall’altra quelli che pensano di non avere nemmeno un minimo di

responsabilità in fatti che non li riguardano di persona. Chissà,

potrebbe funzionare : magari catturerebbe l’attenzione di qualche

spettatore – che in ogni caso apparterrebbe alla minoranza, si capisce

– più propenso a restare incollato davanti alle interessanti e

imperdibili puntate di una trasmissione cult come “L’isola dei famosi”.