“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE
Nel giorno del tanto atteso quanto per certi versi deludente discorso dell’attuale Presidente russo in merito all’assurda guerra che si sta continuando a combattere in Ucraina da circa ormai tre mesi, è opportuno ricordare alcune cose – care soprattutto agli utenti della cosiddetta contro informazione o disinformazione in Rete. Visto che le ostilità belliche causate dalla reciproca espansione dei territori dell’attuale alleanza atlantica e del blocco delle ex Repubbliche sovietiche non sono state generate esclusivamente il 24 Febbraio scorso – in pratica, mai hanno cessato di esistere sebbene i confini ridisegnati dopo il crollo della cortina di ferro cominciarono già a propendere per l’alleanza atlantica – il conflitto russo/ucraino continua a restare quel che di fatto è, ovvero, una guerra tra NATO e Russia, soltanto che la prima gode tutt’ora della sacra ed eterna alleanza atlantica a guida egemone USA, mentre la seconda, rimasta isolata dopo la disgregazione delle Repubbliche sovietiche nel 1991 e nonostante disponga ancora delle armi più potenti al mondo, deve fare i conti con il mondo intero (o quasi) sapendo che la minaccia nucleare potrebbe segnare la fine dell’umanità e l’inizio dell’abisso. Questo è ciò che oggettivamente sta accadendo. Poi ci sono i propagandisti illiberali e faziosi appartenenti ad entrambi gli schieramenti – guai a dimenticarlo – i quali, screditandosi a vicenda, non fanno altro che fomentare le tensioni diplomatiche “dimenticandosi” che per ottenere la pace bisogna per forza di cose cedere a dei compromessi. Da una parte – così come per altro accadde nella tristemente nota prima, seconda, se non perfino anche attuale fase della pandemia ci furono e ci sono i negazionisti Covid – ci sono quelli che il conflitto russo/ucraino lo prendono addirittura per un videogioco, mentre dall’altra parte, c’è chi continua imperterrito (e senza alcuna remora nel poter o dover disobbedire o meno agli ordini istituzionali) a dire e ribadire all’infinito che in questo conflitto ci sono soltanto due pesi e due misure, e che chi nega che la Russia ha invaso l’Ucraina aggredendo uno Stato sovrano per imporre le proprie leggi o è un incompetente in materia oppure è un filo russo e perciò va emarginato oltre che discriminato, esattamente come avvenne per chi “osava” contestare l’uso del Certificato Verde come strumento di tutela dal contagio da Sars Cov2 mentre al contempo le Istituzioni incentivavano gli assembramenti. Qui da noi, dove tutto è semplificato probabilmente dal temperamento di qualche sparuto e risicato gruppetto di opinionisti di ogni genere e appartenenza politica, dopo che è scoppiata l’ennesima polemica su chi dovrebbe o non dovrebbe partecipare ai talk show, si è aggiunta un ulteriore chicca, in termini di informazione : secondo un noto organo nazionale infatti, ci sarebbe il sospetto che alcuni giornalisti e diplomatici russi invitati nei talk show nazionali più seguiti siano in realtà degli agenti finanziati dal Cremlino per propagandare notizie false e confondere l’opinione pubblica (non essendo complottisti, se lo possono permettere ovviamente). Ora, se in un Paese come l’Italia che – quanto a disinformazione pare sia ormai giunta a livelli tali da essere paragonata a quelli registrati da Nazioni in cui il totalitarismo è insito da sempre nel loro DNA – esistono tutt’ora persone che credono a queste cose che vengono quotidianamente divulgate (nonostante tutte le verità omesse e le menzogne pubblicate per anni) vuol dire semplicemente che all’opinione pubblica nazionale conviene o informarsi in questo modo oppure non informarsi per niente. Il giorno dopo la ricorrenza dell’omicidio di Peppino Impastato, quando ancora le fake news non erano ancora riconosciute come post verità, balle, panzane o che dir si voglia, nel remoto 1978 l’autorevole e indiscusso “Corriere della Sera” titolava così la tragica fine di questo martire dei nostri tempi : «Ultrà di sinistra dilaniato dalla sua bomba sul binario». Fu questo il commento a caldo del ritrovamento del cadavere di Peppino Impastato ucciso dalla Mafia, i cui esponenti meno esposti inscenarono il finto attentato sui binari. Chissà quali pensieri sarebbero passati per la testa di Aldo Moro, il giorno della ricorrenza della vittoria della Russia sui Nazifascisti.