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25 APRILE 2022

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

25 APRILE 2022

Com’era prevedibile, all’indomani del ballottaggio per le Presidenziali transalpine è emerso che i francesi hanno preferito continuare a cibarsi della solita zuppa piuttosto che provare a gustare il pan bagnato. Una “scelta” dettata forse in extremis dalla recente decisione da parte dell’Eliseo di non schierarsi in qualità di Paese cobelligerante nel conflitto russo/ucraino, alla stregua della Germania e a differenza del nostro Bel Paese, che magari preferirebbe essere bombardato da missili ipersonici invece che disobbedire ai diktat atlantisti, ignorando, o per meglio dire, infischiandosene spudoratamente di quel che pensa in proposito la maggioranza degli italiani, i quali – al contrario degli attuali rappresentanti delle Istituzioni – mai si sono permessi, né tantomeno si sogneranno di violare in modo così reiterato i valori costituzionali. Come da sempre accade quando gli echi di una guerra (nemmeno poi così distante) cominciano a farsi sentire – minando il tessuto sociale e l’economia dei Paesi coinvolti – salta fuori la logica del rimpallo delle responsabilità, e nonostante i provvidenziali interventi di qualche raro eroe del nostro tempo abbiano segnalato con tanto di prove documentate gli orrendi crimini di altre guerre commessi da “insospettabili” colpevoli, gli stessi colpevoli si arrogano non solo il diritto di continuare a governare, ma addirittura si fanno carico di condannare a morte chi ha avuto il coraggio di mostrare al mondo quelle responsabilità. Purtroppo l’elenco dei paradossi che imperversano nel panorama sociopolitico, specie quello nazionale, è interminabile, e fonda le sue radici in tempi molto più remoti rispetto alla data di Liberazione dal nazifascismo. Sarebbe inutile, oltre che ridondante, evocarli. Considerato invece che nei meandri della comunicazione di genere iniziano a scontrarsi con un certo impeto le due narrazioni – ovvero quella dominante, del mainstream informativo, e la cosiddetta libera disinformazione propinata in Rete – sarebbe utile fare un aggiornamento di quelli più attuali, se non altro per cercare di comprenderne le origini e le ragioni. Il primo dunque – chiaro come la luce del Sole, ovvero l’invio di armi in Ucraina sebbene sia vietato dall’art. 11 della nostra Costituzione – nasce con ogni probabilità dalle intenzioni velleitarie di un bancario che non possiede i requisiti minimi per poter trattare di giustizia sociale e che nemmeno è stato eletto dal popolo, le cui ambizioni restano quelle di voler ricoprire la più alta carica della NATO per continuare imperterrito sia ad eseguire gli ordini provenienti da oltre Oceano, che a fingere di interessarsi alle necessità impellenti di una società stremata prima dalla pandemia e ora dalle inevitabili conseguenze causate dalla guerra in corso, dopo aver lasciato la maggioranza del Bel Paese letteralmente in mutande. Il secondo – non per questo meno colossale, vale a dire l’estorsione perpetrata dall’attuale esecutivo nei confronti di chi per obbligo ha dovuto sottoporsi alla somministrazione di un vaccino testato in via sperimentale, pena la sospensione dal lavoro con il relativo pagamento di tasca propria del tampone pre obbligo, oppure di una multa in stile patrimoniale, mentre al contempo gli assembramenti “leciti” (specie quelli riguardanti le manifestazioni calcistiche) erano non solo consentiti, ma pure incentivati – ha invece avuto origine dal disastroso operato politico collettivo, che in primo luogo non avrebbe dovuto votare la fiducia a un governo non eletto democraticamente e in secondo, invece di idolatrarlo come una sorta di entità super partes piovuta da chissà dove, avrebbe dovuto essere in grado di far nascere nuove coalizioni dagli astensionisti, coalizioni pronte a denunciare ogni singolo abuso di potere. Il terzo – e non ultimo, ovvero l’introduzione dell’ormai “normale e indispensabile” Certificato Verde – nasce guarda caso proprio in Francia, su iniziativa del neo rieletto Presidente nel vano tentativo di contenere l’espansione del contagio di Sars Cov2, mentre in realtà viene introdotto esclusivamente come strumento “legale” per limitare la libertà di movimento delle persone inducendo quelle contrarie (sebbene siano da oltre due anni inchiodate al proprio domicilio) ad essere emarginate oltre che discriminate. Il quarto, concludendo – sebbene si potrebbe davvero continuare all’infinito in questo assurdo elenco paradossale, ovvero l’impedimento imposto ad artisti russi (oltre perfino ai giocatori di tennis, i quali hanno entrambi nulla a che vedere con questa sporca guerra, anzi, qualcuno si è fatto addirittura promotore di una lodevole iniziatica che, nel caso fosse attuata, metterebbe alla gogna mediatica i governi coinvolti) di partecipare a concerti, spettacoli e ovviamente tornei prestigiosi – il quarto dunque, in sintesi è come se fosse un’istantanea scattata da un celebre fotografo che riesce a immortalare l’arrampicata di un ipocrita allo specchio, proprio perché trae origine e fonda le sue ragioni sull’enorme pressione esercitata dal mainstream informativo (a danno della pubblica opinione) nell’indicare i buoni e i cattivi nel conflitto bellico in atto, riconoscendo gli aggrediti (l’Ucraina e tutto il mondo Occidentale) nei primi, “meravigliandosi di come si possa non capire che ci sono esclusivamente, in casi come questi, due pesi e due misure”, e gli aggressori (la sola Russia) nei secondi. Vero è che liberarsi dall’oppressione di questi paradossi è ancora considerata una visione utopistica nell’immaginario collettivo, ma è altrettanto vero che non sarà mai troppo tardi per poter cambiare direzione e provare tutti insieme a far sì che questa guerra, così come tutte quelle scoppiate in nome di interessi economici camuffati da Difesa dei territori, non sia più una priorità nell’agenda di qualsiasi amministrazione governativa.