Euroscettico domiciliato in U.S.A.
14 Settembre 2016
Telelivello
23 Novembre 2016
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Opinioni di un anonimo rinominato

“L’OSSERVATORE SPIATO”
RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Opinioni di un anonimo rinominato

Vista e considerata l’ultima tragedia legata alla cronaca nazionale,
il web sta diventando una minaccia psicologica incontrollabile per i
ragazzi di oggi? Lo abbiamo chiesto al professor Ermete Della Rete,
docente di psicologia con cattedra all’Università di Roma Tor Vergata,
in una recente intervista che ha rilasciato al nostro corrispondente
non più tardi di qualche giorno fa. Sentite che cosa ci ha risposto.

L’O.S. – Che cosa ci può dire a riguardo delle ragazze che si fanno
filmare in video hard e che successivamente, a loro insaputa, quei
video vengono fatti circolare sul web da alcuni loro tra virgolette
amici, diventando immediatamente virali? –

E.D.R. – Come è stato ampiamente dimostrato nell’ultimo caso in cui,
purtroppo per la vittima, le circostanze hanno reso impossibile
l’identificazione … –

L’O.S. – (basito) … mi perdoni, ma che cosa intende esattamente per
rendere impossibile l’identificazione? –

E.D.R. – Vede … l’equivoco, o se vogliamo il malinteso, insomma il
problema più grande che si presenta agli occhi di chi guarda o di chi ha
guardato e di chi di certo guarderà altri video analoghi a quello girato
dai fedelissimi amici di Tiziana Cantone, la quale, a ragion veduta si è
fatta deliberatamente riprendere mentre faceva sesso orale per una
logica conseguenza derivata da una patologia congenita quale un’acuta
sindrome da agorafobia, non è tanto il sapere perché abbia compiuto
l’estremo gesto, anche perché è chiaro come la luce del sole che lo ha
fatto perché era timida, quanto è il conoscere da vicino tutti gli
aspetti periferici che hanno portato i suddetti amici a scegliere delle
piattaforme limitate come WhatsApp e Youtube. Se le avessero
voluto davvero bene avrebbero subito fatto circolare il video su
Facebook, senza troppi rituali di circostanza : questo è ciò che intendo
per rendere impossibile l’identificazione. Molto probabilmente quella
ragazza sarebbe ancora viva se … –

L’O.S. – (sconcertato) … professore, è sicuro di voler … voglio dire, con
questa dichiarazione lei può asserire di avere pieno possesso delle
sue facoltà mentali? –

E.D.R. – Se l’avere pieno possesso delle proprie facoltà mentali
significasse rispondere si forse le direi di no, solo in caso contrario
potrei rispondere negativamente. (dopo l’esitazione del nostro
corrispondente) Non si preoccupi, se non ha capito non è
affatto necessario insistere nel cercare di comprendere se certe
risposte potrebbero rientrare nel novero delle provocazioni, oppure
se dovrebbero essere segnalate al Ministero della Sanità al fine di
promuovere delle iniziative sempre più efficaci circa la pratica e la
diffusione del materiale didattico che si svolge esclusivamente in
certi istituti di igiene mentale, l’importante è continuare a credere
che i pazzi siano sempre e comunque gli altri : è un modo come un
altro per suffragare la conoscenza di se stessi. –

L’O.S. – Quindi, da quanto mi è parso di capire, lei sostiene che il
video in questione, nonostante abbia fatto quasi il giro del mondo, non
abbia dato la per così dire sufficiente notorietà a una persona che ha
deciso di togliersi la vita perché non riusciva più a subire l’onta
mediatica a cui è stata suo malgrado esposta? E’ questo che sta dicendo? –

E.D.R. – No, sto soltanto dicendo che quella povera ragazza non
doveva fare quello che ha fatto e che, se lo ha fatto, di certo senza
pensare alle conseguenze delle sue azioni, lo ha fatto proprio perché
era in preda a quell’irrefrenabile impulso di apparire che l’odierna
società, tramite i suoi falsi canoni, ha purtroppo imposto. –

L’O.S. – Secondo lei allora come dovrebbe funzionare la società di oggi
in cui noi tutti viviamo? Quali dovrebbero essere le priorità per
tentare di riportare quei valori umani fondanti, che hanno
caratterizzato varie epoche ma che in fondo non hanno saputo
impartire alcun insegnamento, verso una direzione più orientata ai
canoni dell’essere piuttosto che a quelli dell’apparire? –

E.D.R. – Considerando che nella remota ipotesi in cui dovessimo dare
retta a delle priorità che forse nemmeno nell’età dell’oro avrebbero
avuto ragione di esistere, mi sento in dovere di rispondere che non
soltanto non dovremmo limitarci ad idolatrare bulli e pupe facendo
anche in modo che chiunque sappia vomitare in pubblico diventi
un’icona di riferimento nell’attuale panorama dello spettacolo, ma
che dovremo oltremodo mitizzare tali soggetti, nel senso che in
futuro saremo costretti a farlo. –

L’O.S. – Per quale ragione? –

E.D.R. – Per non cedere alla tentazione di poterli un giorno imitare,
mi pare ovvio. –

L’O.S. – (dopo una pausa) Lei ritiene che il futuro per i ragazzi di oggi
sia compromesso? –

E.D.R. – Io ritengo solo che in uno Stato, indipendentemente dalla
nazione di appartenenza, dove si consente agli enti predisposti alle
telecomunicazioni di continuare a trasmettere spettacoli che
potrebbero nuocere gravemente alla salute mentale degli utenti,
i giovani debbano saperselo costruire passo dopo passo entrando
nelle istituzioni apposta per cambiare il modo che la maggior parte
degli individui ha di guardare alla sostanza delle cose. –

L’O.S. – Tradotto in altre parole, lei è convinto che senza una presa di
posizione marcata da parte di molti giovani che si trovano già
all’interno di un movimento politico che sta tentando in qualche modo
di scardinare gli ingressi, meccanismi anti costituzionali compresi,
della tradizionale politica di palazzo, non si possa compiere,
democraticamente parlando, una vera rivoluzione mediatica? –

E.D.R. – Le mie convinzioni sono basate sul mondo che osservo, ma
soprattutto sul fatto di sentirmi osservato senza poter comunicare
con i diretti interessati. Questo è il fatidico punto oltre cui
l’individuo è relegato a non avere voce in capitolo, democraticamente
parlando, si capisce. –