Finestre spalancate
19 Aprile 2017
Follia necessaria
17 Maggio 2017
Show all

Amici

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

AMICI

Partendo da una semplice riflessione – ovvero cominciando ad
approfondire le motivazioni di una progressiva perdita del piacere
di ritrovarsi gratuitamente, senza dover essere costretti a farlo
per lavoro oppure per impegni o eventi inderogabili – si possono
dedurre un paio di cose interessanti : la prima è che ci si rende
subito conto, non senza una certa amarezza, che le dita di una mano
“non basterebbero” per contare gli innumerevoli amici che farebbero
di tutto pur di dedicare una serata alla pura e amabile conversazione,
e la seconda è che si realizza che è proprio a causa di questo genere
di riflessioni che ci si può permettere di ringraziare qualcun altro,
che invece ha avuto la lungimiranza di definirli questi sedicenti amici –
come d’altronde già più do 350 anni fa ricordava Voltaire nel suo
dizionario filosofico. Ora immaginate la scena : sull’onda del successo
di un talent – che chiameremo “Lo specchio open” , sia per cercare di
far capire quanto di culturale possa esserci in uno spettacolo dove
l’unica cosa che conta è l’evitare di mostrare palesemente la
preparazione obbligatoria alle domande di storia e/o di filosofia
(sostenuta poco prima di andare in onda) e sia per evocare una nota
trasmissione televisiva che parla di attualità, e dove tra l’altro allo
Spettatore più attento non potrà sfuggire lo spessore giornalistico
del conduttore, stile pseudo rockettaro – al concorrente di turno
viene chiesto di spiegare il concetto di satira, o meglio, il conduttore
del talent, fuori dagli schemi imposti da i questionari prestabiliti,
chiede al concorrente di spiegare il concetto di satira.
Visibilmente imbarazzato il concorrente risponde come chiunque
avesse delle nozioni inerenti al significato del concetto di satira,
che corrisponde in generale a ciò che è insito nell’immaginario
collettivo (ovvero che è una presa in giro, un mettere in ridicolo
certi ambienti, soprattutto politici) mentre invece il conduttore –
forte della sua notorietà e del suo “acume” intellettuale – lo corregge
d’istinto dicendo che è un modo sottile e canzonatorio di esprimere
un dissenso condiviso nei confronti di un proprio superiore,
indipendentemente dall’autorità che ricopre, sostenendo oltremodo
che “Il Candido” di Voltaire fu la massima espressione dell’irriverenza
politica, così, “en passant”, giusto per “sfoggiare” tutta la sua
erudizione in materia. A ragion veduta dunque – pur essendo questo
un aneddoto inventato di sana pianta – lo possiamo considerare come
un incentivo per continuare a guardare certe trasmissioni, non tanto
per ricordare che “Il Candido” fu un romanzo satirico contro
l’ottimismo filosofico, quanto per ringraziare gli odierni araldi
dell’illuminismo contemporaneo, non che personali datori di lavoro,
per farla breve, tutte quelle persone con le quali verrebbe spontaneo
nell’immediato intrattenersi con gratuità ed instaurare un solido
rapporto d’amicizia.