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Paragoni di versi tutto sommato uguali

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Paragoni di versi tutto sommato uguali

Di recente una delle piattaforme più usate per condividere e
pubblicare contenuti in Rete gratuitamente ha reso noto che entro la
fine del corrente anno cesserà di fornire tale servizio e che, di
conseguenza, tutti i contenuti verranno eliminati. Avvisando gli
utenti – con una magnanimità spontanea, tipica di coloro che
rappresentano i colossi del web, bisogna riconoscerlo – dalla stessa
comunicazione si evince anche che è possibile eseguire una migrazione
transitoria dei suddetti contenuti su un’altra piattaforma (la cui
proprietà, manco a dirlo, appartiene in ogni caso a uno di questi
colossi : nello specifico però il servizio non è soltanto gratuito, infatti
all’utente viene accreditato un regolare sussidio da tirocinante,
periodico; di solito per i più bravi è congruo alle competenze
dimostrate durante le varie operazioni svolte, mentre per i meno
bravi è leggermente inferiore, morigerato.
In pratica sta succedendo – anche se con modalità diverse – ciò che
avvenne con l’avvento delle pay t.v. Non ve lo ricordate? Come no?
Massì che ve lo ricordate, su (…) mica è facile catalogare un simile
evento nell’oblio! E in fondo non sono passati nemmeno troppi anni,
non vi pare? Con un piccolo sforzo vedrete che le vostre facoltà
mnemoniche riacquisteranno una buona dose di elasticità, che di
questi tempi conviene comunque avere – se non altro per evitare di
soccombere come tanti smemorati alle norme anti acne (scusate per
la “supercazzola” ma era necessaria, poi vi dirò perché).
Le cose dunque andarono in questo modo :
qualche tempo prima dell’avvento delle pay t.v. – ovvero quando la
t.v. di Stato cominciò a dover fare i conti a livello concorrenziale con
le t.v. commerciali – gli utenti erano soddisfatti dei palinsesti che le
t.v. propinavano, in quanto, in un epoca di pluralismo come quella
appena menzionata, l’offerta era a dir poco vantaggiosa oltre che
entusiasmante. Successivamente – ed è molto probabile che
l’iniziativa sia partita dai vertici di tutte le aziende del settore
coinvolto – si è pensato, anzi scusate, si è immaginato qualcosa di
favoloso, qualcosa che potesse in qualche modo intrattenere lo
Spettatore offrendogli al tempo stesso sia l’opportunità di starsene
comodamente seduto sulla poltrona di casa che quella di ricevere
periodicamente, una volta al mese, un modesto assegno che
contribuisse a renderLo ancora più soddisfatto. La nascita delle pay
t.v. è stato qualcosa di fantastico, di incommensurabile, in una parola
di epocale, e oltretutto in ognuno di noi ha provocato reazioni diverse.
A me per esempio è venuto quasi naturale associare la creazione
di questa meraviglia delle meraviglie con la teoria dei quanti, secondo
cui siamo tutti connessi in ogni modo pur essendo tutti diversi, ma
al tempo stesso comunque uguali (ecco la ragione della
“supercazzola” precedente). Ora mi si dirà – magari qualcuno si
facesse avanti! – che il paragone non è tra i più appropriati, o peggio,
che è anacronistico, quindi, nella remota ipotesi di una mia eventuale
replica, gli risponderei che ha ragione in tutto e per tutto senza alcun
dubbio, anche se, in fondo, un istante prima mi verrebbe da dirgli che
l’unico punto per cui mi sentirei in dovere di dissentire – qualora
dovessimo argomentare e approfondire la questione – sarebbe quello
di sapere (non senza provare un profondo rammarico per averlo
anche solo pensato) di non avere abbastanza saliva per essere in
grado di sommergerlo completamente.