La maggior parte delle persone e delle cose sono farsa, lo stesso
autocompiacimento è farsa - sia quello costruito su una base post
illusoria, ovvero su un fondamento che ha come unico sostegno una
causa illusoria che per necessità costringe l’interessato ad elogiare
i propri contenuti a posteriori, anche quando in effetti non ci sono,
e sia quello generato dalla cosiddetta spontaneità di recensire
favorevolmente i propri contenuti allo scopo di anticipare inevitabili
stroncature.
Un anonimo
Premessa
L’origine di questa farsa è dovuta a una sovrapposizione di immagini
che, attraverso l’esistenza non del tutto equilibrata di certe persone,
hanno dato forma a ventuno scene dipinte a mano. Con l’ausilio di
pochi fidati collaboratori siamo riusciti a riprodurre un effetto
evocativo in un contesto familiare unico, irripetibile, che potrebbe
perciò adattarsi ad un altro contesto dove altre persone, a seconda
della situazione, potrebbero anche rischiare di ammettere di
identificarsi con i personaggi descritti. Nel mondo della
rappresentazione reale la descrizione dei costumi e dello scenario
avrebbe facilmente aiutato il lettore/spettatore a farsi un’idea
dell’ubicazione della scena, trattandosi però di una rappresentazione
virtuale e considerato che il luogo dove si svolge la scena è un non
luogo, ci siamo attenuti alle immagini originali proprio per stimolare la
fantasia di chi, nel quotidiano, è abituato a leggere o ad assistere a
farse continue e di ogni genere.
Personaggi e interpreti di loro stessi
Lei
Lui
Padredilui
Madredilei
Figliodilui
Figliadilei
Laex
Primamicadilei
Secondamicadilei
Atto primo scena prima
Natura viva
Apertura. Tutti e nove gli Attori sono all’interno di una struttura
in plexiglas, senza tetto ma con le ruote, grande all’incirca come una
giostra per bambini. Tale struttura, di colore rosso, che per
semplificare chiameremo abbracciante, l’abbracciante, ha la forma di
un cuore rovesciato, privo però delle estremità centrali che servono
per congiungerlo, somigliante perciò a una foglia senza picciolo che
proprio grazie a quella parte mancante, da dove il pubblico presente in
sala può assistere alla scena, abbraccerebbe un ipotetico fusto
d’albero. Sono tutti e nove nudi, proni, ognuno sdraiato sopra un
saio bianco su cui c’è scritto il loro nome a caratteri cubitali, illuminati
da una luce abbagliante che progressivamente si dissolve nel buio
assoluto. Nella più totale oscurità si sente un suono cupo, amplificato,
della durata di una manciata di secondi, riconoscibile come quello di
quando ci si tappa le orecchie con i palmi delle mani. Tornato il silenzio
si riaccendono le luci, tenui, quasi in penombra, mentre tutti e nove,
vestiti con il saio bianco ma scalzi, si animano per chiudere in fretta il
sipario. Poco dopo scendono dalle due scale (messe alle estremità
opposte del proscenio) con tre grandi cesti di vimini colmi di pomodori,
iniziando a distribuirli (sorvolando prevedibili commenti generali)
a tutti gli spettatori presenti in sala. Terminata la distribuzione
se ne tornano dietro il sipario.
Atto primo scena seconda
Tavolo con Tritatutto
All’apertura lo scenario si riduce all’essenziale, senza l’abbracciante.
Le quinte sono scorrevoli (come delle grandi porte a scomparsa, usate
per lo più in Giappone) : quelle laterali sono bianche, mentre quella di
fondo è tappezzata con della carta stampata. Il tavolo, rotondo, in
legno, di medie dimensioni, è al centro del palcoscenico. Il Tritatutto
è un comune attrezzo usato sia in cucina che in macelleria, un tritacarne
di metallo che poggia sul tavolo. Lei, Madredilei e Figliadilei sono di
fronte la quinta di fondo, ognuna intenta a leggere qualcosa.
Lui, Padredilui e Figliodilui entrano dalla quinta di destra,
richiudendola subito dopo, con i tre grandi cesti di vimini vuoti.
Padredilui - (demotivato, mostrando alle donne i cesti)
Questo è quanto siamo riusciti a raccogliere. -
Madredilei - (critico) Alla fine è sempre la solita vecchia storia ….
ne ho visti di inconcludenti in vita mia, ma mai come voi tre messi
insieme. Mi spiegate come la facciamo, adesso ? -
Lei - (enfatico, dopo una pausa) Io un’idea ce l’avrei (esortando il
il pubblico presente in sala, mimando, a lanciare i pomodori) … -
Al lancio degli ortaggi entrano Laex. Primamicadilei e
Secondamicadilei dalla quinta di sinistra (richiudendola) si prendono
tutti per mano, e si schierano a testa alta e a occhi chiusi sul proscenio,
come a voler difendere sia il Tritatutto che il tavolo da i pomodori
spioventi. Terminato il lancio i nove Attori crollano a terra. Si rialzano
soltanto Laex, Primamicadilei e Secondamicadilei.
Laex - (polemico, riferendosi agli schizzi di succo di pomodoro che
imbrattano la carta stampata) Ma tu guarda che hanno fatto … -
Primamicadilei - (deduttivo) … e che vuoi, si vede che alla gente sta
bene fare certe cose … e meno male che non l’hanno colpito … -
Secondamicadilei - … grazie tante, abbiamo fatto da scudi umani ! -
Laex - E ora, me lo dite chi si metterà a pulire tutto questo lerciume ?
(poi, rassegnato) Avanti, datemi una mano a spostarlo … -
Primamicadilei - (sconcertato) … cosa ? (a Secondamicadilei)
Deve essere impazzita, non c’è altra spiegazione … -
Secondamicadilei - (a Laex, riferito al Tritatutto) … scusa, ma come
speri di riuscire a spostarlo da lì sopra ? -
Laex - Infatti non lo voglio spostare … -
Primamicadilei - (canzonatorio) … hai ragione, perché spostarlo
quando è più facile trasportarlo ? Vuoi un suggerimento ? (riferito
agli altri sei, che giacciono ancora a terra) Già che ci siamo mettiamoci
sopra anche loro, così il tavolo diventerà più leggero no ? -
Laex - (convinto, in procinto di sollevare Lei) E’ un’idea … allora, che
aspettate ? (risoluto, dopo le risate di scherno di entrambe) Aspettate
forse che ridiventi una macchina infernale, che pur di fare quel che ha
sempre fatto passerebbe ancora una volta qualsiasi cosa dentro i suoi
ingranaggi ? (poi, dopo una pausa carica di tensione) Se aspettate
questo allora (riferito agli altri sei) si dovrebbe vedere che loro stanno
facendo i morti. Non vi pare ? (mentre gli altri sei si alzano di scatto
sollevando di peso il tavolo con sopra il tritacarne di metallo con fare
concitato, timoroso, uscendo dalla quinta di destra da dove, nel
frattempo, sono entrate delle comparse armate di secchi e spazzoloni
per pulire la scena, sarcastico, al pubblico presente in sala, uscendo)
E voi guardate … guardate pure … -
Primamicadilei e Secondamicadilei confabulano con le comparse
mentre le aiutano a ripulire la scena, dopo di che escono tutti dalla
quinta di destra, richiudendola.
Atto primo scena terza
Tavolo con Folla
Sulla quinta di fondo, subito dopo gli ultimi gesti compiuti dalle
comparse per ripulire la scena (ovvero la rimozione della carta
stampata) è intanto apparsa l’immagine proiettata del pubblico
presente in sala. La ripresa dell’immagine, effettuata prima dell’inizio
dello spettacolo, consente di assistere all’attesa degli spettatori :
chi arriva di fretta, all’ultimo momento, chi è già seduto sulle poltroncine
mentre sta sbuffando perché lo spettacolo non è ancora iniziato, chi
invece è sereno e rilassato e sta amabilmente conversando con
qualcun altro/a, e così via. Lei e Lui entrano dalla quinta di destra con
il tavolo e due sedie, richiudono la quinta e posizionano il tavolo nel
mezzo, mettendo le due sedie una da una parte e una dall’altra parte
del tavolo, accomodandosi.
Lei - (dopo una pausa) Ad ogni modo erano troppo maturi, se non
addirittura marci … figuriamoci con la botta che hanno preso … che poi
li hanno lanciati proprio loro (indicando a caso uno spettatore,
proiettato sulla quinta di fondo) … guarda, guarda quello lì … con quella
faccia lì non saprebbe distinguere un pomodoro da una rapa ! -
Lui - Se fosse al posto tuo direbbe la stessa cosa. Il fatto è che da
quassù la prospettiva cambia (indicando a caso, sempre sulla quinta di
fondo) … prendi quel gruppetto là in fondo, li vedi ? Si vede benissimo
che sono singole persone, eppure si vede anche che stanno insieme,
che sono una famiglia … osservali meglio … lei è molto bella, ha una
faccia intelligente, probabilmente si è separata da molto tempo dal
marito … diciamo per incompatibilità di carattere, per non dire altro …
e deve ancora badare a una figlia ambiziosa, oltre che a una madre
ipocondriaca … prova a pensare se vivessero nella stessa casa … -
Lei - … ma chi, lei e lui ? -
Lui - Si, certo … lei e lui … lui è un tipo scaltro, ambiguo, di quelli che
pianificano tutto nei minimi particolari … magari ha pure lasciato sua
moglie da poco tempo ed è andato a vivere lì con suo figlio, ambizioso
quanto la figlia di lei, e suo padre, un inventore mancato, per non
dire un fallito … -
Lei - … no, no … dillo pure, in ogni famiglia che si rispetti un fallito
ci deve sempre essere … -
Lui - … comunque sia, mettici oltretutto che le più care amiche di lei
andassero sempre a trovarli. Come diavolo credi che riuscirebbero,
a farla ? -
Lei - Non lo so … francamente … -
Dalla quinta di destra entrano come degli indemoniati Figliadilei e
Figliodilui.
Figliodilui - … niente da fare … -
Figliadilei - … si è rotto. -
Pausa carica di tensione.
Figliadilei - (a sua madre, riferito a Lui) Perché lo guardi così ? -
Lei - Così come ? -
Figliadilei - (esasperato) Così … come se ci fosse l’ennesima
rivelazione che sta per essere rivelata … -
Lui - (stesso tono) … non c’è alcuna rivelazione, chiaro ? Non c’è
mai stato nulla di cui voi non siate stati messi al corrente.
(poi, abbracciando Lei) Anche se abbiamo fatto vite diverse non
significa che noi non abbiamo lottato per averlo, proprio perché
era ed è la nostra unica ragione di vita … così come spero che lo sia
anche per voi e che lo sarà per tutti … -
Lei - … lo sarà soltanto se tutti insieme riusciremo a farlo funzionare
di nuovo. -
Figliodilui - (sarcastico) E come, sperando che torni ad essere la
macchina infernale che tutti conosciamo ? -
Lei - (deduttivo) E’ inutile, con te certi discorsi non si possono
proprio affrontare … -
Lui - (sarcastico) … sono altri quelli che di solito affrontano. -
Lei - (stesso tono, riferito a sua figlia) Evidentemente sono simili a
quelli che affronti con lei. -
Figliadilei - (disgustato) Questa te la potevi anche risparmiare …
(riferito a Lui) … se fossi al posto suo ti avrei già eliminata. -
Lei - (pacato)Senti … la sola cosa che posso dirti è di evitare di fare
l’attrice nella vita. E’ tuo padre che avrebbe dovuto essere eliminato,
parecchio tempo fa. -
Pausa carica di tensione.
Lui - Sentite … il passato è passato … noi ora abbiamo bisogno di
farlo funzionare di nuovo … -
Figliodilui - Quindi, cosa proponi ? -
Lui - Cominciamo con l’apparecchiare il tavolo, poi si vedrà. -
Atto primo scena quarta
Interno onirico
Visibilmente costretti ed esasperati, nei modi, aprono totalmente la
quinta di destra (rivelando soltanto le guide, il dietro è oscurato)
uscendo e rientrando poi più volte portando altre quattro sedie,
una tovaglia, sei piatti (ognuno con dentro un pesce crudo) sei bicchieri
e sei candele. Mentre i quattro Attori stanno apparecchiando il tavolo,
il dietro della quinta si illumina e rivela Madredilei e Padredilui
mentre stanno entrando con i tre cesti di vimini pieni di pomodori :
uno lo mettono al centro della quinta di fondo, uno a sinistra del
proscenio e un altro a destra. La quinta di destra viene chiusa
dall’esterno dagli operatori di scena, mentre sullo sfondo scompare
l’immagine proiettata del pubblico presente in sala per essere
sostituita, non che proiettata sulle altre due quinte laterali, dalla
scena in atto, dove gli Attori sono tutti seduti ai loro posti in procinto
di cenare.
Padredilui - (enfatico) Ci ho pensato tutta la notte … ascoltatemi …
l’unico modo per farlo funzionare è metterci due molle, una tra il cilindro
cavo e il corpo e l’altra tra il corpo e la tramoggia. Il solo dubbio che
mi resta è per la lama. Ho paura che con quella spinta vada fuori sede
… di conseguenza non combacerebbe con il disco perforato, quindi … -
Madredilei - (disperato) Dì la verità almeno, tua moglie non ne poteva
proprio più di te e delle tue cazzate … -
Lei - … andiamo, sapete benissimo tutti quanti che non si può più
aggiustare … -
Padredilui - (furioso) Non si può più aggiustare ? C’è soltanto una
cosa che non si può più aggiustare … -
Lei - (stesso tono) … è proprio per quella cosa, che non si può più
aggiustare ! Perché se quella cosa non ci fosse più forse tutti
comincerebbero da zero a far funzionare il proprio. -
Figliodilui - (andando ad aprire, di poco, la quinta di fondo per aver
sentito il suono del campanello d’ingresso. Ironico) Se fossero tutti
puntuali come queste due funzionerebbe a meraviglia. -
Primamicadilei - (brillante) Sorpresa ! -
Figliadilei - (disgustato) Che incubo … -
Primamicadilei - (euforico/giustificato) … siamo venute a trovarvi
orsacchiotti … che cosa sono quelle facce da funerale ? Su, datevi un
tono, accidenti … ma, dico io, riuscirò, non dico tante, ma almeno una
volta sola a vedervi con un bel sorriso stampato in faccia ? La vita va
presa con più allegria, con più entusiasmo, con più … -
Lei - … taglia corto. -
Primamicadilei - (deduttivo, a Secondamicadilei) Visto, che ti dicevo ?
Sono sempre nella stessa situazione … -
Secondamicadilei - (a Lei) … d’accordo, visto che a quanto pare ci
risulta che siate ormai gli unici esseri al mondo ai quali non piace né
relazionarvi, né tantomeno condividere i vostri pensieri, verremo subito
al sodo. In giro corre voce che (esitando) … insomma, che vivete per
convenienza … questo è quello che si dice in giro ovviamente, quindi
noi abbiamo deciso di fare una scommessa con la gente. Loro dicono
che è vero e che, nel caso vincessero, pretenderebbero che noi
diventassimo etero. Noi invece la pensiamo diversamente : l’esatto
opposto (poi, divertito, accentuando deliberatamente l’enfasi del
tono da omosessuale) … va da sé che se vincessimo noi … guarda,
come minimo quelle come noi dovrebbero raccogliere delle firme per
fare erigere delle statue stupende in nostro onore … -
Figliadilei - (discriminatorio) … nelle scommesse il condizionale non
è previsto, nemmeno per quelle come me. -
Secondamicadilei - (giustificato) Infatti sta a voi scegliere. -
Lei - (esasperato) Scegliere cosa insomma ? -
Primamicadilei - Se farla o non farla. -
Pausa. Si sente nuovamente suonare (per due volte consecutive)
il campanello d’ingresso.
Lui - Sarà mica il postino … -
Entra Laex dalla quinta di fondo, senza richiuderla.
Laex - (autoritario) E’ ora ! (poi, a Figliodilui) Tu sarai il
disco perforato. -
Atto primo scena quinta
Tritatutto sezionato, particolare
Battendo le mani più volte per richiamare l’attenzione sull’imminente
recita, Laex fa cenno agli altri Attori di aprire la quinta di destra
nell’attimo stesso in cui viene totalmente aperta la quinta di fondo,
dove si può vedere l’abbracciante, mentre dalla quinta di destra
(il dietro è oscurato) gli Attori si danno da fare per portare via il tavolo
imbandito, le sedie e i tre cesti pieni di pomodori. Subito dopo la
quinta di destra viene chiusa dagli operatori di scena mentre scompare
l’immagine proiettata della scena precedente. Nel frattempo gli Attori
portano in mezzo l’abbracciante per poi uscire definitivamente.
Richiusa la quinta di fondo, all’interno dell’abbracciante si vedono
due pezzi del tritacarne di metallo, fatti di cartapesta e ingigantiti
in una dimensione consona all’adattamento : sulla destra il corpo,
sulla sinistra l’elica. Dai corridoi della platea entrano Lei e Lui,
angosciati. Salgono l’una da una parte e l’uno dall’altra delle scale
poste ai lati del proscenio e si fermano ancora più angosciati davanti
al corpo e all’elica.
Lei - Vent’anni … sono passati vent’anni … -
Lui - … ricordarlo serve soltanto a torturarti … ora come ora dobbiamo
soltanto cercare di non fargli alzare la posta, tutto qui … -
Lei - (esasperato) … come se non fosse già abbastanza alta !
Come se potessimo pagare qualsiasi cosa ! -
Lui - (stesso tono) Senti, io non ce la faccio più a continuare così …
una decisione la dobbiamo pur prendere. -
Lei - Una che … hai forse detto, decisione ? Magari la stessa che
ci ha portati a questo punto, no ? Tanto ormai la tua coscienza si è
assuefatta … ammazzarne un altro non farebbe che spianarti
la strada per volerlo fare ancora, e ancora e ancora … -
Lui - … ma che ne sai tu, di coscienza ? Avrei dovuto farmi ammazzare
da tuo marito ? Era questo quello che volevi ? (dopo una pausa carica
di tensione) Se solo riuscissimo a farlo funzionare … -
Lei - … che cosa risolveresti ? -
Lui - … un mucchio di cose. -
Lei - (furioso) Ma se è tutta la vita che ti illudi, che illudi me e tutti
quelli che ti stanno intorno … lo vuoi capire che tanto prima o poi lo
verranno a sapere proprio perché in fin dei conti è giusto che lo
sappiano … quanto credi che durerà ancora questa farsa ? -
Lui - … tua figlia … -
Lei - … nostra figlia … nostra figlia è una ragazza che è cresciuta senza
un vero padre, che è cresciuta con te, che lo sei davvero, ma che hai
dovuto fingere di non esserlo … tuo figlio è un ragazzo che è cresciuto
con tua moglie, ma che non ha mai conosciuto la sua vera madre e che
io non posso nemmeno abbracciarlo come fosse mio proprio perché
ha vissuto con quella sgualdrina che hai scelto di sposare. -
Lui - (risoluto) Quale vita credi che condurrebbero se lo venissero
a sapere ? Ti sei almeno accorta che da quando siamo qui tutti insieme
non fanno altro che … beh, hai capito cosa voglio dire … quindi spiegami
a cosa servirebbe dirglielo, a rovinare la loro vita ? A renderli
consapevoli di dover per forza sostenere un fardello insopportabile ? -
Lei - (sarcastico) Tua moglie invece resterà sempre muta come un
pesce, giusto ? -
Lui - Ha troppa paura, non lo direbbe mai. -
Lei - Paura di cosa, di chi, di chi ci sta ricattando forse ? -
Pausa
Atto primo scena sesta
Tavolo espiatorio
Lei aggira l’abbracciante da un lato. La stessa cosa fa Lui dall’altro
lato. La quinta di fondo viene aperta totalmente e i due Attori escono,
consentendo agli operatori di scena di portare via l’abbracciante.
Buio. Pausa. Penombra. Il tavolo è nel mezzo, illuminato da un
riflettore. A destra del tavolo, la lama a croce del tritacarne di
metallo fatta di cartapesta, ingigantita e sistemata con un fermo.
A sinistra, il disco perforato, della stessa dimensione e materia della
lama, sistemato allo stesso modo. Lei e Lui entrano sul palcoscenico
dai corridoi, con il medesimo impatto emotivo con cui sono entrati
nella scena precedente (questa volta senza fermarsi in contemplazione
davanti ai due oggetti, guardandosi in faccia di profilo sul proscenio).
Lui - … è la sola cosa che possiamo fare per evitare le conseguenze,
credimi … tanto il corpo è carbonizzato … non potranno mai dimostrare
che era tuo marito che voleva uccidere me, che sono stato io a
tramortirlo nella foga, che sono stato io a spingerlo in quel burrone …
ragiona … -
Lei - (furioso) … su cosa ? Sul fatto che cambi versione ogni cinque
minuti ? Dimmi perché ora hai cambiato ancora versione, perché tuo
figlio non ti somiglia abbastanza ? Che cosa avresti fatto tu al posto
suo se avessi saputo che la bambina era di un altro ? -
Lui - Non sono cose che puoi … -
Lei - … potevamo prevedere la sua reazione, almeno ! La verità è che
non dobbiamo vederci più … è stato uno sbaglio enorme continuare
a frequentarci dopo tutto quello che è successo … -
Lui - (sarcastico) … ma certo, si, non dobbiamo più vederci … così la
bambina crescerà in perfetto equilibrio … così come mio figlio
d’altra parte … -
Lei - (deduttivo/furioso) … quindi sposeresti lei, è così ? Andresti
a vivere con quella lì, con tuo figlio ? -
Lui - Vedi alternative ? Preferiresti marcire in galera sapendo che
nessun’altra donna a questo mondo potrebbe mai sostituirti per
accudire la nostra bambina ? -
Lei - (disgustato) Sei un vigliacco, un ipocrita … al processo
salterebbe fuori la verità … -
Lui - … quale, quella che la legge vieta alle persone di cambiare idea ?
Se dovesse mai esserci un processo come credi che ci
giudicherebbero ? Assoluzione con formula piena per legittima difesa
oppure condanna a vent’anni di reclusione per essere stati gli unici
colpevoli di un delitto a sfondo passionale ? -
Lui - Né l’una né l’altra, l’unica cosa che mi importerebbe sarebbe di
riuscire a convincere la gente che il nostro amore è pur sempre amore,
nonostante tutto, e soltanto con uno scandalo morale saremmo in
grado di dimostrarlo … pensaci … mio marito credeva di essere il padre
e avrebbe dovuto farlo, ma non lo ha mai fatto, anzi, in questi tre anni
non ha fatto altro che tradirmi, incolparmi, calunniarmi … mettiamoci
pure picchiarmi, anche se si è sempre guardato bene dal farlo …
mentre tu, che sei il vero padre, ma che non volevi esserlo, alla fine è
come se lo avessi fatto lo stesso, e quando la vera madre di tuo figlio
se ne è andata per i fatti suoi lasciandotelo gestire come meglio
credevi, sei uscito allo scoperto e lo hai ammazzato con la mia
complicità … lo hai ammazzato primo per legittima difesa, come è di
fatto avvenuto, e secondo perché amavi me e i tuoi figli … -
Lui - (deduttivo) … come no … e come credi che commuterebbero la
pena, da vent’anni a una settimana ? Io non ho intenzione di passare
il resto dei miei giorni a marcire in galera solo perché ho la coscienza
sporca. In fondo tu lo sai che le ragioni dello scandalo che vorresti
mettere in piazza, dichiarandoci colpevoli, sono vere, lo sai che uno
come tuo marito non doveva nemmeno nascere … (dopo una pausa)
ascoltami, purtroppo è l’unica cosa che possiamo fare … pagargli
quella cifra per la falsificazione dell’atto di nascita era la sola strada
che potevamo prendere … e ora, comprarne un altro è
diventato indispensabile purtroppo, anche se è lui che ce lo vende … -
Lei - … chi è stato a dirti che quel figlio di puttana li vende, oltre che
falsificare atti di nascita, un altro chirurgo ? -
Lui - No, è stato un prete a dirmelo … uno di quelli che non crede alla
perfezione dei suoi ingranaggi, oltretutto … per quello che riguarda mia
moglie invece non ti devi preoccupare, gliene ho già parlato io … lei è
sterile, ha sempre desiderato avere un bambino. -
Atto primo scena settima
Chiaroscuro
Dissolvenza. Buio. Ancora penombra. Si intravedono gli operatori
di scena che entrando dalla quinta di destra portano via il tavolo e la
lama di cartapesta, lasciando soltanto il disco perforato. Di fianco al
disco perforato posizionano la tramoggia (sempre della stessa materia
e dimensione degli altri pezzi) al rovescio, e sei candele, sul proscenio.
Nel frattempo sono entrati Lui, Laex e Figliodilui. Figliodilui porta
con sé una coperta e un cuscino. Coricandosi a terra, vicino ai due
oggetti di cartapesta, e coprendosi, poggia la testa sul cuscino che
sta in grembo a Laex, accovacciata. Lui è in piedi. La quinta di destra
viene chiusa dagli operatori, che restano dietro la quinta.
Lui - (sconcertato) Che cosa ci fa lì, con te ? Sta male ? -
Laex - (giustificato) Ma non vedi che ha la febbre ? Con tutte le
sudate che ha fatto in questi giorni per correre dietro all’aquilone
era normale che si ammalasse. Proprio ora, pensa … domani non potrà
nemmeno andare a quello che avrebbe dovuto essere il suo primo
giorno di scuola … -
Lui - (cercando invano di riprendersi suo figlio) Ma cosa ti sei messa
in testa lurida baldracca da quattro soldi che non sei altro … continua
a gemere per telefono come hai sempre fatto, lo sai che lui è affar mio. -
Laex - (mostrandogli un tesserino di riconoscimento) Se fossi in te
eviterei qualsiasi contatto fisico … questo appartiene a un primario di
chirurgia che ho conosciuto quando … si, insomma, in quei giorni lì … -
Lui - (trattenendosi dall’ammazzarla di botte) … ti sei messa con quel
figlio di puttana ? Quindi sapevi che ci stava ricattando ? E scommetto
che sai anche che ci vuole ancora vendere il suo … -
Laex - … se è solo per questo so anche che non avrete vita lunga. -
Sipario
Atto secondo scena prima
Tavolo generazionale
Madredilei, Lei e Figliadilei salgono sul palcoscenico da i corridoi con
i tre cesti di vimini, colmi di biancheria pulita e stirata, e aprono il sipario.
C’è soltanto il tavolo, nel mezzo. Sulla quinta di fondo, il corpo di
cartapesta ingigantito (del tritacarne di metallo) e proiettato su uno
sfondo rosso. Sulla quinta di destra il fotogramma del cilindro cavo,
proiettato su uno sfondo nero. Sulla quinta di sinistra, il fotogramma
della lama, su fondo bianco. Appena posano i cesti di biancheria,
Figliadilei si dirige di corsa verso la quinta di sinistra.
Madredilei - (ridondante) E’ già ora di ritirarti nelle tue stanze,
principessa ? Com’è ‘sto fatto che quando arriva il momento di
faticare si scappa sempre ? -
Figliadilei - (giustificato) Veramente io non stavo scappando affatto
… stavo soltanto andando a prendere gli asciugamani che ho
dimenticato in camera mia quando ho fatto il primo giro per sistemare
il resto … -
Madredilei - … hai sempre la risposta pronta eh … bè, dovresti iniziare
a imparare per esempio che la luce di una camera si spegne quando ci
si trova da un’altra parte, anche se è la tua camera. Se io mi
permettevo di fare una cosa così mi obbligavano a stare al buio per un
giorno intero … non succedeva un’altra volta, ci potevi mettere la mano
sul fuoco che non succedeva. Io ho passato la vita intera al buio, da
quando ho messo al mondo tua madre ho sempre e soltanto patito
e sofferto … e ora, cosa mi resta ? Di patire ancora, di soffrire ancora.
Il dolore non ha bisogno di luce, il dolore … -
Figliadilei - … il dolore è come una buccia di banana che guarda caso
si trova sempre sulla strada di chi pensa al passato e di chi si lamenta
in continuazione … invece di pensare al passato perché qualche volta
non pensi anche al futuro, perché non pensi a noi ? -
Madredilei - (basito) Pensare a voi … Dio mio, tu non puoi capire … -
Lei - … capisce meglio di quanto credi, anche se è solo da poco che
… soffre … -
Figliadilei esce dalla quinta di destra piangendo.
Madredilei - Ecco, hai visto ? Hai visto cosa capisce ? -
Lei - (avvicinandosi a sua madre, pacato ma risoluto, dopo una pausa)
Se vuoi restare qui insieme a noi la devi smettere, va bene ?
Non permetterò di inculcare le tue lagne a una ragazzina che nemmeno
sa chi è suo padre e che crede che le siano venute prematuramente
a causa della morte del mio. Quindi o la smetti oppure te ne torni
di corsa a casa tua. -
Madredilei - Vergognati ! Tuo padre è sottoterra e tu vorresti
lasciarmi qui da sola ? Con tutto quello che ho visto, con tutto quello
che ho passato grazie a voi ? -
Lei - (esasperato) E no eh … mi dispiace, ma io penso di aver pagato
abbastanza per gli sbagli che ho fatto, più di quanto avrei dovuto
pagare se fossimo finiti dentro … quello che mi da più fastidio però
è che tu questo lo sai … se è andata come è andata è perché lui ama
me così come io amo lui, e in amore qualsiasi modo potrebbe andar
bene … tutti i ricatti del mondo messi insieme non mi farebbero mai
cambiare idea. -
Madredilei - Tanto prima o poi lo verranno a sapere tutti e due. -
Lei - (sarcastico) Ma che bella soddisfazione … così dovrei cedere
anche al tuo, oltre che a quello di una sgualdrina. -
Madredilei - Ad ogni modo è già da un po’ che quella poco di buono
si fa valere i suoi diritti mi pare. -
Lei - (indignato) Diritti ? Come osi chiamarli diritti quando sono stati
generati dal più vile dei ricatti ? Avete tutti quanti battuto la testa per
caso ? Non c’è più nessuno a questo mondo che riesce a chiamare le
cose come dovrebbero essere chiamate ? Nemmeno io ci credevo,
eppure devo ammetterlo, soltanto in carcere c’è libertà … se tutto
questo tempo lo avessi passato in carcere mi avrebbe reso libera,
avrei evitato di sentirmi dire da una sgualdrina che come per magia
ha messo la testa a posto che se non lasciavo che si sviluppasse quel
suo innato senso materno avrebbe detto a mio figlio, anzi, al ragazzo
che avrebbe dovuto essere mio figlio, che sua madre era un’altra
persona, e che per colpa mia, che sono la madre di una ragazzina
alla quale vuole bene, suo padre ha ucciso mio marito … e pensa che tu,
in tutto questo tempo, non hai fatto altro che pensare a come avresti
potuto educare mia figlia a modo tuo … (poi, dopo una pausa) pensa,
anzi, immagina, ma no, nemmeno, perché la verità è che tu non puoi,
non puoi neanche lontanamente immaginare quanto io possa amarlo …
prova solo a guardare come lo amo, come gli dimostro giorno dopo
giorno il mio amore in ogni cosa che faccio per lui, al perché lui merita
di essere così amato da me … prova a guardare … -
Madredilei - … vedo, vedo, non ti preoccupare che vedo … -
Lei - … cosa, cosa vedi ? -
Madredilei - Vedo che prima o poi quel filibustiere che dici di amare
te la farà sotto il naso senza che tu te ne accorga, quello vedo. -
Lei - Non avevo dubbi … -
Entra Figliadi lei dai corridoi.
Figliadilei - (a Lei, dalla platea) Posso andare a studiare a casa sua ?
Ti prometto che sarò a casa per cena … dai, non fate quelle facce,
vi aiuto io a spostare il tavolo. -
Atto secondo scena seconda
Calice amaro
Figliadilei si unisce a Lei e Madredilei per spostare il tavolo mentre
la quinta di destra viene completamente aperta dagli operatori di
scena. Si vedono Padredilui e Lui che stanno leggendo un giornale
seduti ognuno sulla propria sedia. Nel frattempo, mentre le tre Attrici
stanno per uscire (ignorando del tutto l’apertura, come se di fatto
la quinta non si fosse aperta) la stessa quinta viene richiusa, ma, invece
del fotogramma del cilindro cavo, sullo sfondo viene proiettato un muro
di mattoni. Appena si voltano, confuse, vengono aperte le altre due
quinte (il dietro è oscurato). Escono dunque dalla quinta di fondo e
subito dopo la quinta viene richiusa alle loro spalle diventando un
altro muro di mattoni. Dalla quinta di sinistra, che resta aperta anche
dopo (quando sono entrati) entrano Padredilui, Lui e Figliodilui
posizionando al centro del palcoscenico una composizione di
cartapesta formata da il disco perforato (che funge da base) sopra
cui poggia l’elica che a sua volta è sormontata dal piedistallo
(del tritacarne di metallo, sempre costruito con gli stessi canoni)
che è rovesciato.
Padredilui - (enfatico) Il terzo muro di mattoni secondo me avrebbe
dovuto esserci. -
Lui - (basito) Come dici scusa ? -
Padredilui - Il muro no ? Se l’avessi scritta io questa farsa il terzo
muro ce lo avrei messo eccome … anche non bello come questi due,
ma ce lo avrei messo si … -
Lui - (deduttivo, a suo figlio, che rimane sconcertato)
Ora hai capito perché se ne è per forza dovuto andare via da tua
nonna, vero ? -
Padredilui - (con lo stesso tono) Invalicabile, indistruttibile … nessuna avvertenza
allo spettatore … tanto il potere è questo che fa … si occupa di te
fingendo di stare a sinistra e nel momento stesso in cui tu ti accorgi che
che fa solo finta di stare da quella parte e che perciò ti costringe a
schierarti sul fronte opposto, ecco che si finge ancora, questa volta
però di diventare di destra, o di centro … forse chi ha scritto questa farsa non ha tenuto
conto che lasciando aperta la quinta di sinistra si sarebbe subito capito da che
parte stava l’autore. -
Pausa
Figliodilui - Se vuoi vado io, a chiuderla. -
Padredilui - In che modo ? (poi, ravveduto) Già, me lo stavo quasi
dimenticando. Tu puoi. Tu sei minorenne. Si, chiudila … fai vedere
a tutti come si gioca, che tanto prima o poi lo faranno tutti. -
Facendo scorrere la parete della quinta di sinistra sulle guide,
Figliodilui esce chiudendola come le altre due, a “mattone”.
Lui - Ti sembra questo il modo di dire certe cose a un ragazzino ? -
Padredilui - E’ un ragazzo sveglio e attento a come funziona il mondo,
vedrai che prima o poi … -
Lui - (indignato) … ma che ne può sapere lui di teatro, o di qualsiasi
altra cosa che tu non sei riuscito a fare nella vita ? Non ne posso più di
sentir parlare gente insofferente, gente che se qualcuno è diverso
da loro anche nel soffiarsi il naso secondo loro quel qualcuno è un
essere inferiore, gente che … -
Padredilui - … se ripeti ancora una volta gente forse qualcuno ti ascolta
sul serio. Dai, su … datti una calmata … -
Lui - (furioso) … me la darò quando a mio figlio passerà la rabbia
di averti visto andare via per i fatti tuoi lasciando da sola mia madre,
che ora non c’è più. -
Pausa
Padredilui - Lo sapeva. -
Lui - Chi sapeva ? Cosa sapeva ? -
Padredilui - Tua madre … quando era già malata le ho raccontato
tutto, per filo e per segno. -
Atto secondo scena terza
Lettera chiusa con lama
Le due quinte laterali vengono aperte completamente. Lui esce
(visibilmente alterato) da quella di destra. Padredilui invece si avvicina
alla composizione di cartapesta rimanendo in contemplazione per
qualche secondo.
Figliodilui - (turbato, appena entrato dalla quinta di sinistra)
Che fine ha fatto, dov’è andato ? -
Padredilui - Non lo so. -
Figliodilui - Da quando si è rotto non è più lo stesso … -
Padredilui - … se vuoi proprio che te la dica tutta non me ne frega un
accidente, né del Tritatutto né tantomeno di tuo padre (smontando
la composizione di cartapesta, porgendogli il piedistallo)… tieni,
è arrivato il momento di ritirarle queste macerie … -
Figliodilui - (mentre si avviano insieme verso la quinta di destra con
gli oggetti di cartapesta) … perché adesso le chiami macerie ? -
Padredilui - (uscendo con Figliodilui) Perché sono da buttare. -
La quinta di destra viene chiusa alle loro spalle. Al posto del muro di
mattoni, sullo sfondo viene proiettato il fotogramma ingigantito di una
busta da lettera. Lo stesso accade per la quinta di sinistra.
Simultaneamente si apre quella di fondo. Entrano Figliadilei, con in
braccio la lama di cartapesta e Figliodilui, che ha in mano quattro nastri
neri che srotola per il palcoscenico formando le stesse linee della busta
da lettera che ora si vede anche sullo sfondo della quinta centrale,
che si è appena richiusa. Figliadilei appoggia la lama di cartapesta
a terra, con molta cura, e si sdraia accanto a Figliodilui, dando così
l’impressione che siano all’interno di una busta da lettera chiusa.
Figliadilei - (risoluto) Caro amico mio, ti scrivo per dirti
che voglio diventare una grande attrice. Mia madre è pure d’accordo,
dice che mi iscriverà lei stessa all’accademia d’arte drammatica … -
Figliodilui - (stesso tono) … capisco benissimo che è da maleducati
interrompere qualcuno mentre scrive, ma anch’io vorrei … (poi, deluso)
… solo che mia madre non vuole … -
Figliadilei - (basito) … e perché scusa ? -
Figliodilui - Dice che sono troppo giovane e che cambierò idea
ancora tante di quelle volte che magari tra vent’anni nemmeno mi
ricorderò del perché volevo recitare. -
Figliadilei - (sospirato) Se fossi già ricca e famosa non parlerebbe
così, direbbe che dovresti sposarmi subito, che sei il ragazzo più
fortunato del mondo … questo direbbe … hai sentito che cosa ha
detto oggi quello di filosofia ? -
Figliodilui - Di cose ne ha dette talmente tante che … -
Figliadilei - … ha detto che l’origine dei sogni proviene dalla necessità
dell’essere umano di trasmettere alla memoria immagini causali, e che
l’unico effetto banale che questa frase potrebbe produrre sarebbe
quello di non dirlo. E tu, che cosa sogni ? Qual è l’ultimo sogno
che hai fatto ? -
Figliodilui - Ho sognato che tua madre si stava mangiando un
pomodoro seduta al tavolo, e che anche noi eravamo lì. Poi che si è
alzata e che è andata a sputare il succo dentro il Tritatutto. -
Figliadilei - E tuo padre, c’era ? -
Figliodilui - C’era, c’era … e c’erano anche tua nonna e mio nonno … -
Figliadilei - … e tua madre ? -
Figliodilui - No … però è entrata dopo, più tardi … mi ha fatto uno
strano effetto … sembrava diversa … -
Figliadilei - … se fossi al posto tuo a tua madre le scriverei.
Le cose scritte fanno più impressione … (poi, cambiando tonalità)
cara mamma, ti scrivo per dirti che io sono nato per fare l’attore … -
Atto secondo scena quarta
Bioscomposizione
Dissolvenza. Buio. Nella più totale oscurità si sente lo stesso suono
cupo e amplificato sentito nella prima scena del primo atto, riprodotto
per un’altra manciata di secondi. Tornati il silenzio e la luce si vedono
Lei, Lui e Laex seduti attorno al tavolo con un grosso libro messo
sopra. Sulla quinta di fondo si vede il fotogramma del corpo (del
tritacarne di metallo) di cartapesta ingigantito e scomposto in tre pezzi.
Sulla quinta di destra l’elica, che appare allo stesso modo del corpo,
e su quella di sinistra la tramoggia, sempre scomposta in tre pezzi.
Lo sfondo di tutte e tre le quinte è nero.
Laex - (sconcertato) … è assurdo, tutto è assurdo, a cominciare dal
fatto che siamo noi ad essere delle assurdità. -
Lei - (pacato) … tu non hai il diritto di fiatare … -
Laex - (indignato) … non ho il diritto di fiatare ? Con tutto quello che
ho fatto per voi ? Ma sentila … non riesci proprio mai ad aprirli gli occhi
tu ? E’ stato perfino troppo magnanimo … chi lavora per migliorare la
qualità della vita delle persone ha bisogno di fondi, continuamente … -
Lui - (stesso tono) … non andare oltre, altrimenti è la volta che va a
finire male sul serio … una come te avrebbe dovuto fare la stessa fine
di suo marito : dentro una macchina piena zeppa di benzina giù da un
burrone, solo questo ti meritavi … invece no, invece hai passato tutti
questi anni a recitare la parte della madre di mio figlio solo perché
sapevi che prima o poi ne avremmo comprato un altro,
perché hai sempre saputo che quello originale si sarebbe rotto … -
Laex - … siete solo dei pazzi, non c’è altro da dire. -
Lei - (prendendo il libro dal tavolo) Si, più o meno dicono tutti così,
è vero … peccato però che per comprarlo è necessario
conoscere una storia. Niente storia niente Tritatutto (posando il
libro sul tavolo). Queste sono le condizioni, e visto che è il tuo …
(sarcastico) amore … che vorrebbe vendercelo, soltanto un fesso capirebbe che
avresti anche potuto non saperlo. Tutto quello che abbiamo, inclusa
casa nostra, e che vorremmo dargli per averlo, non lo userebbe per la
ricerca, lo userebbe soltanto per soddisfare altri suoi bisogni.
Quando all’epoca lo contattammo per falsificare l’atto di nascita fu
proprio lui a dirci di provare a stimolare le funzioni del nostro, di quello
originale, ce lo disse apposta, semplicemente per usarci
come cavie da laboratorio, perché sapeva quanto sia pericoloso
provare a stimolare le sue incredibili funzioni, perché sapeva quali
e quanti rischi avremmo corso nel fare quel tentativo. Per questo si
prestò con la massima disponibilità ad insegnarci come (prendendo
nuovamente il libro in mano, mettendolo davanti a Laex) consultarlo,
sembrava quasi che ci godesse nello spiegarci le nozioni basilari che
servono a capire come si consulta il contenuto della storia che serve
a comprendere il suo corretto funzionamento. -
Laex - Io … -
Lei - non fiatare, te l’ho già detto … la storia dice che un giorno due
lesbiche fanno una scommessa con la gente. La gente è convinta che
la famiglia, in una farsa come questa, sia un’istituzione basata sulla
convenienza, un’ amalgama di personaggi che possono scegliere chi
essere o diventare, creati apposta per rimanere fedeli ad un
adattamento adeguato alla farsa stessa. Mentre loro, le due amiche,
credono il contrario, credono che i personaggi siano sempre esistiti,
che siano vivi proprio perché sono costretti a non scegliere.
Se sarà la gente, a vincere, alla gente spetterà che le due amiche
diventino eterosessuali. Se invece vinceranno le due amiche allora
potranno rimanere omosessuali in eterno. Nel caso però che le
condizioni venissero a mancare, ovvero nel caso si dovesse rompere
il Tritatutto, allora spetterà ai personaggi stessi stabilire quali siano
i vincitori e quali siano i vinti. -
Atto secondo scena quinta
La gente e il tempo
La quinta di fondo viene completamente aperta dagli operatori di scena
(il dietro è oscurato). Consegnando il grosso libro a Laex, Lei esita
un istante per vedere come si comporta, per cercare in qualche modo
di interpretare la sua reazione. Vista però l’inamovibilità di Laex e non
senza essersi scambiata cenni d’intesa con Lui, Lei e Lui escono
portandosi dietro sia il tavolo che le due sedie. A questo punto viene
aperta anche la quinta di destra, simultaneamente alla chiusura della
quinta di fondo : ciò che si vede dietro è un cassonetto dell’immondizia,
arancione, usato per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi (la scritta
sul cassonetto indica “indifferenziato”). Laex si dirige verso il
cassonetto, lo apre, e ci butta dentro il libro ingombrante.
Quindi viene chiusa anche la suddetta quinta simultaneamente
all’apertura di quella di sinistra, da dove entrano Primamicadilei e
Secondamicadilei. Una volta entrate la quinta viene richiusa e subito
dopo, su tutte e tre le quinte, vengono proiettate delle scene di vita
comune, riprese un po’ ovunque, ma non a caso : il caos generato
dall’audio amplificato dei dialoghi sovrapposti delle rispettive scene
(in quella di sinistra si vede una famiglia numerosa riunita attorno al
tavolo sotto l’albero di Natale, in quella centrale una coppia
eterosessuale di mezza età che sta litigando, e in quella di destra
una strada colma di giovani manifestanti vestiti in modo eccentrico
che sfilano allegramente in favore dell’orgoglio omosessuale) non
consente alcuna comprensione.
Primamicadilei - (esasperato, disattivando soltanto l’audio con un
telecomando che ha in mano) … adesso basta però eh … e che cavolo,
non se ne può davvero più di tutto questo bailamme … non sarebbe
ora di mettere un po’ le cose a posto ? Cosa ne dici ? -
Secondamicadilei - (scettico) Mah … per come la vedo io le cose non
cambieranno mai … ora poi che si sta rompendo anche il Tritatutto
generale diventerà ancora tutto sempre più difficile. -
Primamicadilei - Guarda, se c’è una cosa che proprio non ho capito
è perché non potrebbero essere loro a diventare come noi se
dovessero perdere. Scusa eh … ma ti sembra logico che in una
scommessa del genere ci debbano ancora essere dei simili vincoli ?
Così medievali, così … -
Secondamicadilei - … mi riferivo al Tritatutto generale, non a … -
Primamicadilei - … ma che differenza vuoi che faccia ? Le funzioni sono
pur sempre uguali per tutti, no ? La sola cosa che cambia è che noi
siamo qui dentro mentre loro sono là fuori, ma se fosse il contrario
ti stupiresti se fosse ugualmente lo stesso ? Nel nostro caso per
esempio la colpa è di quel chirurgo, di quel fariseo prevenuto …
che cosa farà ora se dovessero cedere al ricatto ? -
Secodamicadilei - Non lo so … -
Primamicadilei - … dobbiamo aiutarli … dobbiamo fingere che il
tempo non sia passato … -
Secondamicadilei - (divertito/canzonatorio) … brillante come idea,
perché non la brevetti ? -
Primamicadilei - Perché no ? In effetti è già da un pezzo che ci sto
pensando, anzi scusa, che ci stavo pensando … (poi, accentuato)
voglio dire che ci penserò … su, dài … tu mi capisci … diciamo che
adoro postporre perché ogni qual volta anticipo, per azzardarmi
a fare una previsione, me la prendo sempre nel … (imbarazzato)
tu comprend, n’est pas ? -
Atto secondo scena sesta
Simbolo in cesto
Le due amiche scendono dalle scale poste ai lati del proscenio.
Dal corridoio, prima di uscire dalla platea, Primamicadilei “disattiva”
(l’attivazione era una piccola farsa) con il telecomando le scene in atto
proiettate sulle quinte. Dissolvenza. Buio. Breve Pausa.
All’apertura si vedono Figliadilei e Figliodilui che giacciono nudi
(con la sola biancheria intima addosso) e abbracciati all’interno di
un cesto di paglia molto capiente, fuori misura. Alla destra del cesto
c’è un triangolo di cartapesta, bidimensionale, nero, posizionato a
mo di cono, a sinistra un triangolo simile, posizionato a mo di piramide.
La quinta di fondo è completamente aperta, oscurata, mentre le due
laterali sono rosse.
Figliodilui - … che strano … se ci pensi bene si è rotto proprio
nell’attimo prima di quando le amiche di tua madre si sono presentate
qui da noi. -
Figliadilei - A me non sembra così strano visto che per vincere quella
scommessa ci hanno coinvolto direttamente, farebbero qualsiasi cosa
pur di riuscirci … (infilandosi il saio bianco preso dal cesto esce fuori)
spero soltanto che sia la gente a vincere, a decidere se abbiamo fatto
bene o se abbiamo fatto male a metterci insieme … spero con tutto il
cuore che siano capaci di misurare le giuste dosi di odio che si devono
dare al vero amore … io stessa ti odio, amandoti. -
Figliodilui - (vestito, uscendo dal cesto) Non mi sembra una buona
ragione perché vinca la gente. Anch’io ti amo eppure ti detesto …
le amiche di tua madre lo sanno questo, sanno come gli altri le possano
odiare, sanno da quanti giudici verranno giudicate … -
Figliadilei - … perché non ti chiedi se anche tuo padre lo sa ? Lui
adora mia madre, la adora a tal punto che ha lasciato la tua ed è
venuto a piazzarsi qui con noi. Quale prova migliore potrebbe esserci
in un amore ? Che cosa sarebbero disposte a fare invece le amiche
di mia madre tra mettiamo vent’anni, far vedere a tutti che il loro amore
può durare in eterno mentre il nostro è destinato a morire ?
E noi invece, che cosa saremmo disposti a fare ? -
Figliodilui - Io so soltanto che non avrei sposato un’altra donna … -
Figliadilei - … e se invece fossero stati costretti a farlo ?
Supponiamo che tuo padre, per difendere mia madre da uno sbaglio
fatto alla nostra età, le abbia dato il permesso di vivere con un altro
uomo, un uomo che non ama, ma che si sposa … mettiamo poi che
adesso io sia incinta di un altro uomo che non amo, e mettiamo pure
che questo qui ci voglia rovinare, che sia addirittura disposto a
uccidermi … tu che cosa faresti per difendermi ? -
Figliodilui - Lo ammazzerei. -
Figliadilei - E di me, che ne faresti di me ? -
Figliodilui - Ti lascerei perdere, che altro dovrei fare ? -
Figliadilei - Rendermi tua complice per esempio. -
Figliodilui - No, lo escluderei. -
Figliadilei - Perché ? -
Figliodilui si limita a fissarla, accennando poi uno sguardo d’intesa
nel raccogliere i due triangoli di cartapesta.
Atto secondo scena settima
Campo visivo
Raccolti dunque i due triangoli di cartapesta nel cesto di paglia,
i due ragazzi escono dalla quinta di fondo, rimasta aperta e oscurata
per tutta la scena precedente. Poco dopo entrano gli operatori di
scena srotolando un tappeto lungo e largo quanto la superficie del
palcoscenico. Sul tappeto è raffigurata una strada classica, d’asfalto,
delimitata da un bel prato verde. Mentre escono gli operatori vengono
prima aperte e poi immediatamente richiuse le quinte laterali, che
rivelano un cielo terso, azzurro. Infine anche la quinta di fondo viene
richiusa, dove si può vedere lo stesso identico cielo ma con al centro
l’immagine del Tritatutto (il tritacarne di metallo ingigantito, visto di
fronte). Padredilui e Madredilei, che sono entrati un attimo prima che
venisse richiusa la quinta di fondo, sono in mezzo alla strada.
Padredilui - (drammatico) … me lo ha sempre detto mia moglie che
non dovrebbero comprarlo. Bisogna soltanto cercarlo, diceva, e se
un giorno dovesse rompersi bisogna dannarsi l’anima pur di farlo
funzionare di nuovo … ci impiegò un anno intero per dirmelo, tutto il
tempo della sua malattia … fu allora che mi disse anche che chi pensa
di trovarlo, vendendolo, è perché o vuole approfittarsi della buona
fede di quelli che non vedono, oppure è perché conosce così bene
gli ingranaggi che ne è parte integrante. -
Madredilei - (accorato) Lo so, lo so … anche mio marito diceva più o
meno così. -
Nel frattempo sopraggiungono Lei e Lui da i corridoi della platea.
Lei - (salendo dalla scala del proscenio insieme a Lui)
Si può sapere che cosa stai farneticando ? Mio padre non è mai stato
capace di entrare in certi discorsi … -
Madredilei - (sarcastico) … certo … veniva a farli proprio a te, certi
discorsi … -
Lei - … che vorresti dire, che significa quel tono ? -
Madredilei - Significa che tu non sai niente di tuo padre, che non hai
mai voluto sapere niente … -
Lei - (esasperato) … che cosa avrei dovuto sapere ? -
Madredilei - Che era un eroe … che ha sacrificato tutta la sua vita
per salvare altre vite, tutte quelle che ha potuto … (poi, dopo una
pausa) … falsificava documenti, passaporti, carte d’identità, visti …
era nella R.R.S. * -
* Rete di Resistenza Solidale
Lui - Ti prego, non … -
Lei - (esterrefatto) E tu hai avuto la sfrontatezza di non dirmelo
mai ? Mio padre ha evitato deportazioni in campo di sterminio,
imbarchi clandestini, decapitazioni di massa, e tutto quanto di più
disumano c’è stato a questo mondo e io dovrei starmene zitta ? -
Lui - Stavo solo cercando di dirti che … -
Lei - (piangendo) … mi ha sempre fatto credere che era un
disadattato, un delinquente … (poi, rabbioso, dopo una pausa carica
di tensione) sei un mostro … la sola ragione per cui esisti è perché
sei rimasta qui … -
Madredilei - (indifferente, a Padredilui) … continua a vivere nel mondo
dei sogni, è per questo che non mi ha mai potuto vedere …. -
Lei - … tu hai paura, paura di morire sola, è per questo che mi hai
messa al mondo … tu avevi il dovere di dirmelo ! -
Madredilei - Se te lo avessi detto che cosa sarebbe cambiato ?
Quello che voi avete fatto sarebbe forse colpa mia ? Il mio silenzio
non vi è dunque servito ? -
Lui trattiene Lei. Dissolvenza.
Sipario
Atto terzo scena prima
Pomodori con porta
All’apertura, in mezzo al palcoscenico c’è una porta, cieca, in legno,
sorretta da una base (sempre in legno). I pomodori sono allineati sul
proscenio. Sulle quinte non c’è alcun fotogramma, scena ripresa,
o immagine proiettata. Si apre la porta ed entrano Primamicadilei
e Secondamicadilei.
Secondamicadilei - (chiudendo la porta, riferito al fatto che
Primamicadilei si sta attorcigliando goffamente le braccia sopra la
testa) Si può sapere che cosa stai facendo ? -
Primamicadilei - Sto cercando di immedesimarmi nell’elica. -
Secondamicadilei - (di avvertimento) E’ la cosa più cretina e
sbagliata che poteva venirti in mente di fare adesso … te lo dico subito
il perché, c’è mica bisogno che mi squadri dalla testa ai piedi sai ? Ho
paura che la gente si accorga che l’hai fatto apposta a fare l’elica. -
Primamicadilei - Perché ? -
Secondamicadilei - Per dimostrare che sia l’elica, e cioè lui, e sia il
corpo, vale a dire lei, cedano al ricatto perché si vedrebbero per
quello che sono in realtà. Io credo che a nessuno piacerebbe vedersi
per ciò che si è in realtà, soprattutto a loro, a questa dannata famiglia
costretta a rendere pubblico ciò che nemmeno l’esibizionista più
sfrenato farebbe … credo che, per come sono loro e soprattutto per
quello che hanno fatto, verranno giudicati … -
Primamicadilei - … e allora ? -
Secondamicadilei - (giustificato) Allora voglio dire che sarà la gente
a vincere questa scommessa …. -
Primamicadilei - … non ne puoi proprio fare a meno, è più forte di
te, vero ? -
Secondamicadilei - Cosa ? -
Primamicadilei - Ma come cosa ? Ma di tirarti addosso tutte le
sciagure di questo mondo no ? Non hai appena detto che la gente
si accorgerebbe subito della mia immedesimazione in lui perché in un
certo senso dimostrerei che cedano al ricatto del chirurgo ? -
Secondamicadilei - Si. -
Primamicadlei - Oh … perché dunque il chirurgo non compare mai ? -
Secondamicadilei - Non lo so, dovremmo chiederlo a … -
Primamicadilei - … perché se comparisse questa farsa non si
chiamerebbe più farsa, perché è un espediente, uno stratagemma
perfino sorpassato ormai, per far vedere alla gente un capro espiatorio
perché la gente ha sempre bisogno di un capro espiatorio … -
Secondamicadilei - … e allora ? -
Primamicadilei - (basito) E allora ? Guarda che tanto saranno loro
a decidere chi vincerà, quindi rilassati, fatti uno champagne … vedi tu …
io non lo so … -
Secondamicadilei - … loro chi ? -
Primamicadilei - (esasperato) Ma come chi ? Le componenti no ?
Corpo, Elica, Piedistallo, Cilindro cavo, Lama, Disco perforato
e Tramoggia … su, dài … diamoci da fare …. -
Atto terzo scena seconda
Camera con vista
Primamicadilei apre la porta e tira fuori i tre cesti di vimini vuoti.
Dopo aver raccolto tutti i pomodori allineati sul proscenio spostano
la porta dal centro del palcoscenico al centro della quinta di fondo,
che nello stesso momento viene aperta completamente (il dietro è
oscurato). Mentre le due amiche escono attraverso la porta con i tre
cesti pieni di pomodori, entrano gli altri sei Attori. Nell’incrociarsi
scoppiano tutti quanti a ridere e non appena qualcuno tenta di dire
qualcosa gli altri si mettono a ridere ancora di più, fino a che
Primamicadilei, cercando di darsi un contegno e dopo aver elencato
le corrispondenze delle componenti del Tritatutto (ovvero i pezzi del
tritacarne di metallo che corrispondono ai personaggi) facendosi
aiutare da Secondamicadilei, non portano fuori i tre cesti di pomodori
tornando immediatamente con il tritacarne di metallo. Pausa.
Tutti gli Attori appaiono timorosi, impauriti, fino a che dalla porta
entra un operatore di scena e inizia a smontare il tritacarne di metallo
cominciando ovviamente dalla ghiera, che non è mai stata menzionata
durante la farsa. Sollevandola in aria a braccio alzato la mostra prima
al pubblico presente in sala, e poi, come una sorta di monito divino,
a tutti e nove gli Attori. Dopo di che esce passando attraverso la
porta con la ghiera in mano. Appena uscito l’operatore scoppiano
nuovamente a ridere, questa volta però a crepapelle, rotolandosi per
terra e continuando di gusto fino a che una forte luce abbagliante
illumina la quinta di fondo. Quindi, visibilmente attratti dalla luce,
come ipnotizzati, si accodano davanti alla porta per uscire in fila
disciplinatamente.
Atto terzo scena terza
Cineteca familiare
Dissolvenza. Buio. Pausa, relativamente prolungata. Al ritorno delle
luci in scena si vedono Primamicadilei e Secondamicadilei sedute su
delle poltroncine (una fila, identiche a quelle della platea) rivolte
verso la quinta di fondo.
Secondamicadilei - (imbarazzato) … certo che con la figura che
abbiamo fatto ora possiamo dire addio ai nostri sogni di gloria. -
Primamicadilei - (risoluto) Ah si ? Gli altri invece avrebbero fatto
una bella figura, vero ? -
Secondamicadilei - (voltandosi, da seduta, riferito al pubblico
presente in sala) Perché non lo chiedi a loro ? -
Primamicadilei - (imbarazzato, al pubblico presente in sala)
Scusate ma … proprio non ce la faccio a importunarvi. (poi, sprezzante)
Allora ? Voi o noi ? -
Secondamicadilei - (giustificato) Non ci fate caso, fa sempre così
quando sente che sta per perdere una scommessa … comunque sia
vi invito ad assistere, con noi, alla sesta scena del primo atto di questa
farsa, quando Lei cerca di convincere Lui a provocare uno scandalo
per l’omicidio di suo marito. -
Rivoltandosi verso la quinta di fondo le due amiche si preparano per
assistere alla proiezione della scena : si abbassano le luci e sullo
sfondo viene in effetti proiettata la sesta scena del primo atto, ma
parodiata da Primamicadilei, che interpreta Lei, e Secondamicadilei
che interpreta Lui. Sul palcoscenico in proiezione si vedono soltanto
due oggetti minuscoli (non distinguibili, la vera lama del tritacarne di
metallo e il vero disco perforato) prima del sopraggiungere
esageratamente concitato delle due Attrici.
Secondamicadilei/Lui - (prendendo in mano il disco perforato)
E questo cos’è ? Che cosa mi dovrebbe rappresentare ? -
Primamicadilei/Lei - Bè, è tuo figlio ! Non lo riconosci ?
(prendendo poi in mano la lama, i due oggetti vengono ingigantiti
e proiettati a loro volta sullo sfondo della relativa quinta, indicando
la lama in proiezione) Guarda la mia : è cresciuta così in fretta che
pensavo fosse già in dolce attesa … -
Secondamicadilei/Lui - … ad ogni modo non possiamo fare
diversamente, tanto il corpo è carbonizzato … -
Primamicadilei/Lei - (basito) … non possiamo fare diversamente ?
Guarda che su come ammazzare mio marito se permetti altre idee me ne
sarebbero venute in mente anche a me, sai ? C’era mica bisogno di
tirargli una botta in testa e spingerlo giù dal burrone … comunque non
possiamo più tornare di sicuro indietro, è per questo che … -
Secodamicadilei/Lui - … che ? -
Primamicadilei/Lei - (imbarazzato) Che … insomma, che non ci
dobbiamo più vedere, ecco … -
Secondamicadilei/Lui - (basito) … e perché ? -
Primamicadilei/Lei - (giustificato) Come perché ? Perché tu sei il
padre di mia figlia, no ? Per quale altra ragione credevi che te lo
dicessi ? E poi, scusa. Ma ci hai mai pensato alle conseguenze ? -
Secondamicadilei/Lui - Quali ? -
Primamicadilei/Lei - (enfatico) Metti che ci scoprono e che ci
mettono dentro … -
Secodamicadilei/Lui - … e allora ? -
Primamicadilei/Lei - (giustificato) E allora finiremo su tutti i giornali
per non aver confessato il reato che abbiamo commesso a una coppia
di minori generata dal più legittimo dei legami, no ? Ce l’hai una vaga
idea di che bel gruzzoletto riusciremo a racimolare ? -
Pausa. Dissolvenza con conseguente oscuramento della quinta
di fondo.
Atto terzo scena quarta
Tavolo con specchi
Primamicadilei e Secondamicadilei escono dalla quinta di fondo
(che nel frattempo è stata aperta) per tornare subito dopo con un
cesto di vimini colmo di pomodori, che non tardano a ridistribuire
agli spettatori seduti nelle prime due file di poltroncine in platea,
per poi uscire definitivamente passando da i corridoi (prima di uscire
Primamicadilei esclamerà a voce alta che non era una scommessa da
fare). Nel frattempo vengono aperte le quinte laterali, da dove entrano
gli operatori di scena che si portano via le poltroncine sostituendole
con il tavolo, che mettono al centro del palcoscenico con uno specchio
appoggiato sopra. Terminate le fasi del cambio di scena, gli operatori
escono : alcuni dalla quinta di destra, altri da quella di sinistra,
richiudendole. Le immagini proiettate di quattro specchi, due per
quinta, sono sovrapposte a uno sfondo rosso. Poi, dalla quinta di
fondo (rimasta ancora oscurata dalla seconda scena) entra
Padredilui.
Padredilui - (ironico, guardandosi allo specchio) Dicono che il bene
più prezioso al mondo sia la famiglia … devo ammetterlo, sarei curioso
di conoscerli di persona quelli che hanno detto questa perla di
saggezza … così, giusto per informarli che io, se per caso un giorno
dovessi dire pubblicamente che mia moglie se ne è andata ormai da
dieci anni a causa di un male incurabile, che in pratica sono
sopravvissuto a tutti compresa mia sorella, che prima di passare a
miglior vita ha passato gli ultimi suoi cinque anni in preda ai vantaggi
dell’Alzheimer, e che, per quello che riguarda il futuro è chiaro, mio
figlio è tutt’ora costretto a vivere in una famiglia … ideale direi …
beh, io penso proprio che qualcosa da insegnare a questa gente sul
valore inestimabile che questa specie di bene infonde da sempre
ce l’avrei si …(prendendo tra le mani lo specchio dal tavolo) ad esempio,
se ora chiedessi alle persone di questa mia nuova famiglia, che vivono
con me in questa casa, chi è stato a mettere questo specchio sulla mia
scrivania sono sicuro al cento per cento che tutti, a partire proprio
da mio figlio, confesserebbero di essere stati loro … ma il bello è che
non lo farebbero per cercare di confondermi, ma soltanto,
esclusivamente, perché sono delle persone responsabili, che
darebbero la vita pur di ammettere la loro colpevolezza …
(poi, dopo aver sentito bussare alla porta, rimettendo lo specchio
sul tavolo) avanti … (dopo l’ingresso, senza parole, di Madredilei
dalla quinta di fondo) … bè ? Cos’è quella faccia ? (riferito allo
specchio) Sei stata tu per caso ? -
Madredilei - (tragico) Qualsiasi cosa ti stia passando per la testa
non c’entra con il fatto che sono venuta con sdegno a bussare
alla tua porta. -
Padredilui - (divertito/canzonatorio) Mamma mia … d’ora in poi dovrò
per forza cercare di pensare che siano tutti innocenti, sennò magari la
prossima volta saresti capace di trasformarti in una specie di Medea
ammazza cognati … anzi scusa, ammazza pseudo cognati … -
Madredilei - (accorato) … falla finita … (stesso tono, dopo una pausa)
è successo qualcosa che non doveva succedere, che non avrebbe
dovuto succedere, è successo che preferiscono pagare …
preferiscono pagare piuttosto che dirglielo … -
Padredilui - (sconcertato) … hanno ceduto al ricatto di quel bastardo ?
Chi te lo ha detto, quella santa donna della … -
Madredilei - … si, lei … a forza di fare la spia e la puttana è riuscita ad
ottenere quello che voleva, visto ? Purtroppo è così che va il mondo …
e ora … ora possiamo davvero dimenticarci del Tritatutto, tanto non
riusciremo mai più ad aggiustarlo … -
Padredilui - (risoluto) … non ti azzardare mai più a ripetere una cosa
simile. Dobbiamo farlo funzionare. Spetta a noi, a nessun altro …
(dopo una pausa) sarà molto rischioso, ma non abbiamo alternative … -
Madredilei - … ti spiace parlare invece di pensare soltanto ? -
Padredilui - Hanno già pagato ? -
Madredilei - No, ma … -
Padredilui - … questa notte dobbiamo fare in modo che si scambino
i letti. -
Madredilei - (sconcertato) Cosa ? -
Padredilui - Ascolta … da quanto tempo è che i ragazzi si sono messi
insieme ? -
Madredilei - Non lo so … da qualche mese forse, perché ? -
Padredilui - Primo perché sia tua figlia che mio figlio hanno un debole
per loro, e secondo perché, se tutta la gente li vedesse mentre lo
direbbero ai ragazzi invece che … si, insomma, invece che
approfittarsene di quella situazione, forse potremmo ancora
sperare di ripararlo. -
Madredilei - E come pensi di riuscirci ? -
Padredilui - (canzonatorio) E se te lo dicessi come farei a pensarci ? -
Atto terzo scena quinta
Pubblico letto
Volume 1
Dissolvenza. Buio. Pausa relativamente prolungata, in cui si sentono
diversi rumori : martellate continue, trapani in funzione, mobili spostati,
e simili. Al ritorno delle luci in scena si vede un letto a due piazze,
posizionato nel mezzo, dove giace, con gli occhi sbarrati e le mani dietro
la nuca, Figliodilui. La quinta di fondo è rimasta ancora oscurata,
mentre sia dalla quinta di sinistra che dalla quinta di destra si possono
vedere una quantità esagerata di telecamere (in proiezione) che
ricoprono letteralmente le pareti. Poco dopo, dalla quinta di fondo,
entra Lei. Appena la vede Figliodilui le va incontro, abbracciandola
intimamente, proprio come fanno gli amanti.
Figliodilui - (poi, imbarazzato, staccandosi da Lei) Scusa, ma non
ci riesco a continuare … il fatto è che se anche se la gente pensasse a
noi due come amanti impossibili non si scandalizzerebbe più di tanto …
io non ne sapevo nulla, te lo giuro … -
Lei - … qual è stata la prima cosa che hai fatto quando sei entrato e
hai visto tutte queste telecamere ? -
Figliodilui - Ho provato a pensare che non fosse stato lui a combinare
tutto questo casino, poi però mi sono dovuto arrendere all’evidenza,
così sono andato nel suo studio e mi ha detto che cosa avrei dovuto
fare non appena tu fossi entrata. -
Pausa.
Lei - (tragico) Perché ora invece non provi a pensare un po’ a tuo
padre, prova a pensare a quando tuo padre ha ucciso quel coglione
di mio marito … (dopo un’altra pausa) … pensa a quando ha preferito
vivere con quella sgualdrina che ha fatto finta di essere tua madre per
vent’anni, a quando lui veniva da me, che già stavo insieme a mia madre,
a quando veniva a trovare una figlia che si era sempre rifiutato di
volere perché diceva che i figli costavano troppo, a come ha iniziato
a guardarla mentre cresceva perché non vedeva l’ora di metterle le
mani addosso, ma che ha represso la sua libidine perché sapeva che
prima o poi la avrebbe fatta addirittura innamorare proprio perché
è lui il vero padre … -
Figliodilui - (furioso) … che vuoi dire … che cosa stai dicendo …
tu non sei mia madre, io non ti credo …. io non credo a una sola parola
di quello che hai detto … io … tu non sai chi è mio padre … -
Lei - (stesso tono)… è un assassino … un assassino e un bugiardo,
della peggior specie … un calcolatore, di quelli che usano le persone,
che passano sopra i loro sentimenti, che non gliene frega di niente
e di nessuno tranne che di loro stessi … quando ha capito che le donne
ti piacevano ha tramato come un verme viscido e schifoso per fare in
modo che ti innamorassi di lei, ma tu ovviamente non te ne sei accorto
perché non potevi accorgertene, perché a conti fatti era meglio per
tutti se ci provavi con tua sorella, che ancora non sapevi chi era,
piuttosto di masturbarti con le fotografie di una sgualdrina che sapevi
di avere per madre … -
Mentre Figliodilui sta per assalire Lei, sul palcoscenico piovono
pomodori, lanciati da Lui, il quale, entrando da i corridoi della platea,
li ha sottratti ad alcuni spettatori seduti tra le prime file. Lei resta
immobile, mentre Figliodilui esce dalla quinta di fondo.
Atto terzo scena sesta
Pubblico letto
Volume 2
Lei e Lui si fissano per un lungo e intenso istante, dopo di che Lei
esce dalla quinta di fondo (sempre oscurata) mentre Lui sale sul
palcoscenico infilandosi nel letto. Pausa. Non appena entra
Figliadilei, Lui le salta addosso come un amante focoso in preda
a un impulso incontrollabile.
Figliadilei - (rabbioso, divincolandosi) … tu sei malato … -
Lui - … è tua madre quella malata, era lei che voleva che tu avessi per
padre uno che detestava avere figli, e io, per lei, valevo meno di quel
coglione che credeva di essere tuo padre … -
Figliadilei - (sconcertato) … ma cosa stai dicendo ? -
Lui - Sto dicendo che se io ora ti dicessi quello che so il Tritatutto
si aggiusterebbe, e io non voglio che si aggiusti, non voglio che
torni mai più a funzionare … -
Figliadilei - (furioso) … ma perché, perché ? -
Lui - Lo vuoi proprio sapere ? (dopo essere stato squadrato dalla
testa ai piedi per più volte) Allora stammi a sentire molto bene,
perché … ascolta, lo so che non è facile da accettare, ma le cose
stanno così … se noi, in questo preciso istante avessimo fatto quello
che tutta la gente si aspettava che facessimo, in fondo avremmo scelto
la vittoria della gente proprio perché tutti, inclusi noi stessi, che
illudendoci e identificandoci nel nome della coscienza, pensiamo di
sapere chi siamo e che cosa vogliamo, tutti quanti avremmo finalmente
capito che questa dannata famiglia si è riunita solo per convenienza … -
Figliadilei - (ancora furioso) … dimmi perché non vuoi che funzioni !
Dimmi perché volete comprarvene un altro ! -
Lui - (imbarazzato, dopo una pausa) Vent’anni fa tua madre era una
persona schietta, piena di vita e di entusiasmo, di voglia di far
succedere le cose. All’epoca, quando rimase incinta di te, tuo …
tuo padre … -
Figlaidilei - … perché esiti, che cosa mi stai nascondendo ? -
Lui - (risoluto) Sono io tuo padre. -
Figliadilei - (divertito) … cosa ? Questa poi … (poi, turbato) ehi,
ma cos’è quella faccia ? Cosa … -
Lui - … fu tua madre a convincermi di che cosa volessi veramente dalla
vita … mi spinse lei a dirglielo a lui, a quello che fino ad ora credevi che
fosse morto in un incidente … -
Figliadilei - (furioso, battendogli i pugni sul petto) … non è vero … -
Lui - … quando rimase incinta per la seconda volta i miei sensi di colpa
iniziarono a schiacciarmi come macigni … le dissi che mi ero pentito che
avremmo confessato tutto a lui e che non ci saremmo mai più visti
però le cose andarono diversamente perché nonostante lui non
destasse il minimo sospetto sulla nostra relazione me lo vidi lo stesso
piombare a casa mia con quella sua bella faccia da padre convinto ma
soprattutto con lei … lei lo aveva talmente aizzato contro di me che finì
che lo presi a botte … era tramortito sembrava morto ma lei … -
Figliadilei - … lei cosa ? Lo ha ucciso lei ? -
Lui - No …. era me che voleva morto … quando mi decisi a buttarlo giù
da un burrone dentro una macchina cosparsa di benzina dentro e fuori
ero convinto di aver fatto la scelta giusta di aver dimostrato di
meritarmelo il suo amore … però quell’illusione durò poco durò solo
fino a che finsi di essermi convinto a corrompere qualcuno per
falsificare l’atto di nascita di tuo fratello … -
Figliadilei - … non ti voglio più sentire, non voglio mai più vederti …
mia madre non è così, non poteva essere così … tu dici di essere mio
padre ma se lo sei davvero perché me lo dici soltanto adesso perché
vuoi uccidere me ? -
Lui - (mettendole una mano sulla spalla, dopo un’altra pausa)
Perché hanno una relazione … -
Figliadilei - (isterico, divincolandosi) … non mi toccare … -
Lui - (esasperato) … ma io non ti voglio toccare, lo vuoi capire o no ?
E’ per questo che non voglio che si aggiusti, è perché scopriresti il
vero volto di tua madre, un volto perverso, cinico, così cinico da
spingerti a fare quel che voleva che tu facessi con me … proprio come
fece con me, quando allora mi spinse a buttare quell’uomo ancora
vivo in fondo al burrone … -
Figliadilei - … non è vero, tu sei un bastardo … io credevo che tu la
amassi, credevo che fossimo una famiglia … tutto questo non può
essere vero … -
Lui - … se tutto questo non fosse vero perché te lo avrei detto ? -
Figliadilei - Perché è me che vuoi, perché vorresti togliermi l’unica
persona che ho davvero perché sai che è pura perché sai che siamo
puri perché sai che possiamo durare … -
Lui - (estraendo da sotto il cuscino un grosso coltello da cucina)
… e se invece fosse proprio tutto vero chi o che cosa pensi che vorrei
toglierti per gli stessi motivi ? (poi, deduttivo, dopo la rabbiosa reazione
di Figliadilei, che gli sottrae il coltello di mano facendolo però subito
cadere e scoppiando a piangere l’attimo dopo) A questo ci credi però
eh … allora dimmelo tu com’è ora la voglia di uccidere qualcuno …
fammelo vedere come ci si sente … (raccogliendo poi il coltello,
porgendoglielo dalla parte del manico, impugnando la lama)
… ricordamelo. -
Atto terzo scena ultima
tavolocontritatutto
Sul palcoscenico piovono pomodori lanciati da Lei, che è appena
entrata da i corridoi della platea sottraendoli a qualche spettatore
seduto in prima fila. Dissolvenza. Buio. Pausa relativamente
prolungata, durante cui gli operatori di scena (con una mini torcia
elettrica posizionata sulla fronte, legata con un elastico alla nuca)
invitano gli spettatori delle prime due file della platea a mettere i
pomodori nei tre cesti di vimini. Al ritorno delle luci lo scenario si
presenta con tutte e tre le quinte completamente aperte :
dietro la quinta di fondo si vede l’abbracciante, mentre dietro le
quinte laterali si vedono tutte le cose (composizioni di cartapesta,
piatti, bicchieri, etc.) usate in scena. Il tavolo è nel mezzo.
Sopra il tavolo c’è il tritacarne di metallo e attorno al tavolo ci sono
tutti i personaggi, tranne Laex, Primamicadilei e Secondamicadilei.
I tre cesti di vimini colmi di pomodori sono sul proscenio.
Madredilei - (soddisfatto, indicando i pomodori nei cesti)
… non siamo riuscite a raccogliere più di quanto potete vedere
con i vostri occhi. -
Padredilui - (canzonatorio) Tutto lì ? Deve essere proprio un anno
di magra questo. -
Lui si alza dal tavolo per andare a prendere un pomodoro.
Lui - (rimettendosi a sedere) Questi poi sono talmente acerbi che
non varrebbe la pena passarli. -
Lei - (togliendoglielo di mano) Chi può dirlo ? Se sono buoni si
possono passare lo stesso … (soddisfatto, dopo averlo mangiato
sputando il succo dentro il tritacarne di metallo) si, non c’è male … -
Padredilui - (euforico) … sono pochi, ma sono buoni !
Passiamoli ! Passiamoli subito … forza … datemi una mano a spostare
il tavolo … -
Mentre tutti si stanno dando da fare con entusiasmo, da i corridoi
della platea entra Laex con in mano una macchina fotografica.
Laex - (salendo sul palcoscenico) … aspettate … stringetevi un po’
che così non ci riesco a prendervi tutti … scusate l’intrusione ma c’era
qualcosa che non potevo proprio fare a meno di dirvi, sapete …
alla fine abbiamo deciso e … (euforico) ci sposiamo ! Prima però lui
voleva che gli portassi un ricordino, si … il ricordino di una famiglia
felice … lo vuole a tutti i costi questo ricordino, sapete ? Lo vuole
a tutti i costi perché vorrebbe sapere come si fa a diventare una
famiglia felice pur sapendo che il Tritatutto resterà invenduto. -
Figliodilui - (canzonatorio) Sei arrivata tardi …. mammà … -
Figliadilei - (entusiasta, prendendo alcuni pomodori dai cesti e
mettendoli nel tritacarne di metallo) … ora funziona … funziona … -
Sempre da i corridoi sopraggiungono Primamicadilei e
Secondamicadilei.
Secondamicadilei - (dalla platea, agli Attori in scena)
Allora, chi ha vinto ? -
Primamicadilei - (dopo un attimo di esitazione da parte di tutti)
Avevo ragione io … non era una scommessa da fare. -
Sipario